Biblioteca
Nazionale di Napoli
La Biblioteca Nazionale di Napoli affonda le sue radici addirittura
durante il regno borbonico, per la precisione negli ultimi decenni del
'700, quando si decise che le varie raccolte regali di libri sarebbero
dovute essere riunite dentro il Palazzo degli Studi, attuale sede del
Museo Archeologico della città partenopea.
Nel 1804, il re delle Due Sicilie, Ferdinando IV di Borbone, apre al
pubblico questo spazio librario. Nel 1816 lo spazio, ormai centro
culturale del regno, diviene Reale Biblioteca di Napoli.
Dopo l'impresa dei 1000, e la conseguente annessione al regno d'Italia
(1860) le opere presenti nel Palazzo degli Studi entrano a far parte
della Biblioteca Nazionale.
In questa nuova veste la Biblioteca continua a crescere. Alla sua
collezione riesce ad aggiungere numerosi ed importanti volumi, come ad
esempio quelli provenienti dalla biblioteca teatrale Lucchesi Palli.
All'inizio del XX secolo entra a far parte del "tesoro" della biblioteca
anche l'Officina dei Papiri Ercolanesi, un ente creato da Carlo di
Borbone nel '700 per proteggere, interpretare e salvaguardare i papiri
scoperti dagli scavi di Ercolano.
Una tale crescita, e la grande varietà di prodotti culturali presenti,
rende lo spazio del Palazzo degli Studi piccolo per ospitare questa
biblioteca. Fu Benedetto Croce, nel 1922, a risolvere l'annosa e spinosa
questione trovando la sede del Palazzo Reale, in Piazza del Plebiscito.
Fondamentale, per questo spostamento, è stato anche l'interesse del re
"Vittorio Emanuele III". Per questa ragione tutta la Biblioteca è
intitolata al sovrano savoiardo. Del Palazzo Reale la Biblioteca occupa
l'ala orientale, aggiungendo ai tesori della scrittura presenti nella
collezione, anche importanti opere d'arte del '700.
Grazie all'ampliamento dello spazio disponibile, vengono annesse nuove
collezioni, libri provenienti dal Museo di San Martino oltre che
manoscritti che, grazie al trattato di Saint Germain, vengono restituiti
a Napoli dall'Austria. Inoltre arrivano i libri provenienti dalla
biblioteca Provinciale, quella Brancacciana e dalla San Giacomo.
La seconda guerra Mondiale, con i suoi bombardamenti e con le giornate
di guerriglia realizzate per liberare la città di Napoli dagli occupanti
Nazisti, causa numerosi problemi per le strutture della Biblioteca
Nazionale.
Questo luogo riesce a sopravvivere a questo periodo difficile e
soprattutto ad ottenere restauri, grazie all'impegno e al carisma del
binomio Guerriera Guerrieri e Benedetto Croce.
Nel dopoguerra continuano le acquisizioni, come ad esempio la raccolta
Pontieri e il fondo Doria.
Un'altra tegola per la Biblioteca è il terremoto del 1980, con lo
sgombero di alcune ali della biblioteca che erano a rischio crollo.
A partire dal 1990 la Biblioteca Nazionale di Napoli entra a fare parte
dell'SBN (Servizio Bibliotecario Nazionale).
L'intera struttura ha adesso, come riferimenti istituzionali, il
Ministero dei Beni Culturali e, ovviamente, la Direzione Generale per i
Beni Librari.
Attualmente la Biblioteca si pone come un centro importante per il mondo
della cultura partenopeo e di tutto il sud dell'Italia, con numerose
collaborazioni con enti e l'organizzazione, nella sede, di numerosi
appuntamenti e incontri.
Indirizzo:
Biblioteca Nazionale "Vittorio Emanuele III"
Piazza
del Plebiscito 1, 80132 Napoli
sito web:
http://www.bnnonline.it/
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