Luigia Gina Lollobrigida è nata a Subiaco il 4
luglio del 1927 ed è un'attrice italiana di cinema; ed è nipote
della supercentenaria Chelidonia Merosi, decana d'Italia, nata l'11
ottobre 1885 e venuta a mancare il 10 dicembre del 1995.
Gli anni cinquanta e sessanta l'hanno incoronata
come una delle attrici più affascinanti e carismatiche, a livello
internazionale, di quel periodo; la Lollobrigida (chiamata anche
affettuosamente “Lollo”) è stata il sogno proibito di molti uomini
dell'epoca per via della sua carica sensuale che le ha spianato la
strada verso l'olimpo dei sex symbol di tutti i tempi.
Era figlia di un facoltoso produttore di mobili
che finì in miseria per colpa dei conflitti di guerra. Fin dalla
tenera età egli dimostrò un'indole battagliera, indomita e sicura su
quel che voleva nella vita.
La famiglia, all'arrivo degli Alleati a Roma, fece
iscrivere la figlia all'Istituto di Belle Arti; il mantenimento agli
studi fu un'occasione per Gina per cimentarsi nel disegno,
realizzando caricature in vari locali e nei fotoromanzi posando con
il nome d'arte di Diana Loris.
Il suo primo ruolo serio fu una parte nella
commedia”Santarellina” di Eduardo Scarpetta nel Teatro della
Concordia di Monte Castello di Vibio del 1945.
Il 1947 vide il podio di Miss Italia dominato da
future attrici del cinema italiano poiché la finale fu vinta da
Lucia Bosè (vero nome Lucia Borloni), seconda Gianna Maria Canale e
terza Gina Lollobrigida.
Inizialmente la sua carriera artistica non si
avviò per pura passione verso il mondo dello spettacolo ma più per
una necessaria esigenza lavorativa in funzione del proprio
mantenimento; ella impersonò ruoli minori in pellicole del
dopoguerra e si cimentò per lo più nei panni di controfigure e
comparse.
La sua vita privata si arricchì nel 1949 quando si
unì in matrimonio con il medico sloveno Milko Skofic, attivo fra i
profughi ospitati momentaneamente presso Cinecittà.
Gina diede alla luce il suo primo figlio nel 1957,
Igor Milko Skofic che la renderà nonna (suo nipote si chiamerà
Dimitri) nel 1994.
Il miliardario Howard Hughes la invitò ad
Hollywood nel 1950 ed ella non si fece scappare l'allettante offerta
volando verso una nuova avventura; lo stesso magnate fu un grande
talent scout poiché portò al successo dive del calibro di Jane
Russell.
Però Gina fece ritorno alla sua vita romana poiché
capì che quel mondo, popolato di lustrini e luci troppo accecanti
della ribalta, non era in sintonia col suo modo di essere.
Fino al 1959 non poté lavorare negli States per
via di un contratto esclusivo che aveva firmato; però ciò non la
ostacolo in attività cinematografiche che prevedevano location
europee.
I primi successi non tardarono a giungere:
“Campane a martello” di Luigi Zampa (1949), “Achtung! Banditi!” di
Carlo Lizzani (1951) e l'indimenticabile “Fanfan la Tulipe” di
Christian-Jaque (1952), che le riservò un posto nell'olimpo del
cinema transalpino; però anche nel nostro paese raccolse i frutti
dei suoi sacrifici con la pellicola “Altri tempi” di Alessandro
Blasetti, film ad episodi in cui la sua presenza era ben visibile
nell'episodio “Il processo di Frine” con Vittorio De Sica.
Fu proprio il talentuoso Vittorio De Sica ad
affibbiarle il termine, poi divenuto quotidianamente usato, di
“maggiorata” per via delle sue “qualità fisiche” che non passavano
inosservate.
La sua interpretazione della Bersagliera nella
pellicola “Pane, amore e fantasia” di Luigi Comencini del 1953
affianco di Vittorio De Sica le valse il Nastro d'Argento e un posto
nel cuore degli italiani (soprattutto in quelli maschili) per le
fattezze che ella incarnava della bellissima ragazza umile e
semplice e dall'animo buono.
Nel 1954 egli interpretò il sequel della pellicola
di Comencini ovvero “Pane, amore e gelosia” riscuotendo un discreto
successo; la realizzazione di un terzo episodio di questa “saga”,
previsto per il 1955, vide il suo rifiuto e la sostituzione della
protagonista (ovvero la Lollo) con la sua antagonista nel panorama
del cinema italiano: Sophia Loren.
Opere filmiche come “La romana” (1954) di Luigi
Zampa, “Mare Matto” (1963) di Renato Castellani e “La provinciale”
(1953) di Mario Soldati tentarono di porre in secondo piano il suo
aspetto fisico e di esaltare invece le sue qualità recitative,
soprattutto drammatiche; i 3 tentativi registrarono ottimi risultati
poiché rimangono le pellicole che celano le migliori performance
della Lollo nazionale.
Le produzioni internazionali giunsero nella
seconda metà degli anni cinquanta e negli gli anni sessanta con
titoli come “Il tesoro dell'Africa” (Beat the Devil) di John Huston
(1954) con Jennifer Jones e Humphrey Bogart, “La donna più bella del
mondo” di Robert Z. Leonard (1955), una biografia prodotta dalla
stessa Lollobrigida su Lina Cavalieri con Vittorio Gassman.
In questa opera filmica si esibisce, con buoni
risultati, come cantante lirica e nel 1956 tale lavoro le valse un
David di Donatello.
Altre sue pellicole degne di nota furono
“Trapezio” di Carol Reed (1956) insieme a Tony Curtis e Burt
Lancaster , “Il gobbo di Notre Dame” (Notre Dame de Paris) di Jean
Delannoy (1956), dove il ruolo di una sensualissima e stupenda
Esmeralda le calza a pennello, accanto ad Anthony Quinn che
interpretava il gobbo Quasimodo, “Sacro e profano” (Never So Few) di
John Sturges (1959), insieme a Frank Sinatra, “Salomone e la regina
di Saba” (Solomon and Sheba) di King Vidor (1959) con Yul Brynner,
che fu scelto per sostituire lo sfortunato Tyrone Power che perse la
vita durante le riprese della pellicola, “Torna a settembre” (Come
September) di Robert Mulligan (1961) con Rock Hudson, che le valse
un Golden Globe, “Venere imperiale” di Jean Delannoy (1962)
incentrato sull'esistenza di Paolina Borghese, che le valse un David
di Donatello e un Nastro d'Argento, “Strani compagni di letto” (Strange
Bedfellows) di Melvin Frank (1964) afianco a Rock Hudson, “Buona
Sera, Mrs. Campbell” di Melvin Frank (1968), che le valse un terzo
David di Donatello e una nomination ai Golden Globes.
La sua carriera è stata ricca anche di rifiuti,
comunicati all'ultimo momento, come “La signora senza camelie”
(1953) di Michelangelo Antonioni (la sua parte fu affidata a Lucia
Bosè), “Jovanka e le altre” (1959) di Martin Ritt (la sua parte fu
affidata a Silvana Mangano) e “Lady L” (1965) di Peter Ustinov (la
sua parte fu affidata a Sophia Loren).
Un retroscena curioso affiora nella sua vita
artistica; ella avrebbe dovuto interpretare la fidanzata di Marcello
Mastroianni nella famosissima pellicola “La dolce vita” ma a quei
tempi il marito, Milko Skofic, le nascose il copione.
La Lollobrigida amava curare da se la sua
immagine; ciò era testimoniato dai disegni fatti da lei degli
eleganti abiti indossati nei suoi lavori e dal trucco di scena che
amava scegliere e applicare da sola.
Per ben due decenni ella ha simboleggiato con
onore il canone della bellezza italiana anche fuori dai confini
della nostra penisola; inoltre è una delle pochissime attrici
italiane ad aver mantenuto inalterata la propria popolarità a
livello mondiale e ciò è dimostrato dalle 6.000, e più, copertine
che le varie riviste di tutto il mondo le hanno dedicato.
Dopo quasi 5 anni di separazione dal marito Milko
Skofic, che aveva una relazione con Sumiva Moreno (soprano del
Nicaragua), ella divorziò dallo stesso nel 1971.
Dopo “Pane, amore e fantasia” del 1953, Luigi
Comencini la diresse nella serie televisiva del 1972 “Le avventure
di Pinocchio” in cui dava sfoggio della sua bellezza e delle sue
capacità interpretative incarnando un'indimenticabile Fata Turchina.
Agli inizi degli anni settanta diminuì i suoi
lavori cinematografici sia per il piccolo che per il grande schermo,
sostituendoli con la sua passione verso la fotografia, realizzando
libri di reportage; altra sua ispirazione fu la scultura che la
spinse ad essere presente in molte mostre famose in tutto il mondo.
Anche i fans dei serial americani hanno avuto la
possibilità di ammirare la Lollo nazionale grazie alla sua
partecipazione nel 1984 al famosissimo “Falcon Crest”; all'età di
sessant'anni si muove a ritmo di tarantella e si guadagna una
nomination ai Golden Globes (è la terza candidatura).
Nel 1988 interpreta la madre della protagonista,
impersonata da Francesca Dellera, nel remake televisivo de “La
romana” per la regia di Giuseppe Patroni Griffi; con la stessa
Dellera la Lollobrigida ebbe un acceso e animato dibattito.
Riceve il David di Donatello alla carriera nel
1996 e nel 2006 ottiene un riconoscimento speciale per il
cinquantenario del trofeo, che si era aggiudicata come prima
vincitrice in assoluto nel 1956.
Anche la politica entra a far parte delle sue
corde, candidandosi nel 1999 in una lista di centro-sinistra al
Parlamento Europeo; però il suo tentativo si dimostrò un flop.
Seconde nozze di prospettano in vista per la
settantanovenne artista romana che nel 2006 alla rivista spagnola
Hola dichiara di voler sposare il quarantacinquenne imprenditore
spagnolo Javier Rigau; la relazione andava avanti da circa vent'anni
senza essere stata mai ufficializzata.
Però come avrebbe citato Alessandro Manzoni nella
sua opera più famosa, “I promessi sposi”, “Questo matrimonio non
s'ha da fare” ed infatti le future nozze tra la Lollo e Rigau non si
concretizzarono per colpa dell'azione ostile operata dalla stampa
nei confronti di tale evento.
Il quotidiano spagnolo “El Mundo”, il 26 marzo
2011, fa trapelare la notizia che i due si siano sposati in gran
segreto a Barcellona nel novembre del 2010; però il “pettegolezzo”
rimane privo di fondamento poiché sul registro civile della località
catalana non risultano elementi concreti per avvalorare tale fuga di
notizia.
Dopo circa 14 anni di latitanza dal mondo del
cinema, nel 2011, grazie alla demenziale pellicola “Box Office 3D”
di e con Ezio Greggio ella ripropone il suo viso e la sua presenza
al cospetto del pubblico.
Sempre nel 2011 lei e la sua rivale sullo schermo,
Sophia Loren, prendono parte al documentario “Schuberth – L'atelier
della dolce vita” (2011) di Antonello Sarno.
L'attrice durante i suoi anni in cui si trovava
sulla cresta dell'onda del successo, con la sua presenza fisica e
scenica divenne un vero e proprio simbolo di bellezza ed eleganza.
Ad esempio nelle ferrovie della Germania (DB) la
locomotiva “V 160.003” si aggiudicò l'appellativo affettuoso di
Lollo; questo perché il mezzo presentava sulle due testate, delle
sporgenze che “vagamente” riportavano alla mente le curve dalla
Lollobrigida.
Anche un'insalata “riccia” prese il nome di Lollo
in suo onore. Il vocabolo "lollobrigidien", in Francia, è di uso
comune e viene utilizzato per riferirsi ad un'altura o strada non
dritta ma provvista di curve.
Addirittura il suo sbarco in America fu scandito
dalla rivista "Time" così: "Gina Lollobrigida: le sette sillabe più
famose d'Europa”.
Non solo le riviste, gli oggetti e i modi di dire
idiomatici “parlavano” di lei ma anche gli stessi suoi colleghi
attori non potevano non spendere parole di elogio nei suoi
confronti; ad esempio la frase "In quanto a sex appeal, Gina fa
sembrare Marilyn Monroe Shirley Temple" fu espressa dal fascinoso e
talentuoso Humphrey Bogart.
Anche Coco Chanel proferì un suo pensiero
sull'artista: "Gina è nata per indossare i miei tailleurs. È meglio
delle mie mannequins".
Premi e riconoscimenti ottenuti da Gina Lollobrigida:
David di Donatello:
1956: migliore attrice protagonista (La donna più bella del
mondo)
1963: migliore attrice protagonista (Venere imperiale)
1969: migliore attrice protagonista (Buona Sera, Mrs. Campbell)
1986: Medaglia d'oro del Comune di Roma
1996: David alla carriera
2006: David del Cinquantenario
Golden Globe:
Vinti:
- 1961: Henrietta Award per Torna a settembre
Nomination:
- 1969: miglior attrice in un film commedia per
Buona Sera, Mrs. Campbell
- 1985: miglior attrice non protagonista in una
serie per Falcon Crest
Nastro d'Argento:
- 1963: miglior attrice protagonista per Venere
imperiale
- 1953: miglior attrice protagonista per Pane,
amore e fantasia
Il 16 ottobre 1999 Gina Lollobrigida è stata nominata
Ambasciatrice di buona volontà dell’Organizzazione per
l'Alimentazione e l'Agricoltura delle Nazioni Unite (FAO).
Pellicole interpretate dalla Lollobrigida:
- Lucia di Lammermoor, regia di Piero Ballerini
(1946) (non accreditata)
- Aquila nera, regia di Riccardo Freda (1946)
- L'elisir d'amore, regia di Mario Costa (1946)
- Il segreto di don Giovanni, regia di Camillo
Mastrocinque (1947)
- Pagliacci, regia di Mario Costa (1947)
- Il delitto di Giovanni Episcopo, regia di
Alberto Lattuada (1947)
- Vendetta nel sole (A Man About the House), regia
di Leslie Arliss (1947)
- Follie per l'opera, regia di Mario Costa (1948)
- La sposa non può attendere, regia di Gianni
Franciolini (1949)
- Cuori senza frontiere, regia di Luigi Zampa
(1949)
- Campane a martello, regia di Luigi Zampa (1949)
- Vita da cani, regia di Mario Monicelli e Steno
(1950)
- Miss Italia, regia di Duilio Coletti (1950)
- Alina, regia di Giorgio Pàstina (1950)
- Passaporto per l'oriente (A Tale of Five Cities)
(1951)
- Enrico Caruso, leggenda di una voce, regia di
Giacomo Gentilomo (1951)
- La città si difende, regia di Pietro Germi
(1951)
- Amor non ho... però... però, regia di Giorgio
Bianchi (1951)
- Achtung! Banditi!, regia di Carlo Lizzani (1951)
- Moglie per una notte, regia di Mario Camerini
(1952)
- Altri tempi, episodio Il processo di Frine,
regia di Alessandro Blasetti (1952)
- Fanfan la Tulipe, regia di Christian-Jaque
(1952)
- Le belle della notte (Les Belles de nuit), regia
di René Clair (1952)
- La provinciale, regia di Mario Soldati (1953)
- Pane, amore e fantasia, regia di Luigi Comencini
(1953)
- Il maestro di Don Giovanni, regia di Milton
Krims (1953)
- Le infedeli, regia di Mario Monicelli e Steno
(1953)
- La romana, regia di Luigi Zampa (1954)
- Pane, amore e gelosia, regia di Luigi Comencini
(1954)
- Il tesoro dell'Africa (Beat the Devil), regia di
John Huston (1954)
- Il grande gioco (Le Grand jeu), regia di Robert
Siodmak (1954)
- La donna più bella del mondo, regia di Robert Z.
Leonard (1955)
- Trapezio (Trapeze), regia di Carol Reed (1956)
- Il gobbo di Notre Dame (Notre Dame de Paris),
regia di Jean Delannoy (1956)
- La legge, regia di Jules Dassin (1958)
- Anna di Brooklyn, regia di Vittorio De Sica e
Carlo Lastricati (1958)
- Sacro e profano (Never So Few), regia di John
Sturges (1959)
- Salomone e la regina di Saba (Solomon and Sheba),
regia di King Vidor (1959)
- Va nuda per il mondo (Go Naked in the World),
regia di Ranald MacDougall (1961)
- Torna a settembre (Come September), regia di
Robert Mulligan (1961)
- La bellezza di Ippolita, regia di Giancarlo
Zagni (1962)
- Venere imperiale, regia di Jean Delannoy (1963)
- Mare matto, regia di Renato Castellani (1963)
- Strani compagni di letto (Strange Bedfellows),
regia di Melvin Frank (1964)
- La donna di paglia (Woman of Straw), regia di
Basil Dearden (1964)
- Io, io, io... e gli altri, regia di Alessandro
Blasetti (1965)
- Le bambole (ep. Monsignor Cupido), regia di
Mauro Bolognini (1965)
- L'amante italiana (Les Sultans), regia di Jean
Delannoy (1966)
- Le piacevoli notti, regia di Armando Crispino e
Luciano Lucignani (1966)
- Cervantes, regia di Vincent Sherman (1966)
- Hotel Paradiso, regia di Peter Glenville (1966)
- La morte ha fatto l'uovo, regia di Giulio Questi
(1967)
- Stuntman, regia di Marcello Baldi (1968)
- Buona Sera, Mrs. Campbell, regia di Melvin Frank
(1968)
- Mash, la guerra privata del sergente O'Farrell
(The Private Navy of Sgt. O'Farrell), regia di Frank
Tashlin (1968)
- Un bellissimo novembre, regia di Mauro Bolognini
(1969)
- Stasera: Gina Lollobrigida RAI TV (1969)
- E continuavano a fregarsi il milione di dollari
(Bad Man's River), regia di Eugenio Martín (1971)
- Peccato mortale, regia di Rovira Beleta (1972)
- Le avventure di Pinocchio, regia di Luigi
Comencini (1972) sceneggiato TV
- Un ospite gradito... per mia moglie, regia di
Jerzy Skolimowski (1973)
- Falcon Crest (1984) Serie TV
- Deceptions (1985) Film TV
- La romana, regia di Giuseppe Patroni Griffi
(1988) Film TV
- Les cent et une nuits de Simon Cinéma, regia di
Agnès Varda (1995)
- Una donna in fuga (1996) Film TV
- XXL, regia di Ariel Zeitoun (1997)
- Box Office 3D - Il film dei film, regia di Ezio
Greggio (2011), nel cameo finale
Film e documentari su Gina Lollobrigida
- Le dee dell'amore (The Love Goddesses)
documentario di Saul J. Turell - filmati di
repertorio (1965)
- Gina Lollobrigida. Un simbolo
italiano nel mondo, regia di Gina Lollobrigida
(documentario del 2008)
- Schuberth - L'atelier della
dolce vita, regia di Antonello Sarno (2011)
Documentario
Doppiaggio:
Gina Lollobrigida amava effettuare il proprio doppiaggio per
conto proprio, cimentandosi in ruoli sia in lingua francese che in
italiano.
Però in alcune prime sue pellicole egli non recitò con la sua
voce; infatti riportiamo qui svariate doppiatrici dell'attrice:
Dhia Cristiani in Enrico Caruso, leggenda di una voce, Miss
Italia, Anselmo ha fretta
Adriana Parrella in Fanfan la Tulipe, Le belle di notte, Vita da
cani
Rosetta Calavetta in Follie per l'opera, Achtung! Banditi!
Lydia Simoneschi in Cuori senza frontiere, La città si difende
Andreina Pagnani in Campane a martello
Clara Bindi in Altri tempi
Gina in “ Enrico Caruso”, doppia nel canto il piccolo Maurizio Di
Nardo, il quale veste i panni di Caruso da piccolo.
“Il tesoro dell'Africa” inizialmente vedeva la Lollo doppiarsi in
lingua madre ma poi la pellicola subì un ridoppiaggio
successivamente.
Discografia:
- 1955 - ‘A frangesa/Ideale/La spagnola/Pourquois
ne pas m’aimer?/Vissi d'arte (Fono Film Ricordi,
R-0003, EP 7")
- 1969 - Roma, Roma, Roma/Fra te e me
confidenzialmente (Carosello, CI 20233, 7")
- 1971 - Nel mio orto/Prendimi tu (RCA Italiana,
PM 3623, 7")
Onorificenze:
- Accademico d'Onore dell'Accademia delle Arti del
Disegno -
Firenze
- Grand'Ufficiale dell'Ordine al merito della
Repubblica Italiana — Roma, 27 aprile 1987. Di
iniziativa del Presidente della Repubblica.
- Ufficiale dell'Ordre des Arts et des Lettres —
Parigi, 1985.