Museo di Ventotene
Nel 1983 l'Istituto di Storia dell'Arte
del Lazio Meridionale dà vita ad una mostra che racconta la storia dell'arcipelago
Pontino.
Il materiale esposto ha provenienza
anche marina e subacquea e spesso i ritrovamenti sono stati frutto di episodi
sporadici o casuali.
L'evidenza della potenzialità storica
ed archeologica dell'Arcipelago Pontino, visto il successo di questa mostra,
diviene innegabile e provoca, nei fatti, la trasformazione di una mostra,
intesa come spazi espositivi e reperti, in un museo permanente, ospitato
nei piani bassi del Municipio del comune di Ventotene.
Da segnalare il plastico dell'isola
al tempo dei romani dove spicca, con tanto di pescheria e porto, la villa
imperiale di punta Eolo e le sei cisterne per acqua piovana con l'acquedotto
che le collegava.
Le ancore sono un punto di forza
del museo per varietà, conservazione e tipologia. Le immancabili anfore,
anche queste di varie forme e di epoche diverse con un dolio dalla capacità
stimata di duemila litri che spicca per dimensioni e segno evidente della
capacità di carico dei vascelli che circolavano intorno all'isola.
Da segnalare i lingotti di piombo
che hanno "marchi di fabbrica", esempio concreto "Sextius Lucretius" noto
commerciante che trasportava questo prodotto fabricato in Spagna.
Oltre al plastico di epoca romana
troviamo anche una carta archeologica e una panoramica dell'isola in età
classica.
Punta Eolo continua a essere presente
con reperti archeologici: mattoni con bolli, lastre fittili, tubuli, tegulae,
intonaci, ecc.
Interessanti i plastici raffiguranti
le terme, che hanno fornito molto del materiale descritto, c'è la sezione
del calidarium detta prefumeo ossia il luogo dove avveniva il riscaldamento
dell'acqua; non mancano, ovviamente, le ricostruzioni del tepidarium e del
frigidarium.
Non
mancano nel museo panoramiche dell'epoca borbonica, stemmi, fregi, oggetti
di varia utilità ed, addirittura, un sarcofago che conteneva i resti di
una donna dall'apparente età di trentacinque anni. Non si può non menzionare
che alcuni reperti sono stati sostituiti da calchi in quanto trasportati
altrove, valga ad esempio l'erma di Giove Ammone che è conservata in originale
al Museo Nazionale di Napoli.
I dati segnalati in questa scheda
descrittiva, incompleti per nostra colpa e, fortunatamente, per la continua
implementazione di reperti nel museo, sono forniti con lo scopo dichiarato
di incentivare le visite in questo piccolo ma interessante museo e nell'isola,
bellissima, che lo contiene. Questi dati sono stati di facilissima reperibilità grazie
alla chiarezza delle numeroso tabelle didascaliche, anche illustrate, che
a nostro avviso debbono essere considerate un vanto del Museo di Ventotene
perché permettono ai numerosissimi "non esperti del settore" di capire ciò
che vedono arricchendo con facilità e senza sforzo il proprio bagaglio culturale.
Un esempio da imitare in tutte le situazioni museali. Buona visita a tutti!
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