A Teatro percorrendo l’Italia
TEATRO
Le origini del teatro –
soprattutto quello drammatico – si perdono nel tempo: i papiri egiziani
riportano storie legate all’antico Egitto con rappresentazioni religiose
e mitologiche di Osiride, di Horus, …precorrendo di parecchi secoli
il più conosciuto teatro greco le cui rappresentazioni più antiche risalgono
al V secolo a.C. e trovano in Aristotele uno dei più rappresentativi
estensori soprattutto di tragedie che provocavano nello spettatore emozioni
talmente forti da portarlo alla catarsi.
Con Sofocle, Eschilo ed
Euripide le tragedie si trasformarono in drammi di contenuto satirico
e comico pur conservando la drammaticità delle esecuzioni.
Ad Aristofane, invece, si
deve la commedia attica satireggiante della società del tempo.
A Roma il teatro assunse
molti spunti dalla commedia di Aristofane dando vita alla commedia palliata,
cioè in costume greco e alla commedia togata ambientata, invece, nell’antica
Roma; i nomi più espressivi: Plauto, Terenzio, Seneca…
Nel basso medioevo, il teatro
tornò, per i suoi contenuti rappresentativi, alle origini: la trama
religiosa era il filo conduttore anche perché le rappresentazioni avvenivano
nelle chiese.
Fu a Firenze, nel quattrocento,
che il gusto letterario e quello dello spettacolo finirono per prevalere
sul gusto spirituale e religioso; la Mandragola di Macchiavelli, i drammi
pastorali del Tasso sono solo esempi del fenomeno che si estese in tutta
l’Europa per oltre due secoli.
In Spagna autori come Lope
de Vega, Calderon de la Barca; in Inghilterra Marlowe, Webster, Shakespeare;
in Francia Corneille, Racine, Molière; in Italia Goldoni con il suo
teatro ora in dialetto ora in lingua, Alfieri con le sue tragedie ora
classiche ora preromantiche; in Germania Goethe, Schiller sono solo
alcuni fra i tanti nomi da ricordare in un teatro che ormai da molto
tempo ha sostituito la immobilità delle maschere con le movenze di comunicazione.
Nella seconda metà del XIX
secolo e all’inizio del XX secolo altri grandi nomi pongono l’impronta
del teatro moderno: il norvegese Ibsen, lo svedese Strindberg e il russo
Cechov, l’italiano Pirandello, il tedesco Brecht; il primo salito agli
albori per l’esaltazione della libertà d’essere se stessi contro l’ipocrisia
e i compromessi; Strindberg per aver portato sulle scene nuove forme
teatrali improntate al pessimismo e alla tragica ossessione che attanaglia
l’uomo; Cechov per aver introdotto nelle rappresentazioni la psicologia
dell’uomo in crisi; Pirandello che partendo da un contesto borghese
ha fatto emergere la crisi d’identità dell’uomo contemporaneo; Brecht,
massimo esponente dell’espressionismo, che ha conferito al teatro una
funzione educativa evitando il ricorso al puro sentimentalismo.
Oggi l’evoluzione del teatro
non è ancora completa, è ancora dedicata alla sperimentazione di nuove
forme e alla ricerca di novità tutte dirette al coinvolgimento del pubblico
quasi come una nostalgia dell’epoca in cui il teatro antico era un rito,
una festa, un avvenimento di cultura intellettuale.
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