CULTURA
I Greci identificavano la cultura
con il termine paidéia, cioè l’educazione proveniente dalle "buone
arti" (poesia, eloquenza, filosofia…) capaci di esprimere nell’uomo ciò che
egli è e deve essere.
I Latini (e in tal caso vale
citare Cicerone), invece, associavano il concetto di cultura al termine
humanitas individuando un comportamento ideale che l’uomo raggiunge per
mezzo della sapienza: "l’uomo è colto perché sa".
Concetto, questo, che non tiene
conto delle arti, dei mestieri, del lavoro manuale il cui esercizio era
riservato alle classi inferiori e agli schiavi; in altre parole, per i Romani,
la cultura era intesa come un tipo di educazione fondata su arti liberali cioè
capaci di formare l’uomo libero.
Solo il Rinascimento fa emergere
l’ideale classico della cultura nella sua interezza e nel concetto che: "È vera
sapienza quella in cui l’uomo realizza pienamente se stesso".
Ed in tal senso è cultura tutto
ciò che include la conoscenza, le credenze, l’arte, la morale, il diritto, il
costume e qualsiasi altra capacità e abitudine acquisita dall’uomo come singolo
e come membro della società.
Viene quindi a perdersi quel
concetto eminentemente aristocratico ereditato dall’antichità per assumere
invece, un significato tale da abbracciare tutte le discipline che necessitano
di una preparazione specialistica; accanto quindi alla cultura classica si
affianca la cultura popolare cioè l’insieme di prodotti consci e inconsci creati
dal popolo che possono essere identificati nella lavorazione dei materiali,
nelle poesie e nelle canzoni o nelle ballate tramandate oralmente, nei valori e
modelli culturali predominanti nel gruppo sociale.
Trova spazio anche la cultura di
massa ossia quella prodotta in un particolare momento storico: all’emergere
dell’industrialismo, della tecnologia, momento in cui le classi sociali
contadine hanno abbandonato la campagna per "inurbarsi" con la disgregazione
della vecchia cultura di appartenenza e l’assoggettamento ad una cultura che
quasi mai s’identifica con i valori e i modelli culturali dei gruppi sociali che
la recepiscono attraverso i moderni mezzi di comunicazione (radio, cinema,
televisione, giornali).
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