VITRUVIO
Marcus
Vitruvius Pollio
(80 a. C. – 23 a. C.) è stato un importante
architetto ed ingegnere romano; a lui si deve l’unica opera
latina di architettura giunta sino a noi, il De architectura,
opera in 10 libri che tratta di materiali, costruzioni,
geometria, idraulica, macchine da guerra, etc. (l’opera è
dedicata all’imperatore Ottaviano Augusto).
Poche sono le
informazioni circa la vita professionale di Vitruvio; di certo,
fu al servizio di Giulio Cesare come responsabile delle
macchine belliche. In epoca imperiale, la sua opera fu
particolarmente apprezzata dall’imperatore Ottaviano Augusto,
che gli affidò la gestione e la revisione delle macchine
belliche di cui erano dotate le legioni romane (il X libro del
De Architectura, La Meccanica, raccoglie notevoli
informazioni riguardo le macchine da attacco e da difesa).
Grazie ad Ottavia, sorella dell’imperatore,
Vitruvio ricevette numerosi incarichi nella realizzazione di
molte opere (grazie alla sua opera, l’imperatore gli concesse un
vitalizio).
Per secoli la
sua opera è stata una insostituibile fonte per l’architettura
occidentale; a Vitruvio, infatti, si riconosce la capacità di
aver trasformato l’architettura in un nuovo sapere tecnico
capace di elevare la tecnica ad una vera e propria scienza.
Secondo
Vitruvio, l’architetto è un intellettuale capace di modellare lo
spazio secondo i requisiti dell’utilitas, firmitas e venustas;
in quest’ottica, il corpo umano diventa il parametro per
valutare funzionalità, bellezza e struttura di ogni opera
architettonica. Secondo un’interpretazione aristotelica,
l’architettura diventa imitazione dell’ordine naturale.
Il nuovo sapere
tecnico di Vitruvio porta a nuovi precetti che stabiliscono
principi e legami delle parti architettoniche: l’ordinatio
riguarda la proporzione ed il ritmo tra le parti; la
dispositio porta ad un preciso ordine tra gli elementi; la
symmetria garantisce l’equilibrio dell’insieme.
Per Vitruvio,
“il perfetto artefice” deve conoscere la letteratura, il
disegno, la storia, l’ottica, la medicina, etc
L’architettura
viene divisa dall’autore in sei categorie: Ordine (Ordinatio),
Disposizione (Dispositio), Armonia (Eurythmia), Proporzione (Symmetria),
Decoro (Decor), Distribuzione (Distributio).
Per secoli il
De architectura è stato il principale manuale dei costruttori e
la maggiore fonte di tutti gli autori di architettura.
Nel periodo
storico che ha portato alla riscoperta ed alla reviviscenza
della cultura artistica e letteraria greca e latina, il
Rinascimento, l’opera di Vitruvio ha goduto di notevole fortuna.
Nel 1414
l’umanista Poggio Bracciolini, già “scopritore”, di alcune
orazioni di Cicerone, porta a nuova luce il trattato di Vitruvio
ritrovato nella biblioteca monastica di Montecassino.
Da allora, il
De Architectura è stato considerato da numerosi studiosi, da
Leon Battista Alberti ad Andrea Palladio, da Sebastiano Serio a
Claude Perrault, quale summa del sapere classico
sull’architettura.
Ma i pensieri
di Vitruvio hanno avuto particolare importanza anche in
matematica e nello studio delle proporzioni umane. Leonardo da
Vinci realizzò il suo uomo vitruviano partendo proprio
dalle considerazioni contenute nel terzo libro del De
Architectura; Leonardo dice infatti che "Vetruvio architetto
mette nella sua opera d'architettura che le misure dell'omo sono
dalla natura distribuite in questo modo. Il centro del corpo
umano è per natura l’ombelico; infatti, se si sdraia un uomo sul
dorso, mani e piedi allargati, e si punta un compasso sul suo
ombelico, si toccherà tangenzialmente, descrivendo un cerchio,
l’estremità delle dita delle sue mani e dei suoi piedi."
In questo
cerchio descritto da Vitruvio, Leonardo riesce da inserire anche
un quadrato che tocca mani e piedi del disegno, così da far
rientrale la figura dell’uomo proporzionata in queste due figure
geometriche.
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