L’eleganza del riccio
di
Muriel Barbery
Trama:
In una Parigi
sonnolenta,quasi vittima della sua routine, un condominio dell’alta
borghesia diventa il crocevia dei destini di una portinaia e di una
ragazzina di dodici anni.
Entrambe nascondono il
loro vero “Io” al resto del mondo ma il loro incontro cambierà tutto
grazie anche all’aiuto di monsieur Ozu, un facoltoso uomo d’affari
giapponese e nuovo inquilino del condominio.
Recensione:
L’eleganza del riccio è
una delle poche opere che lasciano il segno, uno dei lavori più
interessanti degli ultimi cinque anni nel panorama letterario europeo.
Un romanzo entrato
dalla porta di servizio, senza troppi clamori che ha saputo suscitare
fin da subito grandi consensi sia di critica che di pubblico, come non
se ne vedevano dai tempi di Gabriel Garcià Marquez con il suo “Cent’anni
di solitudine”.
In un mondo frenetico
come il nostro, che tende all’alienazione dell’Io, questo libro
rappresenta una guida per riappropriarsi di se stessi e per comprendere
un po’ di più il senso della vita.
Leggendo quest’opera è
come se il mondo rallentasse e riuscissimo finalmente a comprendere ciò
che realmente ci circonda e che fino ad oggi abbiamo dato per scontato.
Le due protagoniste, la
giovane Paloma Josse e la portinaia Renée Michel, ricoprono i ruoli di
allievo e maestro ma in un modo assai diverso dai canoni classici.
Elle, pur facendo parte
di mondi antitetici, rappresentano l’essere umano nella sua totalità;
quello che non si ferma alle apparenze del mondo metafisico che lo
circonda ma che va alla ricerca della conoscenza pura, in questo caso,
attraverso la filosofia e la letteratura.
Entrambe indossano una
maschera, non tanto per nascondersi dal mondo, ma per proteggersi da
esso; così facendo, però, perdono a poco a poco la percezione di chi
sono veramente.
L’incontro tra le due
protagoniste (soprattutto lo smascherarsi a vicenda) permette a Renée
non solo di accompagnare Paloma nel suo viaggio di formazione alla
scoperta della vita ma allo stesso tempo di compierne uno parallelo e
personale che la porta alla riscoperta di se stessa.
In questo rapporto si
inserisce poi monsieur Ozu, il nuovo coinquilino del palazzo; egli può
essere considerato il personaggio chiave della storia poiché consentirà
un salto di qualità nel legame fra le due protagoniste che permetterà,
ad ognuna delle due figure femminili, di arrivare alla loro personale
rivelazione finale.
E’ interessante notare
la decisione dell’autrice circa la nazionalità del nuovo inquilino;
la Burbery ha scelto la
nazionalità nipponica non a caso piché essa rappresenta l’incontro tra
l’Occidente e l’Oriente, un simbolico Yin e Yang attraverso il quale
possiamo finalmente comprendere la totalità di noi stessi.
In definitiva l’opera
della docente francese, può essere considerata come un piccolo Bignami
di letteratura e filosofia (l’autrice infatti è docente di filosofia);
un lavoro che, nonostante le tematiche trattate, non è rivolto ad un
pubblico ristretto ma è adatto a tutti poiché i temi e le riflessioni
sulla vita, affrontati nel testo, non analizzano le disquisizioni dei
grandi filosofi ma fanno riferimento alle piccole cose che accadono
nella vita quotidiana di ogni persona.
Premi per L’eleganza del riccio:
-
2006 : Prix Georges Brassens
-
2007 : Prix Rotary International
-
2007 : Prix des libraires
-
2007 : Prix des Bibliothèques
pour Tous
-
2007 : Prix Vivre Livre des
Lecteurs de Val d'Isère 2007
-
2007 : Prix de l'Armitière (Rouen)
-
2007 : Prix « Au fil de mars » (Université de
Bretagne-Sud)
-
2007 : Prix littéraire de la Ville de Caen
2007
|