| Musicisti, cantanti, compositori, gruppi, interviste PINK FLOYD Il gruppo del Pink Floyd nasce in Inghilterra nel 1965 grazie all’incontro di tre studenti universitari, Roger Waters (nato nel 1944), Roger Keith Barrett (detto Syd e nato nel 1946 e morto nel 2006), Rick Wright (nato nel1945) e Nick Mason (nato nel 1945). Il nome della band è preso in omaggio a due bluesman americani molto apprezzati da Barret, primo vero leder del gruppo: Pink Anderson e Floyd Council. La casa di produzione Emi, dopo aver ascoltato la band in alcuni locali udreground di Londra, decide di mettere sotto contratto gli artisti. Così, tra il 1966 e il 1967 i Pink Floyd riescono a pubblicare due singoli di successo e poi un album, The piper at the gates of dawn, dando così inizio alla loro lunga carriera. Il successo immediato dei Pink Floyd supera facilmente i confini della Gran Bretagna, così, nel 1968, il complesso britannico sbarca a Roma, per suonare al Piper, storico luogo d’incontro per i giovani amanti di musica della capitale. Peccato che per la band non c’è molto tempo per godersi la gioia del successo: il leader del gruppo, Barret, con evidenti problemi psichici non riesce più ad essere presente a se stesso. La band, per sopravvivere, è costretta a sostituirlo con un nuovo chitarrista, David Gilmour (1946). Barret per un breve periodo prova a rimanere a contatto con il gruppo nelle vesti solo di autore, ma con l’aggravarsi delle sue condizioni psichiche, è costretto ad abdicare pure in questo ruolo più marginale e con meno pressioni. Senza più l’apporto di Barret, il gruppo prova ugualmente a far uscire il secondo album. L’opera dei Pink Floyd si intitolerà A saucerful of secrets. In questo Lp, nel tentativo di sopperire all’assenza dell’ex compagno malato, nei panni di autori si cimentano un po’ tutti i componenti del gruppo, anche se inizia a prendere corpo la leadership di Waters, autore di molti testi. La prima differenza che si nota in questa nuova formazione è l’abbandono delle tecniche psichedeliche estreme di Barret e un avvicinamento al rock classico. Nel 1969 i Pink Floyd si cimentano nella collaborazione al cinema, infatti in questo anno scrivono la colonna sonora dei film More di Schroeder e di Zabriskie Point di Antonioni. Sempre di quest’anno è l’album Ummagumma, in cui oltre che i grandi successi live del gruppo vengono presentati dei brani in cui i componenti del gruppo cercano nuove strade sperimentali da solisti utilizzando i loro rispettivi strumenti. Nel 1970 il gruppo auto produce l’album Atom heart Mother, un lp in cui le lunghe suite dei musicisti vengono arricchite da un apporto orchestrale. Interessante è sicuramente il film, Live a Pompei, del 1972: si tratta della registrazione filmata di un concerto senza pubblico suonata dalla band tra le rovine dell’antica città distrutta dal Vesuvio. Il 1973 è l’anno del trionfo per i Pink Floyd, esce The dark side of the moon, un album in cui vengono a riunirsi tutte le tecniche sperimentate dalla band, e che raccoglie un successo unanime sia in America che in Europa, in questa opera si riesce a notare l’apoteosi della leadership di Waters, ormai assunto a ruolo di guida del gruppo. Merita sicuramente una citazione l’album del 1977 Animals, un Lp di denuncia, dove però, come fece Orwell, nella fattoria degli animali, le persone da biasimare sono sostituite da animali. L’anno è il 1979 e tutto il pianeta s’innamora dell’album The Wall. Lo straordinario Lp ha la peculiarità per cui ogni brano è strettamente collegato con quelli vicino. L’opera segue un filo conduttore: narra dell’alienazione dell’uomo e del problema dell’incomunicabilità. The wall potrebbe definirsi un romanzo di canzoni basato sulle problematiche della rockstar Pink. Memorabile in questo album la canzone Anothr brick in the wall, con il coro dei bambini durante il ritornello. Ispirato da quest’opera, nel 1982 uscirà anche un film, dal titolo appunto The Wall, in cui si cerca di portare la storia dell’Lp dalla musica allo schermo. The wall è l’ultimo vero successo della band inglese,nel 1983 esce l’ultimo album con la formazione classica della band, The final cut. Mai nessun titolo fu più profetico. Le divergenze che dividono Waters da una parte e Gilmour dall’altra sono ormai una spaccatura insanabile e non c’è altra via di uscita che la separazione. Questa non avviene senza problemi, anzi, Waters vorrebbe sciogliere il gruppo e non far più utilizzare il marchio Pink Floyd, Gilmour invece vorrebbe mantenerlo per sé e la parte restante della band. La disputa si risolve in tribunale, dove ha la meglio Gilmour, che potrà utilizzare il marchio Pink Floyd. La stella del gruppo esce un po’ offuscata dalla vicenda, e nel periodo successivo non escono grandi successi dalla nuova formazione, nata dalla defezione di Waters. Un evento importante come il Live aid 8, del 2005, uno spettacolo di beneficenza per aiutare i Paesi africani, in cui in contemporanea e in collegamento mondiale suonano vari e famosi musicisti, ospita un momento emozionante. Dopo 24 anni, suonano di nuovo dal vivo i Pink Floyd con Waters in formazione.
Discografia Piper At The Gates Of Dawn (Capitol, 1967) A Saucerful Of Secrets (Capitol, 1968) More (Capitol, 1969) Ummagumma (Capitol, 1969) Atom Heart Mother (Capitol, 1970) Meddle (Capitol, 1971) Relics (anthology, Capitol, 1971) Obscured By Clouds (Capitol, 1972) The Dark Side of The Moon (Capitol, 1973) Wish You Were Here (Capitol, 1975) Animals (Capitol, 1977) The Wall (Capitol, 1979) The Final Cut (Capitol, 1983) A Momentary Lapse of Reason (Columbia, 1987) Delicate Sound of Thunder (live, Columbia, 1988) The Division Bell (Columbia, 1994) Pulse (live, Columbia, 1995) Is There Anybody Out There? (EMI, 2000) Echoes (antology, Capitol, 2001) |
|
|