Tina Modotti
"Non è indispensabile sapere
se la fotografia è o non è un’arte, ciò che conta è distinguere tra buona
e cattiva fotografia". Lo scrive Tina Modotti nel 1929, all’inaugurazione
della sua prima mostra personale, per spiegare come le immagini possano
incidere sulla società, catturandone ogni aspetto e svelando al pubblico
anche il più recondito messaggio.
Tina è ancora una ragazzina
quando si avvicina per la prima volta alla fotografia, frequentando lo studio
dello zio Pietro Modotti, ma capisce presto che l’obiettivo della macchina
fotografica, può rappresentare uno strumento di indagine e denuncia sociale,
con il quale far sentire la propria voce e i propri dissensi. E proprio
su questo scopo, incentra tutta la sua carriera, dedicandosi a realizzare
opere di grande valore ideologico, ispirate al mondo del lavoro, specialmente
in Messico, paese al quale rimane legata per tutta la vita e dove muore
nel 1942.
Assunta Adelaide Luigia Modotti
detta Tina, nasce ad Udine nel 1896, da una famiglia operaia legata ai principi
del socialismo di fine ottocento, il padre è carpentiere e la madre, Assunta
Mondini, fa la cucitrice.
Dopo un breve soggiorno in
Austria, nel 1913 si trasferisce negli Stati Uniti dove comincia ad appassionarsi
di mostre e di arte, condividendo la sua passione con Roubaix del’Abrie
Richey, detto Robo, poeta al quale rimane legata per cinque anni.
Ammirata per la sua bellezza
e ricercata perfino da Holliwood, Tina Modotti giunge in Messico nel 1922,
anno in cui lo stesso Robo muore di vaiolo. Il Messico la conquista in breve
tempo con il clima culturale e post-rivoluzionario, tanto che Tina stringe
subito amicizia con i grandi nomi della pittura del calibro di Diego Rivera,
si lega al partito comunista messicano ed accresce la sua passione fotografica,
unendosi al fotografo Edward Weston, che le rimane accanto fino al 1926
e dal quale avrà anche un figlio, Chandler. Questo è il periodo in cui Tina
manifesta attivamente il suo impegno politico, partecipa a molte manifestazioni,
e conosce Vittorio Vidali, rivoluzionario italiano ed esponente del komintern.
Le fotografie di Tina diventano sempre più ricercate, sono l’emblema del
popolo messicano, dei lavoratori, dei rivoluzionari stessi; immagini come
lotta politica, una lotta che Tina sostiene accanto ad un nuovo amore Julio
Antonio Mella, giovane rivoluzionario cubano che viene ucciso dai sicari
del dittatore Machado, nel 1928.
Accusata di aver partecipato
all’attentato contro il Capo dello Stato, Tina lascia il Messico, ed inizia
un viaggio che la porta a visitare molte città europee, da Berlino a Vienna,
da Varsavia a Mosca, dove allestisce la sua prima esposizione e dove lavora
come traduttrice e scrittrice di opuscoli politici. Nel 1936 con lo scoppio
della guerra civile in Spagna, si trasferisce a Madrid insieme a Vittorio
Vidali; i due assumono nomi diversi e Tina diventata ormai Maria entra a
far parte insieme al suo compagno del Congresso internazionale degli intellettuali
contro il fascismo, impegnandosi come scrittrice a difesa dei profughi in
fuga.
Torna in Messico solo all’inizio
del 1941, ma ormai la sua carriera di fotografa è terminata. Le ultime foto
che Tina ha scattato sono infatti quelle di Berlino alle soglie del regime
nazista.
Tina muore colpita da infarto
il 5 Gennaio 1942, lasciandosi dietro di sé l’immagine di una donna forte,
indipendente e di grandi aspirazioni politiche.
La maggior parte dei suoi
lavori è conservata in America ed è stata tenuta nascosta fino agli anni
’70, poiché il maccartismo allora, non poteva permettere che fossero conosciute
e ammirate opere nate dalla mente di un’artista, che aveva militato nel
movimento comunista internazionale.
Oggi quelle fotografie hanno
acquistato un nuovo valore, facendo riaffiorare il ricordo di una donna,
Tina Modotti, che nella sua vita da emigrante, è riuscita a conciliare lavoro,
passioni e ideali.
Medaglione fotografico
con la madre Assunta Mondini, nel centro e i figli (dall'alto in senso orario):
Jolanda, Mercedes, Tina, Benvenuto, Gioconda, Giuseppe
Tina Modotti accanto
alle sue opere, Università di Città del Messico 1929
Una delle pochissime fotografie
che si conoscano di Tina Modotti in Unione Sovietica, fotografia di Angelo
Masutti, Mosca, 13 giugno 1932
|