BIBLIOTECA DI CASAMARI
Le origini della biblioteca
di Casamari risalgono al Medioevo e si deve a San Benedetto, primo abate
dell’Abbazia, la fondazione della biblioteca. L’impostazione della regola
di S. Benedetto indicava infatti la lettura di testi come primari nella
giornata del monaco e questo fu fondamentale per la creazione del primo
nucleo della raccolta di Casamari.
Gli Abati che si successero
diedero un ulteriore contributo alla raccolta e aumentarono le acquisizioni
della biblioteca. Tra gli esemplari più notevoli che si ricordano, possiamo
senz’altro citare il "Charatarum Casaemariense", una raccolta di copie di
documenti riguardanti le varie Abbazie ad opera, alla fine del 1400, dello
studioso Gian Giacomo De Uvis, creatore del cartario per incarico dell’Abate
commendatario Giuliano Della Rovere. Un altro testo di enorme valore che
si ricorda è la "Glossa alle istituzioni di Giustiniano", oltre a vari incunaboli
e libri sacri. Purtroppo nei secoli la pregevole raccolta fu dispersa soprattutto
per il decadere dei costumi dei monaci benedettini, che ne dispersero i
testi. Il malcostume era talmente noto che costrinse i papa Eugenio III,
nel 1152, a sostituire i monaci benedettini con quelli cistercensi.
La biblioteca riprese
la sua attività con i monaci del nuovo ordine che acquisirono e ricopiarono
numerosi testi ma con il passare dei secoli ancora una volta la collezione
fu dispersa e diverse acquisizioni furono distribuite fra le ricche famiglie
nobili, soprattutto in virtù della istituzione del "commendatario", figura
istituita nel 1430 da papa Martino V. Questi monaci, che avevano la gestione
e la responsabilità delle biblioteche, invece di preservare e custodire
con maggior rigore le varie raccolte, le distribuirono invece ad amici e
parenti, per questo molte opere sono diventate proprietà delle famiglie
Colonna ed Albani. Basti pensare che alla fine del ‘500 si operò un censimento
di tutte le opere contenute nelle biblioteche religiose ad opera della Congregazione
dell’Indice e risultò che Casamari possedeva solamente 140 volumi di cui
80 religiosi.
Nel 1717 i Trappisti si
sostituirono al precedente ordine e nuovamente diedero un nuovo impulso
alla biblioteca di Casamari copiando testi sacri e cronache dell’Abbazia.
Ma nuovamente la raccolta subì un grave colpo con l’avanzata napoleonica
che nel 1811 sopprime gli istituti monastici causando la chiusura della
biblioteca.
Nel 1824 Don Colombano
Longoria riordina la biblioteca di Casamari.
Nel 1850 Pio IX abolisce
la figura del "commendatario", ma nonostante tutti gli apporti, l’archivio
di Casamari fu disperso.
Ricordiamo fra le vicissitudini
della raccolta di Casamari, anche la figura dell’Abate della Chiesa di Santa
Croce in Gerusalemme Don Ilario Roncati che prese testi da Casamari per
arricchire la Biblioteca Sessoriana.
L’archivio di Casamari
fu oggetto di studio di vari religiosi ed esperti del campo, tra i quali
citiamo F. Mastroianni e Luigi De Benedetti che operarono ricerche fino
al 1960.
Finalmente nel 1935 fu
inaugurata la nuova biblioteca dopo i restauri ad opera della Soprintendenza
del Lazio e, grazie agli apporti pervenuti da molte biblioteche italiane,
in particolare della Biblioteca Nazionale di Roma, di Lucca, di Genova e
di Padova, la collezione si accresce notevolmente.
Nel 1974 il Ministero
della Pubblica Istruzione consegna la medaglia d’oro ai "Benemeriti della
Cultura e dell’Arte" e, con l’istituzione del Ministero dei Beni Culturali
e Ambientali, si è proceduto a importanti restauri e alla risistemazione
dei locali che sono in costante miglioramento.
fonte: concessione alla pubblicazione di materiale
di archivio del periodico Correre nel verde
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