CARLA MATTII: WHITE PROJECT
Le
evoluzioni scientifiche degli ultimi anni se da una parte ci hanno portato
ad una società del benessere in cui tutto o quasi è reso possibile, dall'altra
ci hanno fatto perdere dei fondamentali punti di riferimento. Coordinate
che rappresentavano se non altro il limite dell'intervento dell'uomo sulla
natura. Al giorno d'oggi questo limite si è spezzato; riusciamo a creare
ibridi e cloni, come l'intervenire sul nostro corpo per avere un aspetto
migliore o semplicemente più giovanile è diventata un'operazione di banale
routine.
Questa quotidiana possibilità
di intervento, di strutturazione e destrutturazione sulla natura, è il perno
centrale della riflessione di Carla Mattii.
I soggetti scelti sono i
fiori, carnosi e affascinanti, che vengono sottoposti al bisturi
elettronico dell'artista che li seleziona e li divide ricomponendo degli
ibridi fotografici in cui calici, petali corolle e steli danno vita a elementi
nuovi. Ibridi fisiologicamente improbabili ma allo stesso tempo talmente
credibili e vivi da sembrare veri.
L'azione
non si ferma però alla bidimensionalità di un "oggetto fiore" racchiuso
in un "oggetto quadro" da appendere alla parete, ma esce dai pixel dello
schermo di un computer per invadere il nostro spazio tridimensionale. Stavolta
i fiori sono vivi, piantati in un habitat sotterraneo e controllato
o vengono innestati con delle protesi artificiali sulle quali si sviluppano
prendendo forme diverse da quelle che avrebbero in natura.
Una riflessione sull'artificiale
e sul naturale che si confondono e fondono fino a diventare indistinguibili
e imprescindibili l'uno dall'altro. Una riflessione che vuole coinvolgere
il pubblico direttamente, come negli I.R.I.S, che fanno parte di una serie
di kit da modellismo in resina sintetica in cui ogni elemento di cui si
compone un fiore e staccabile e assemblabile con infinite possibilità di
variazione.
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