Cinema: Casting, recitazione, attori e attrici, case di produzione, registi rubrica di CORRERENELVERDEONLINE

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Cinema: Casting, recitazione, attori e attrici, case di produzione, registi

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FEDERICO FELLINI

Federico Fellini (Rimini 1920 – Roma 1993) è stato un importante sceneggiatore e regista cinematografico italiano; la sua produzione è considerata come una delle più importanti del cinema di tutti i tempi.

Nel 1940 Fellini si trasferisce a Roma per dedicarsi agli studi di Giurisprudenza; nello stesso tempo si dedica alla scrittura giornalistica, collaborando con giornali umoristici, ed inizia a collaborare con l’EIAR (Ente Italiano Audizioni Radiofoniche), scrivendo copioni e presentazioni di programmi musicali. In questo ambiente Fellini entra in contatto con Aldo Fabrizi, Marcello Marchesi, Erminio Macario e Giulietta Masina, sposata dal regista nel 1943.

Nello stesso periodo Fellini si avvicina al mondo del cinema, scrivendo le battute di alcuni film interpretati dall’attore Macario.

Durante gli anni della Prima Guerra Mondiale Fellini collabora alle sceneggiature di alcuni film di discreta qualità. Il lavoro da sceneggiatore porta in breve tempo il futuro regista a scrivere alcuni capolavori del neorealismo italiano: Roma città aperta (nomination al Premio Oscar 1947 per la Miglior Sceneggiatura Originale, insieme a Sergio Amidei), Paisà (nomination al Premio Oscar 1950 per la Miglior Sceneggiatura Originale, insieme a Alfred Hayes, Sergio Amidei, Marcello Pagliero e Roberto Rossellini), In nome della legge, La città si difende, Il delitto di Giovanni Episcopo, ed altri.

Nel 1951 Fellini esordisce alla regia con il film Luci del varietà, insieme ad Alberto Lattuada. L’anno successivo Fellini dirige Lo sceicco bianco, realizzandone anche la sceneggiatura insieme a Tullio Pinelli ed Ennio Flaiano.

Nel 1953 Fellini realizza Vitelloni, storia della vita di provincia che trova nella rappresentazione sfaccettata e fantasiosa una chiave di lettura autobiografica. Proprio l’autobiografia rappresenta un filo conduttore di questa prima trilogia (Luci di varietà, Lo sceicco bianco e Vitelloni); se nel primo film il mondo dell’avanspettacolo trova riscontri con l’esperienza personale del regista, nel secondo il mondo dei fumetti rimanda a certa attività del giovane Fellini, mentre nel terzo il mondo della provincia rimanda all’adolescenza dell’autore.

Nel 1954 Fellini ottiene il primo Premio Oscar della sua carriera con il film La strada, storia di due artisti che attraversano l’Italia durante il dopoguerra. Con i successivi film del 1955 (Il bidone) e 1957 (Le notti di Cabiria, premiato con il David di Donatello per il miglior regista ed il Premio Oscar al miglior  film straniero) si inaugura una nuova trilogia; l’autobiografismo presente nella prima cede il passo alle considerazioni morali sull’esistenza umana, il tutto sempre osservato con piena partecipazione morale e sentimentale; la realtà viene dilatata fino a suggerire interpretazioni spiritualistiche.

L’estro e la fantasia del regista, presente in questa nuova trilogia così come in altri film, sembrano voler comunicare in modo nuovo con lo spettatore, raccontando ansie e desideri, angosce e speranze. La poetica simbolistica dei primi film si trasforma ora in una visione distaccata del reale, attraverso una visione personalissima e fantastica che mette in discussione gli schemi formali e le regole dello spettacolo cinematografico.

Questo nuovo atteggiamento di Fellini si rintraccia soprattutto nel successivo La dolce vita (1960, per questo film Fellini ha ricevuto il David di Donatello come miglior regista); le vicende di un giornalista-scrittore a caccia di notizie scandalistiche in una società corrotta  ed in preda ad una crisi di valori superano la situazione autobiografica per descrivere la ricerca dell’essenza della vita, pura e inarrivabile come la protagonista del film.

Nel 1963 Fellini realizza 8 ½ (Premio Oscar al miglior film straniero), film considerato come l’opera più matura del regista; il film narra  la storia di un regista incapace di terminare il proprio film, il tutto raccontato con toni non realistici e con continui barocchismi che superano l’autocompiacimento per trovare, nelle scelte formali, un punto di forza per molti autori del cinema degli anni ’60.

La grande capacità del regista di dar corpo alle fantasie ed ai sogni trova piena manifestazione anche nelle opere successive; il suo stile si presenta sempre in bilico tra la norma e la mistificazione, tra l’eccesso e la sincerità. Il gusto per lo sberleffo accompagna sempre l’analisi profonda della società contemporanea e dell’animo umano.

Nel 1973 Fellini realizza Amarcord (David di Donatello per il miglior film nel 1974 e Premio Oscar al Miglior Film Straniero nel 1975); le situazioni ed i personaggi rimandano alla giovinezza riminese del regista, il tono della narrazione si fa più poetico e fantasioso, procedendo su schemi non consueti.

Nel 1990 Fellini realizza il suo ultimo film, La voce della luna (tratto da Il poema dei lunatici di E. Cavazzoni). Le vicende ed i personaggi rimandano ad una cultura ormai lontana, fatta di estasi e poesia, di sogni e dubbi che non trovano risposte in una società soffocante e piena di frastuono.

Nel 1993 Fellini ha ricevuto l’Oscar alla Carriera.

 

FILMOGRAFIA DI FEDERICO FELLINI

  • La voce della luna (1990)

  • Intervista (1987)

  • Ginger e Fred (1986)

  • E la nave va (1983)

  • La città delle donne (1980)

  • Prova d'orchestra (1978)

  • Casanova (1976)

  • Amarcord (1973)

  • Roma (1972)

  • I clowns (1971)

  • Fellini Satyricon (1969)

  • Block-notes di un regista (1969) – TV

  • Tre passi nel delirio (Histories extraordinaires) (1968) - segmento Toby Dammit

  • Giulietta degli spiriti (1965)

  • 8½ (1963)

  • Boccaccio '70 (1962) - segmento Le tentazioni del dottor Antonio

  • La dolce vita (1960)

  • Le notti di Cabiria (1957)

  • Il bidone (1955)

  • La strada (1954)

  • L'amore in città (1953) - segmento Agenzia matrimoniale

  • I vitelloni (1953)

  • Lo sceicco bianco (1952)

  • Luci del varietà (1950)

 

 

 

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