Sabrina
La Storia
Thomas Fairchild lavora come autista privato alle dipendenze della ricca
famiglia Larrabee, che vive in una grande villa di Long Island a circa
30 miglia da New York. E ha una figlia adolescente, Sabrina, perdutamente
innamorata di David Larrabee, il rampollo scapestrato della casa. Ma
non è ricambiata: infatti per lui essa sembra quasi non esistere. Sabrina
accetta la proposta del padre di recarsi per qualche tempo a Parigi,
presso una nota scuola di cucina, per imparare un mestiere, ma soprattutto
per dimenticare David.
Partita come ragazzina timida e impacciata, frequentando gente d'alto
rango ritornerà come donna affascinante e di gran classe, ammaliando
David e rischiando di rovinare il suo incipiente matrimonio con una
ricca ragazza dell'alta borghesia locale. Qui interverrà Linus, il fratello
maggiore di David, che, motivato dalla necessità di salvare il matrimonio
per ragioni economiche, cercherà di conquistare il cuore di Sabrina,
riuscendo solo ad ingarbugliare ulteriormente la situazione in un modo
imprevedibile.
La commedia
L’imporsi dell’amore
del giovane su quello dell’anziano è un elemento primario della “sophisticated
comedy” legato al modello Cenerentola. La sorpresa del finale, con il
trionfo di Linus, è una delle caratteristiche principali della commedia:
Sabrina ama non ricambiata David; David s’innamora di Sabrina quando
lei non lo desidera più; Linus odia Sabrina e per allontanarla da David
finisce per innamorarsi perdutamente di lei.
I personaggi ideati
da Samuel Taylor e portati al successo da Wilder nel film Sabrina
mantengono in questa versione teatrale inalterati il fascino e le
loro caratteristiche.
La favola di Sabrina-Cenerentola
inizia con “C’era una volta….”, e prosegue con la trasformazione
della ragazza in una principessa per fare in modo che Linus-Principe
Azzurro se ne innamori. Un gioco di essere e apparire: Sabrina
si traveste da donna di classe mentre Linus si maschera da persona dal
cuore di pietra; l’uomo crea anche un fanta-mascheramento raccontando
la storia di un suo amore giovanile che lo ha profondamente deluso.
Sabrina è una commedia
che offre momenti di grande divertimento. Un susseguirsi di situazioni
che ci portano, in maniera allegra e spensierata, verso l’inevitabile
happy end che, seppur scontato come in ogni favola che si rispetti,
ci lascia divertiti e felici.
Eppure questo spettacolo
è anche una grande prova di attori. E la nostra compagnia è composta
da attori che hanno voglia di prendervi per mano e portarvi a sognare
con loro.
Note di regia
La piccola vedetta di Long
Island
Di fronte ad una bella e famosissima
commedia come si deve comportare chi ha deciso di metterla in scena?
Se poi si tratta di Sabrina, con precedenti illustri e celebrate
icone (come Audrey Hepburn, Humpery Bogart e Billy Wilder o più
recentemente Harrison Ford e Julia Ormond), ci si ritira in buon ordine
o si cerca una strada almeno diversa dai predecessori?
Abbiamo ricordato sempre l’introversa
infanzia di Sabrina su e giù per gli alberi di casa Larrabee da dove
spia la famiglia dei ricchi e dei potenti, lei orfana di madre e figlia
dell’autista di casa. Proprio questa piccola vedetta di Long Island
si contrappone alla Sabrina che dopo cinque anni si ripresenta cambiata
in bellezza, fascino, sicurezza acquistati in Europa: a Parigi.
Dall’albero è scesa fino al centro
del prato, dove diventa il perno di tutte le storie d’amore di denaro
e di relazione che animano casa Larrabee; andrà avanti navigando a vista
fino a laurearsi a pieni voti nel corso accelerato di vita pratica e
sentimentale in modo romantico ma concreto e non certo convenzionale.
La scelta di accentrare il mondo
femminile in questo particolare personaggio comportava la prelazione
proprio di questo ruolo attivo della protagonista che si rapporta così,
esclusivamente ai personaggi della casa dei ricchi industriali: il burbero
patriarca, i due figli diversi ma analoghi, la zia svampita e il padre
di lei, chauffeur di casa bizzarro e riguardoso deus ex machina della
fiaba a senso unico.
Tutte le altre persone sono come
eclissate dal ritorno di Sabrina; si parla di loro come di personaggi
secondari, mentre i rapporti tra la giovane e gli altri sono trama e
racconto insieme, tramutando il giardino di delizie e dei ricordi,
in un giardino di supplizi, dove amore e matrimoni
spesso non vanno a braccetto, lasciando il passo agli affari e alla
pratica ostinata del cinismo che maschera però a sua volta una
voglia di affetti di verità.
Sabrina, come la Sabrina
dei versi di J. Milton, è salvatrice, illumina angoli bui delle vite,
con un’allegra autocoscienza imprendibile da parte degli “uomini”
perché privi dell’entusiasmo della vita che la giovane ormai ”donna”
Sabrina, ha capito e afferrato, non permettendo in futuro un legame
di routine con i ruoli già predefiniti. Sabrina sceglierà
autonomamente ma dentro le regole del gioco “a suo modo”,
con dei “distinguo”. Basterà per una quasi felicità?
Abbiamo quindi deciso per una
messa in scena tutta giocata sul filo dei sentimenti contrastanti. Uno
spettacolo che mette sotto i riflettori gli attori, chiamati non soltanto
a “interpretare” un ruolo ma anche a dare spessore e credibilità a storie
e vicende che solo apparentemente sono ambientate nel 1940. Romanticismo,
cinismo, idealismo e concretezza fanno parte della vita di tutti, in
ogni epoca.
Ma Sabrina è anche
e soprattutto una favola. Una dolce avventura romantica che ci suggerisce
che in fondo non si deve mai smettere di sognare.
fonte: Comunicato STAMPA TEATRO TRAIANO di Fiumicino
in occasione della rappresentazione di Sabato 30 Settembre 2006 e Domenica
1 Ottobre 2006
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