Giancarlo Aleardo Gasparin
Biografia:
Gasparin
è pittore professionista e restauratore a cui l’intenso lavoro quotidiano
lascia poco tempo alla produzione di opere destinate ad esposizioni. Peraltro,
la sua raffinata tecnica pittorica, che si ricollega alle esperienze dei
grandi maestri del passato, richiede lunghi tempi di esecuzione. Eppure,
per Gasparin, “La fretta è nemica dell’arte”, come recita il cartiglio
appeso nel suo studio, in via San Tommaso 20, dove si respira l’atmosfera
della bottega rinascimentale.
Lo
stesso percorso formativo dell’artista conferma l’assonanza con i modelli
della Classicità.
Alle
deludenti aule accademiche, egli preferisce gli studi di stimati pittori:
prima Sergio Tappero Merlo, esperto conoscitore delle tecniche degli antichi;
poi il prof. Mario Caffaro Rore, allievo di Giacomo Grosso; quindi il prof.
Gregorio Calvi di Bergolo, che gli trasmette l’amore per la pittura di paesaggio
dell’Ottocento en plein air.
La
frequentazione di questi maestri gli consente di raccogliere quella secolare
cultura tecnica che negli stessi anni andava perdendosi negli ambienti istituzionali
d’insegnamento, sacrificata all’imperativo della sperimentazione innovativa.
La
vasta biblioteca del suo studio testimonia l’interesse per la pittura antica:
il Rinascimento italiano, ma anche il Settecento e l’Ottocento, i fiamminghi
(Rubens soprattutto) e gli olandesi.
“A
volte - ammette - mi sento un po’ come quei cuochi che vanno a rintracciare
antiche ricette che nessuno ricorda più e poi le ripropongono così com’erano”.
In
particolare lo affascina Leonardo. Proprio seguendo i precetti del grande
maestro, Gasparin disegna la sua “impresa” (ciò che oggi chiamiamo
logo) che esprime l’essenza della sua personalità di artista: l’ostinata
tensione alla perfezione, perseguita in speciale disposizione di astrazione
spirituale e tramite la rigorosa padronanza delle tecniche e degli strumenti
dell’arte.
Nature
morte, ritratti, paesaggi, sono le principali occasioni di questo impegno
ostinato di ricerca, in cui il disegno ha ruolo essenziale nel percorso
di imitazione selettiva e trasfigurante della realtà.
A
questa severa impostazione, risponde la scelta della tecnica pittorica indiretta:
l’accurato disegno a carboncino costituisce il riferimento per la preparazione
a monocromo che risolve lo studio del chiaro-scuro modulato finemente soffondendo
con cura le pennellate; sul monocromo ben asciutto, sono applicati i colori
a velature trasparenti.
Questa
è la tecnica privilegiata da Gasparin, come lo fu dai maestri del Cinquecento,
per l’efficacia nel conseguire fluida accuratezza mimetica e profondità
plastica. A questo indirizzo risponde anche la scelta del supporto: non
la tela, ma la tavola che - preparata con la giusta imprimitura,
ben levigata e rigida - non crea intralci alle successive operazioni della
pittura indiretta, specialmente alle fasi di velatura e sbozzo.
Fonte: comunicato stampa inviato da Camilla Torre in
occasione della mostra personale del pittore torinese Giancarlo Aleardo
Garparin tenutasi dal 04 al 25 marzo 2006 presso la Galleria d’Arte Fogliato
di Torino (Via Mazzini 9)
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