Tullio Farabola
Uno tra i più famosi
fotografi italiani del ‘900 è sicuramente Tullio Farabola.
Figlio d’arte, infatti
suo padre era proprietario di uno studio a Milano, ed era anche il
fotografo ufficiale della curia ambrosiana, Tullio entrò nella bottega
paterna nel 1939.
Lo scoppio della seconda
guerra Mondiale vede il giovane impegnato, grazie alle sue conoscenze
tecniche, come operatore per l’Istituto Luce.
Dopo l’8 settembre 1943 e
l’inizio della guerra civile nella penisola, Farabola decise di
schierarsi dalla parte dei partigiani, divenendo il fotografo
documentarista delle formazioni di guerriglieri del nord Italia.
La guerra, con i suoi
bombardamenti, distrusse lo studio paterno. Il Farabola non si abbatté
ed aprì una nuova società: la Farabolafoto.
Con la nuova società il
Farabola cercò di creare un prodotto che, oltre a fare del
fotogiornalismo, provvedesse anche a divenire un archivio della vita
milanese dell’epoca.
Nel suo lavoro si nota
una certa ironia e disincanto con le quali sceglie le immagini per
descrivere la città meneghina nel dopoguerra, con i suoi personaggi e le
sue contraddizioni.
Nel primo decennio del
Duemila la Farabolafoto arriva ad essere uno dei più grandi archivi
fotografici italiani.