Dario Mellone
Dario
Mellone nato a Bologna nel 1929 e trasferitosi presto a Milano al seguito
dei genitori, impara la pittura da autodidatta e frequentando i corsi serali
all’Accademia di Brera.
Nel 1950, a Milano, avviene
il decisivo incontro con Dino Buzzati, che lo vuole subito come disegnatore
per la Domenica del Corriere.
L’attività di disegnatore,
svolta da Mellone con una straordinaria capacità di rendere le variegate
forme della realtà cittadina, segue in maniera contigua quella di pittore,
in un reciproco scambio che conduce a notevoli risultati.
Dario
Mellone, infatti, è stato disegnatore e illustratore per il “Corriere della
Sera”, ma ha coltivato la passione per la pittura con un’autonomia linguistica
e una spiccata riservatezza caratteriale, interrotta soltanto da qualche
episodio espositivo, come le personali alla Galleria Braidense nel 1978
e nel 1987, al Museo di Milano nel 1980 e alla Compagnia del Disegno di
Milano nel 1995.
Il percorso
espositivo coprirà un arco temporale che va dal 1965, fino agli anni Novanta,
testimoniando le varie fasi dell’iter creativo di Mellone, dalle Figure
nello spazio alle ultime, intensissime Teste.
La rassegna
attraversa poi la stagione delle Città, dall’aspetto fantascientifico,
e approda alle Teste polimateriche, agli originali Uomini-prigione
e alle variazioni sul tema della testa che raccontano con grande ricchezza
pittorica la complessità della condizione umana nell’epoca del dominio tecnico.
Come
affermava Ferruccio De Bortoli – suo direttore al ‘Corriere della Sera’
– “credo che Dario Mellone avesse commesso il peggiore dei peccati per un
artista: quello di anticipare troppo i tempi”.
Il suo linguaggio, inizialmente
improntato a una forma di “realismo esistenziale” drammatico e sofferto,
ricco di contaminazioni tecniche ed espressive con l’informale, subisce
nel 1967 un primo scarto che produce le Strutture cellulari, sorta
di riflessione astratto-combinatoria sul meccanismo di costruzione e propagazione
delle forme viventi.
L’interesse per la tecnica
e la scienza, oltre che la curiosità sperimentale, avvicina Mellone alla
scultura e al rilievo: nascono le Figure biomorfe (1971), realizzate
con cavetti di plastica che ricordano le composizioni “morbide” di Eva Hesse.
Fonte: Ufficio stampa della città di Spoleto Galleria Civica d’Arte Moderna,
in occasione della mostra “DARIO MELLONE. Antologia”. tenutasi nel settecentesco
Palazzo Collicola dal 14 maggio al 12 giugno 2006.
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