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Andy Warhol

Andy Warhol with film camera, 1960 foto ricevuta da  Irma Bianchi Comunicazione in occasione dell'invio del comunicato stampa ANDY WARHOL. THE BOMB evento tenutosi nel novembre 2006 a Padova alla Vecchiato New Art GalleriesEclettico personaggio dalle parrucche argentate e dai lustrini colorati, fotografo e cineasta, promoter di complessi musicali e soprattutto genio indiscusso della Pop Art; Andy Warhol è stato tutto questo nell’arco di quei trent’anni nei quali ha imparato a farsi conoscere e che ne hanno consacrato una carriera inimitabile.

Scomparso nel 1987, il suo nome, la sua fama non sono mai caduti nel dimenticatoio, anzi hanno continuato a vivere nell’immaginario collettivo di quanti, ancora oggi, ne sanno apprezzare l’originale ispirazione e la tagliente ideologia.

Per ricordalo e per celebrare il suo lavoro, molte sono state le mostre che si sono succedute negli anni, ultima quella della Triennale di Milano che ha allestito una mostra dal titolo "The Andy Warhol Show", per ripercorrere tutte le tappe più importanti della creatività dell’artista, partendo dagli anni ’60 fino ad arrivare agli anni ’80 magnificamente rappresentati nella loro visione consumistica, attraverso le scatole dei Corn Flakes e nelle serie delle Coca Cola.

In un viaggio tematico e "mascherato" così come Warhol amava presentarsi per celare il suo lato più intimo e riflessivo sulla labilità della bellezza e l’inevitabile incombere della morte, le prime opere da ricordare sono quelle "pre-pop" degli anni ’50 che testimoniano gli esordi della sua carriera.

Figlio di un emigrante cecoslovacco, Andy Warhol era approdato a New York iniziando a lavorare come vetrinista, per diventare poi grafico pubblicitario di alcune importanti riviste tra cui "Glamour" e "Interviw" fondata nel ’69 e della quale restano una corposa serie di immagini.

Ma il successo vero e proprio era arrivato solo con la fondazione della "Silver Factory", insieme a Billy Name e i primi celebri lavori "collaboration", realizzati con Clemente e Basquat.

Ciò che venne dopo, traspare invece dagli occhi delle dive che si fecero immortalare dal suo obiettivo: Marylin prima fra tutte e poi Liz Taylor e Judith Green e come non citare Jackie Kennedy, i suoi lineamenti freddi e il suo sorriso, spazzato via dal dolore nei giorni bui dell’attentato.

Occhi, sguardi, volti, anime comprese e reinterpretate dallo humor amaro di Warhol e dai suoi colori sempre presenti, sempre accesi e in contrasto come nei ritratti dei vip, Armani, Caroline di Monaco, Grace Jones, appartenenti al filone dei "volti multicolor", emblemi delle mille facce del successo e della società. La vita come la pellicola di un film, come l’obiettivo di una macchina fotografica come un infinito "show" dove i personaggi si alternano, si aggiungono e non scompaiono mai. Lo Show di Andy Wharol appunto, il guru della cultura moderna, e dell’arte cromatica e senza tempo.