Architettura Urbanistica e Progettistica rubrica di  CORRERENELVERDEONLINE

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Architettura Urbanistica e Progettistica



Le Corbusier

Le Corbusier, o meglio Charles-Edouard Janneret, nato  a La Chaux-de-Fonds in Svizzera nel 1887 e morto a Cap Martin in Francia nel 1965, è stato uno degli architetti più importanti e famoso al mondo, capace di stravolgere letteralmente ogni tradizionale canone urbanistico. Esponente di quello che viene definito come "International style", nella sua lunga e fortunata carriera, si pose come obiettivo quello di pensare e progettare lo spazio urbano, in modo che le città potessero accogliere agevolmente le grandi masse di lavoratori in edifici capaci di rispondere alle esigenze di una vita collettiva ed individuale, all’insegna del comfort e della sicurezza ergonomica.

Dal 1906 al 1914 viaggiò in numerosi paesi europei, soggiornando a Vienna, dove venne in contatto con gli ambienti della Secessione viennese, a Berlino, e nel 1907 in Italia, dove visitò le principali città traendone spunto per un’accurata storia sulle architetture del passato, che rielaborò in seguito per la realizzazione delle sue opere, servendosi degli schizzi e degli appunti che si era procurato. Le Courbusier amava conciliare i vecchi stili con i prodotti industriali, che egli stesso riconosceva come alta espressione di una civiltà contemporanea, che imparava a riscoprirsi come una nuova età dell’oro. Così mentre il razionalismo rinascimentale imponeva planimetrie geometriche, sottoponendo ad esse le esigenze degli abitanti, il razionalismo lecorbusieriano si rivelava "funzionale", attento a conciliare gusto e novità con le esigenze degli abitanti.

L’architettura era per lui "il gioco sapiente rigoroso e magnifico, dei volumi assemblati nella luce", dove lo spirito vitalistico si manifestava attraverso eccessi totalizzanti, composizioni azzardate che sfuggivano ad un’ analisi razionale. Membro fondatore dei Congrès Internationaux d'Architecture moderne, fu uno dei primi a comprendere come l'automobile avrebbe modificato il volto delle città, descrivendo infatti la città del futuro come un immenso "agglomerato di costruzioni isolate". Si immaginava la città composta da grandi edifici abitativi a pianta cruciforme, allontanati dalle strade, e immersi nel parco, sollevati da terra mediante piloni, in modo che i giardini oltre che sulla copertura degli edifici, si trovassero anche sotto di essi.

Le strade dovevano essere differenziate a seconda del tipo di traffico, da quello veloce a quello lento e capillare, e su livelli diversi. Insomma un progetto urbanistico disposto in superblocchi, con il quale potersi sbizzarrire pensando l’architettura urbanistica come un gioco. Ed infatti il "gioco" era una costante nella creatività di Le Courbusier, che tentava di realizzare il gioco attraverso i suoi stessi elementi: i volumi intelligibili, quali la sfera, il cubo, la piramide, il cilindro, il prisma, il cono, e la luce che li rendeva manifesti. Assemblati fra loro generavano delle risonanze, delle fughe architettoniche, che Le Courbusier chiamava "oggetti a reazione poetica". L’estetica, l’arte, risiedevano proprio nel manifestarsi di questa infinitezza del compiuto.

Progettò per Parigi, Rio de Janeiro, Montevideo, San Paolo del Brasile e Algeri., prevedendo non più singoli grattacieli, ma enormi edifici che attraversavano la città come grandi viadotti rettilinei, a croce o curveggianti, così da realizzare vasti panorami e un'ampia illuminazione. Tra le opere più importanti che progettò troviamo: 1928 Villa Savoye, Poissy-sur-Seine Francia, 1945 Unité d'Habitation di Marseille Marseille, 1950 Cappella di Notre Dame du Haut Ronchamp Francia, 1952 1959 una serie di edifici a Chandigarh India (Haute Cour, Museo e galleria d'arte, Secretariato), ed infine 1961 Carpenter Visual Arts Center, Harvard University,Cambridge, Massachusetts.