"La notte delle fate"
Una serata sulle ali di atmosfere musicali ed
evocative in grado di richiamare fate, folletti, elfi e gnomi fuori
dai loro nascosti rifugi, in una sorta di incontro collettivo per instaurare
tra palco e pubblico un legame tanto magico quanto terreno, che possa
attingere ad una tradizione a tutt’oggi viva e pulsante.
"La notte delle fate" è un sincretismo
di poesia, tradizione, musica e danza: mentre le coreografie dei danzatori
dell’accademia di GENS D’YS impegnano lo sguardo dello spettatore, intento
a seguire il tamburellante e trascinante ritmo dei loro passi, l’orecchio
viene colpito e risvegliato dalle raffinate sonorità dei Greenoch, accompagnate
dal canto di Cecilia Gonnelli; subentrano verso la metà dello spettacolo
suoni liquidi e melodiosi, delicati ma vibranti grazie a Vincenzo Zitello
e alle sue due arpe, tali da lasciar risuonare nelle pause un silenzio
più fitto e denso, che avvolge l’intero teatro.
Non mancano - come è d’obbligo in tale atmosfera
– le uillean pipes di Massimo Giuntini, che accompagnano le cornamuse
di Raffaello Simeoni, in un tripudio di sonorità che testimoniano l’intento
di condurre lo spettatore in una notte senza tempo, inserendolo in un
contesto che attinge ora all’antico e al medievale, ora al moderno,
sempre con un richiamo alla tradizione mista all’originalità.
Uno spettacolo che testimonia un processo di valorizzazione
delle radici della cultura celtica, secondo l’intento del regista Giorgio
Calcara, che non ha nascosto - in occasione di questa "prima" tenuta
il 27 marzo a Roma al Teatro Vittoria – una forte emozione, unita all’orgoglio
di aver riunito tanti personaggi su un unico palco per creare un angolo
di sogno, grazie ad un disegno che si ispira al magico che è dentro
ognuno di noi, portando un’eco celtica in un luogo geografico e culturale
dove le radici più prossime rimandano al classicismo latino. "Il
pubblico potrà divertirsi con le danze e potrà riflettere con le poesie,
ma soprattutto potrà dar libero sfogo alla curiosità": questo il
progetto che anima il regista nel far viaggiare attraverso l’Italia
questo spettacolo.
La realizzazione di un Cd con brani tratti da
questo spettacolo è una delle tante iniziative proprie dell’associazione
Fairylands – promotrice dell’evento- e di Calcara stesso: ciò testimonia
dunque un’attenzione particolare alla musica contemporanea, per tener
conto delle innovazioni sonore che rendono fertile qualsiasi esempio
di "contaminazione musicale": contaminazione può del resto definirsi
anche l’idea di accostare musica e testi, grazie ai versi declamati
da Marco Mete (la voce italiana di Robin Williams), tratti da opere
di Yeats, Shakespeare, Milton e dell’immancabile Tolkien.
Un’annotazione particolare va all’originale idea
per la parte finale della serata: come si confà ad una vera festa celtica,
lo spettacolo si conclude con una danza che coinvolge gli spettatori,
guidati dai ballerini che scendono dal palco e affiancano ragazzi, adulti
e bambini, in un girotondo che racchiude l’intero teatro, attivi nella
coralità di un legame che attraverso l’arte e l’improvvisazione di passi
semplici e tradizionali, lascia un’eco che rimane scolpito nell’animo.
Alessandra Giordani
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