SPREAD
Spread
si può tradurre in “scarto” nell'accezione del termine inteso come
differenza senza accezioni negative dunque non una "rimanenza" da
"scartare". Come sempre, nei fatti, soprattutto economici, la parola
anglosassone fa testo e non si traduce.
Si tratta di un termine usato per
misurare il rischio di insolvenza di uno titolo di stato dunque, per
derivazione diretta, l'insolvenza di uno stato sovrano.
Si tratta del differenziale, secondo le valutazioni del mercato
mondiale, tra il rendimento di quel titolo e il rendimento di un titolo
corrispondente di un altro Stato, stato scelto fra quelli ritenuti
economicamente privi di rischio. Nei fatti del 2011, ad esempio quello
fra Grecia (a rischio) e Germania (senza rischio). Ma nulla vieta di
calcolare lo spread fra USA e Cina.
Un esempio può aiutare: immaginiamo un confronto fra
Italia e Germania (esempio di fantasia) e ipotizziamo il rendimento del
BTP (i nostri buoni del tesoro) al 10% e quello del Bund (titoli di
stato Tedeschi) pari al 4%, risulterà che lo spread Fra Italia e
Germania) è di 600 punti (10%-4%=6%).
Lo spread può aumentare per diversi motivi. Facciamo
un caso: il BTP sale e il Bund resta fermo, immaginiamo i BTP a 11%
mentre i Bund restano al 4% il calcolo diviene 11% - 4% = 7%,.
quindi lo spread sale per l'Italia a 700 punti.
Facciamo un altro caso che avviene quando il
rendimento dei BTP resta fermo e quello dei Bund scende. Ad esempio, il
BTP resta fermo al 10%, mentre il Bund scende al 2%, quindi lo spread è
(10% - 2% = 8%) pari a 800 punti.
Un altro caso, molto frequente, è dato dalla mobilità
contemporanea dei due titoli di stato, ovviamente non cambia il modo di
calcolare i punti di spread.
|