FESTE Giorni della Memoria E RICORRENZE
quando la gioia si sposa con la
tradizione
L’usanza di suddividere il tempo in periodi e di celebrare,
con speciali riti, il giorno o i giorni che separano un periodo dall’altro
si riscontra in tutti i gruppi umani.
Formalmente le festività realizzano la differenziazione
del tempo, oltre che per i riti che vi hanno luogo, mediante la prescrizione
di un comportamento diverso da quello usuale o profano: s’indossano vesti
speciali, ci si astiene dal lavoro, da alcuni cibi o bevande…; spesso al
lavoro subentra il gioco o lo svago oppure il riposo o il relax di una passeggiata
disintossicante.
Presso i Greci le festività erano insieme civili e religiose
per il sentimento indissolubile che le univa; fra le più importanti erano
le Olimpie dove i giochi olimpici che si celebravano ad Olimpia ogni
quattro anni richiamavano il concorso di partecipanti provenienti da tutto
il mondo; le Dionisie in onore di Dioniso Eleuterio e che si tenevano
in marzo-aprile di ogni anno ai piedi dell’Acropoli dove era il teatro di
Dioniso, e davano origine a gare fra tragediografi; le Lenee che
si tenevano in gennaio-febbraio di ogni anno in celebrazione della torchiatura
del vino.
Per i Romani erano i Saturnali che, celebrati
in onore di Saturno, ricorrevano ogni anno verso la fine del mese di dicembre
e duravano sette giorni.
Nel mondo moderno si distinguono sopratutto le festività
religiose e quelle civili ma vengono anche altre distinzioni come le festività
popolari che sono spesso celebrate in forme tradizionali, che si mantengono
vive tra il popolo e interessano il folklore, la storia, la religione in
quanto testimonianze di un modo di vivere che altrimenti sarebbe destinato
ad essere perduto; o anche le festività locali come quelle del Santo patrono
o quelle delle cinque giornate di Milano, ….
Oggetto delle festività cristiane è la celebrazione di
Dio e dei grandi avvenimenti religiosi; le prime festività sono quelle che
commemorano e fanno rivivere gli avvenimenti della salvezza attuata da Cristo.
La maggiore festa cristiana è la
Pasqua perché esalta la pienezza
dell’opera redentrice di Cristo; essa è seguita da cinquanta giorni, considerati
come "un sol giorno di festa e di letizia" e terminanti con la Pentecoste.
Le altre festività dell’anno sono come un riflesso della
luce che irradia dalla Pasqua; perciò la festività "primordiale" è la domenica,
commemorazione settimanale della resurrezione di Cristo e della vita nuova
da Lui portata e partecipata al cristiano nel battesimo; viene, poi, il
Natale, giorno della natività e l’Epifania con la partecipazione
dei Magi.
Le festività civili di carattere commemorativo o dinastico
– non senza un elemento religioso almeno in origine – risalgono all’epoca
delle grandi monarchie e con il secolo 19° quando ogni Stato creò la sua
festa nazionale spesso commemorativa della Indipendenza.
Con il diffondersi delle dottrine socialiste e con il
movimento dei lavoratori si è sempre più generalizzata la festività del
1° maggio; con il diffondersi del fascismo, in antitesi alla "festa del
lavoro" si è celebrata e si celebra, ancora a Roma il 21 aprile di
ogni anno, la festività relativa al "Natale di Roma".
Situazioni che ondeggiano fra tradizione e religione
come la festa della mamma, del papà, dei nonni e la
festa degli innamorati San
Valentino hanno purtroppo assorbito molto la spinta del
mondo della pubblicità e del consumismo che ovviamente non risparmia
neanche le festività "storiche".
Non vanno trascurati i "giorni della memoria" come il giorno dedicato alla
Shoa e quello
dedicato alle Foibe,
giorni che di gioia e festosità hanno ben poco ma tuttavia, essendo dei
momenti di profondo ricordo, servono a riflettere sulle debolezze e le
carenze dello spirito umano.
Le festività popolari che sono testimonianze oltre che
fenomeno culturale del modo di vivere di una popolazione, molto spesso rappresentano
una sopravvivenza di antichi riti legati all’agricoltura, alla marineria,
al misticismo, alle stagioni, …; e si associano divertimenti, giochi, e
altre manifestazioni come fiere, mercati, processioni o anche costruzioni
di "macchine" come i "carri sacri" per i ceri di Gubbio o i gigli di Nola;
i "giganti" di Messina; i "carri allegorici" per il carnevale di Viareggio,
di Putignano, di Cento, di Sciacca, …
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