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Anne Geddes

Anne Geddes nasce a Queensland, stato federato dell’Australia nord-orientale, nel settembre del 1956.

È una fotografa professionista di fama internazionale che scopre il suo stile poco più che ventenne, quando, con una macchina fotografica di famiglia, scatta le sue prime foto che risultano sì composte di una struttura elementare, ma  già cariche di un fulmineo impatto visivo.

I soggetti delle sue rappresentazioni fotografiche sono i bambini ai quali  l’artista australiana sembra conferire un nuovo volto rispetto all’impostazione classica e rigida che solitamente ritraeva queste creature: lo scenario delle opere infatti è spesso naturalistico e fiabesco al contempo e celebra il convincimento dell’autrice secondo il quale si ha il dovere di magnificare la vita e la nascita dei bambini poiché essi vanno amati, difesi e nutriti.

I colori pastello vengono prediletti dalla fotografa che però non disdegna il bianco e nero, tecnica semplice ed essenziale con la quale può accendere l’emotività dello spettatore.

La sensibilità e l’attenzione che il vasto pubblico della Geddes manifesta per i temi da lei prediletti rendono la fotografa molto attenta alla scelta dei soggetti da immortalare e dello scenario da ricostruire, oltre all’interesse dimostrato per l’andamento del mercato che la spinge a documentarsi continuamente ed a leggere mensilmente un numero consistente di riviste e giornali di ogni tipo.

I protagonisti del suoi scatti dunque, sono neonati o al massimo bambini fra i sei e gli otto mesi, di varie etnie che posti sul set vengono coccolati nel vero senso della parola dallo staff della Geddes, si presta la massima attenzione alla loro cura, alla loro sicurezza e al fatto che la madre sia lì vicina a due passi, elemento imprescindibile vista la sensazione di pace e benessere che traspare dalle foto.

L’estrema imprevedibilità che contraddistingue soggetti del genere fa si che molti degli scatti studiati a tavolino dall’autrice vengano completamente stravolti, ma a detta della stessa fotografa sembra quasi che questo sia un bene: dopo molti anni di esperienza e di lavoro è la prima ad essere convinta che i “fuori programma” rendano la foto migliore e veramente unica.

La preparazione del set fotografico richiede un impegno di molte settimane, a volte di mesi, tutto è progettato con particolare cura ed attenzione e l’uso delle luci viene studiato utilizzando dei bambolotti di dimensioni reali.

Artigiani e stilisti collaborano sul set con la Geddes contribuendo con il loro lavoro e la loro professionalità sia per gli elementi costitutivi della scena sia per i dettagli e le sfumature.

Al momento dello scatto sono riservati pochi secondi ed ancora oggi viene utilizzata la pellicola e non la macchina digitale, pressoché sconosciuta pare sia la pratica del fotoritocco.

Inizialmente le sue foto sono state diffuse in Australia e Nuova Zelanda, oggi il lavoro di Anne Geddes è presente in ottanta paesi ed il suo è diventato un vero e proprio marchio che firma non solo fotografie ma varie tipologie di prodotti : oggetti di cartoleria, album fotografici, persino una linea di abbigliamento per neonati nata con l’osservare quanta difficoltà i genitori trovino nel vestire velocemente i figli sul set e parallelamente quanto i bambini ne vengano infastiditi.

L’artista australiana è anche autrice di una serie di libri venduti in tutto il mondo e tradotti in ventitrè lingue,  alcuni di questi  testi sono diventati bestseller arrivando a toccare tre milioni di copie vendute: Pure, Miracle, Cherished Thoughts With Love, Down in the garden e Until Now sono alcuni tra i titoli più conosciuti.

Inoltre, parte degli introiti derivanti dal suo marchio sono stati devoluti alla lotta contro gli abusi sui minori in vari paesi; oggi Anne Geddes ha fondato una vera e propria O.N.G. : la Geddes Philanthropic che opera a sostegno e difesa della vita e della dignità dell’infanzia in Australia, Nuova Zelanda, Stati Uniti ed Inghilterra.