Carmen
La storia della lirica,
si sa, ha riservato tante “stranezze”. Una di queste è Carmen: un
clamoroso insuccesso per l’opera tra le più acclamate oggi. Questo
ciò che accadde all’opera che andò in scena la prima volta il 3 marzo
1875 all’Opéra-Comique di Parigi.
Tre mesi esatti dopo,
il 3 giugno, Bizet morì per problemi cardiaci (a 37 anni) probabilmente
indebolito da un evento che aveva curato in ogni minimo particolare
tanto da consegnarlo, diremmo oggi, alla storia dell’Opera come uno
dei più grandi capolavori. All’epoca erano troppi gli elementi non ancora
accettati dal pubblico-sovrano che decretava successi o fiaschi.
Non piaceva la trama
zeppa di briganti, zingari e personaggi di dubbia moralità.
L’opera stessa fu accusata
di “immoralità” e la musica fu sprezzantemente e negativamente connotata
come una non meglio definibile “musica dell’avvenire”. Ogni riedizione
dell’opera, che ha subito qualche rimaneggiamento praticamente per ogni
teatro in cui veniva rappresentata, ha apportato anche confusioni, come
l’adozione in alcune occasioni di un libretto italiano (in ossequio
ad una tradizione melodrammatica che legava quasi indissolubilmente
i termini “Opera-Italia”).
Ma Carmen è opera francese
per eccellenza (il cui definitivo e travolgente successo, sempre a Parigi,
avvenne otto anni dopo la prima) costruita nello stile “Comique”, cioè
con dialoghi anche recitati affianco alle parti musicali.
La storia che oggi
consegna Carmen a noi, è una storia piena di travisamenti, rimaneggiamenti
ma, a parte il livellamento della durezza di personaggi come quello
di Don José, o il modellamento di altri personaggi moralmente “esemplari”
come Micaëla (un contraltare buono di Carmen) promessa sposa di José,
nulla ha modificato la natura più intima e vera della Carmen concepita
da Bizet.
Il compositore creò
personaggi e situazioni del tutto nuovi e moderni, di cui simbolo è
l’audace Carmen.
Forti tinte che fanno
della Spagna (mai visitata dall’autore) un luogo della passionalità
e della psiche, dell’istinto, dello scontro tra uomo e donna, della
lotta tra moralità e peccato, tra amore e odio. In tutto questo Bizet
dispiega la sua continua invenzione musicale e la sua genialità drammatica,
l’accorta riappropriazione e l’uso di temi popolari.
fonte: comunicato stampa dell'Opera Giocosa emanato in occasione
della rappresentazione tenutasi venerdì 10 e sabato 11 novembre 2006
al Teatro Chiabrera di Savona
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