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Walter Ego e il mistero del paparazzo
Di Mastro Titta
E’
il primo anno del nuovo millennio oppure l’ultimo del millennio scorso,
non l’ho mai capito. In ogni modo si tratta del marzo 2000 e ci troviamo
in un locale, di cui mi onoro di aver dimenticato il nome, sito alla Suburra,
il quartiere ove gli antichi romani avevano ubicato tutte le case di meretricio
e dove le meretrici si trovarono così bene che, persino ai nostri giorni,
se ne può scovare più d’una. La persona con una grossa macchia sulla cravatta
di cattivo gusto e che mi sta asfissiando col fumo del suo sigaro si chiama
Cirillo ed è, anche se si fatica a crederlo, un ispettore della polizia.
Accanto a lui, il giovane con la faccia rossa e lo sguardo stralunato non
è un tossico appena arrestato: quello sono io, Walter Ego, un investigatore
privato. Se vi interessa sapere perché sono qui, è perché mi ha invitato
Cirillo che, esibendo il tesserino, non solo non paga mai ma qualche volta
fa anche entrare qualche amico. Se poi posso darvi un consiglio, smettete
di guardare dalla nostra parte e voltatevi di spalle, là dove guardano tutti,
e vedrete anche voi Alexandra, la spogliarellista del Club privato dove
sono stato condotto e da dove me ne andrei volentieri se non fossi ancora
in attesa delle consumazioni che abbiamo ordinato quasi mezzora fa. Fa caldo,
qui dentro. Troppo caldo, troppo velluto, troppe poltroncine rosse, troppo
alcol e troppa gente sudaticcia, quasi tutti in giacca e cravatta. Le donne,
almeno loro, possono stare poco vestite. Alexandra, in particolare, deve
sentire un caldo della madonna, visto come sta finendo di tormentare il
reggiseno di finto pizzo e come lo fa agitare in mezzo alle gambe. Che ci
fa un reggiseno in mezzo alle gambe? Che domande, e allora, le calze della
spogliarellista sulla testa di quello pelato, che ci stanno a fare? Non
oso pensare dove finiranno gli slip tra qualche istante, se Alexandra, dopo
essersele tolte, le tira in mezzo al pubblico, sono sicuro che qualche deficiente
che salta per afferrarle spunta certamente fuori. Almeno nei locali di classe,
quelli dove si fa la lap dance e ti portano da bere quasi subito,
per fortuna le mutande le spogliarelliste non se le tolgono. "Ma dove mi
hai portato?" chiedo seccato al mio amico ispettore. Cirillo non mi ascolta
neppure. E’ scattato come una molla per contendersi col ragioniere della
Cassa di Risparmio gli slip in volo della giovane ucraina. Sicuramente questo
non è un locale di classe. Il mio volto è ormai una maschera di rassegnato
disgusto.
Finisco di bere l’indefinibile
liquore che una cameriera con la cellulite mi ha servito come se mi facesse
un favore e cerco di uscire da quel tugurio sciagurato quando sono raggiunto
da un tizio che, dimostrando veramente un gusto discutibile, da qualche
minuto sembra più interessato a me che alla spogliarellista. Sinceramente
non fremevo dalla voglia di fare amicizia. Almeno non con lui. "E’ lei
Walter Ego?" Faccio segno di si col capo, pronto ad aggiungere di non
avere però una lira, "E’ lei Walter Ego, il famoso investigatore?".
Il giovane in fondo non è antipatico. "Si, sono io, come posso esserle
utile?" "Ho bisogno di lei…" Probabilmente, il solito cornuto che
vuole che gli segua la moglie, penso tra di me, e cerco tra le tasche un
biglietto da visita. "Lo vogliono far fuori, signor Ego, lo sistemeranno…."
Uccidere? Chi? Perché? " L’avvocato. Il suo amico è in pericolo.
E’ una storia lunga, e qui ci sono troppe orecchie….Domani, domani vediamoci
da Rosati a Piazza del Popolo, conosce il posto?"
"Ti ha chiesto
se conosci Piazza del Popolo? Ma da dove viene, da Rocca Sinibalda?"
Monica, la mia socia, ride di gusto. Non credo che ci sia molto da ridere,
in fondo stava parlando di un omicidio, anche se non ho capito bene a chi
si riferisse. "Ma quale omicidio, Walter, hai solo incrociato un ubriaco
troppo eccitato. Secondo me, domani, da Rosati non troverai proprio nessuno.
Invece di perdere tempo in queste stupidaggini, perché non vai a contattare
qualcuno dei clienti che ti ho segnalato? Non posso mica essere sempre io
a portare i soldi a casa!" E ride. Ride sempre, questa maledetta ragazza.
E’ convinta di potersi autodefinire "poco seria" solo perché ridacchia quando
le raccontano barzellette sporche ma intanto continua a non portare la camicetta
trasparente perché le "si vede il reggiseno" (quando il modo migliore per
non farselo vedere sarebbe toglierselo) e si abbassa la gonna ogni volta
che si siede. Detesto le donne che si abbassano la gonna, è una cosa che
mi manda in bestia: sembrano che stiano lì a dirti " non guardarmi le
gambe, brutto pervertito" e tu sei costretto a spostare lo sguardo nel
vuoto, sul soffitto, sulle tue scarpe, sulla poltrona vuota di fronte, sino
a quando non incroci di nuovo il suo sguardo seccatissimo "ma dove cazzo
guardi, frocetto". Monica è una di quelle donne che immaginano che gli
uomini siano sessualmente eccitati dalla loro intelligenza e capacità. Non
sanno rassegnarsi al fatto che siano solo le loro tette. Continua a raccontare
in giro che me la tengo solo perché guadagna un sacco di soldi e perché
praticamente mi mantiene. Ma non è vero. La sopporto solo perché sono un
romantico e perché l’ultima volta che mi sono spogliato di fronte ad un’altra
donna era un medico di guardia del Policlinico.
(2) Ho atteso
inutilmente per oltre due ore. Il mio misterioso cliente non si è fatto
vedere. Tra le altre cose, il caffè Rosati in Piazza del Popolo non è proprio
il luogo più economico per fissare un appuntamento. Il cameriere è già passato
due volte per chiedermi se "desideravo qualcos’altro" oltre il micragnoso
caffè macchiato che giaceva desolatamente ghiacciato nella mia tazzina.
Ad ogni modo, non tutto il male viene per nuocere. Il vicino ristorante
"il Bolognese" comincia, infatti, a fremere di clientela vip o presunta
tale. Mi fa sempre piacere vedere e farmi vedere. Alcuni personaggi della
"Roma che vorrebbe contare" vengono spesso qui con le loro giovanissime
conquiste recenti, quasi tutte reclutate nel mondo dello spettacolo che
fa molti provini ma che lavora poco o mai. Dare un’occhiata alle ultime
novità è sempre utile e, qualche volta, piacevole. Quella diciottenne in
minigonna che, in compagnia del presentatore televisivo, finge di ridere
scompostamente alle sue battute solo per avere l’occasione di toccarlo sulle
gambe è una di quelle scene che, per mia sfortuna, mi capitano sempre quando
non possiedo la macchina fotografica con me. "Io non la scordo mai".
Alzo gli occhi e mi trovo di fronte Egidio, uno dei paparazzi più sciaguratamente
noti di Roma che pubblica foto scandalistiche sia sull’autorevole "Eco di
Roma" che sullo screditato (ma più divertente) "Vizi della Capitale"
"Stavi pensando che avresti voluto avere con te la macchina fotografica,
non è vero" Io non rispondo e, conoscendo i pochi spiccioli che navigano
nelle mie tasche e il proverbiale appetito di Egidio, evito di fargli cenno
di accomodarsi. Lui, naturalmente, si accomoda lo stesso. "Comunque,
se ti può interessare, probabilmente il presentatore è frocio. Sembra che
lo abbiamo scoperto in un cesso della Stazione con un giovanissimo nigeriano.
Secondo me, stanno solo facendo finta. Come quasi sempre, peraltro. La ragazzetta
deve apparire come valletta su Tele97 e una foto piccantina con un volto
noto in questi casi, serve sempre" . Non sono molto interessato a queste
informazioni ma, per compiacenza, sorrido appena. "Cosa hai preso? Un
caffè? A quest’ora sarebbe più appropriato un aperitivo.. cameriere porti
anche un tramezzino tagliato a pezzetti…si, vanno bene anche le pizzette…"
Gli faccio segno che non ho una lira e l’appetito gli passa subito.
Un cappuccino può bastare. "Allora" mi chiede con quel suo sorriso
ebete "a cosa stai lavorando, grande investigatore: chi è la mignotta
e chi è il cornuto?" "Nessuno che conosci" gli dico, già rassegnato
al fatto di non togliermelo di dosso. "Guarda che le persone normali
non vengono mica a pomiciare a Piazza del Popolo, chi viene qui è chi vuole
farsi riconoscere …dai, non rompere le palle, chi è la puttanella? Mentre
parla con me, Egidio continua a guardarsi intorno, sempre all’affannosa
ricerca di qualche volto famoso da immortalare. E finalmente lo vede.
"Cazzo, guarda chi c’è!" L’uomo che mi aveva fissato appuntamento al
Club Privato si era avvicinato titubante al nostro tavolo. Solo a pochi
metri da noi aveva riconosciuto Egidio e dal volto non mi pareva proprio
entusiasta dell’incontro. Dopo un istante di smarrimento, era passato oltre
con decisione. "Chi è? Non mi sembra di conoscerlo" domando manifestando
indifferenza . "Ma dove vivi? Renzo Languarelli Scazzi, il noto finanziere
e play boy. A trentasette anni, è considerato una sorta di "scapolo d’oro"
dei salotti romani. Si dice che abbia una relazione con la figlia dell’Ambasciatore
americano ma, fino ad oggi, nessuno è riuscito a fotografarli insieme. Scusami,
Ego, cerco di seguirlo…non si sa mai!." E scappa via, lasciandomi solo
con i miei dubbi e lo scontrino del suo cappuccino in mano.
L’avvocato Gaudenzio è uno dei pochissimi legali che
conosca che non ha e non ha mai avuto uno studio. Gestisce la proprietà
di una ricchissima ereditiera che vive in Uruguay e le sue uniche faticose
attività consistono nell'inviare un resoconto mensile e nell’attendere l’assegno.
Mi guarda sorpreso e con il volto sconvolto dalla fatica "E mai possibile
che tu venga a scovarmi persino in palestra?" Il ciccione gronda sudore
come una fontana e la sua tutina all’ultima moda è zuppa come se fosse appena
uscito da una doccia. "Che ci posso fare se ti piace tanto venire a sculettare
in questo postaccio pieno di finocchi" rispondo osservando divertito un
paio di eterei ragazzoni che saltellano leggiadramente. "Non è vero che
ci sono froci… insomma… non tutti. Ma non sarai venuto sin qui solo per
confermare la tua idiosincrasia per il fitness. Che cosa mi volevi chiedere?"
Se avevi mai sentito parlare di un certo Languarelli?" Renzo? Certamente.
Chi non conosce Languarelli Scazzi? Giusto uno sfigato che, come te, non
riesce a portarsi a letto neppure la sua bambola di gomma!" E ride,
il trippone. Se non avesse la sana abitudine di farmi ogni tanto qualche
piccolo prestito, lo colpirei molto più duramente del suo massaggiatore.
"Guarda che, nel campo, ho qualche buon fornitore anch’io…" risposi piccato.
Gaudenzio si denudò per infilarsi sotto la doccia che, per fortuna, era
una di quelle a due posti progettate per coppie piene di ormoni o per singoli
come lui pieni di grasso sottocutaneo. "Ti sbagli, Walter…" mi gridò
mentre si insaponava "…Renzo non è un puttaniere. E’ un uomo di pubbliche
relazioni sempre circondato da stupende figliole, modelle, indossatrici,
attricette in cerca di scrittura. Se tu ne vuoi conoscere una – sempre
se tu appartenga al bel mondo (precisò guardando l’investigatore con
una punta di divertito disprezzo) - Renzo te
la presenta. Poi quello che fate sono affari vostri…
"Ho capito…." Tagliai corto ormai esausto di conversare
con un ciccione nudo – e da quanto tempo non vedi queste benefattore dell’umanità?
Altri tre palestrati erano entrati in accappatoio nella
zona docce. Ero l’unico fesso in giacca e cravatta blu scura in mezzo a
quattro adami senza foglia di fico che fingevano di lavarsi per osservare
chi ce lo aveva più lungo. "Da quanto tempo non lo vedo?…Mah, poco, la
settimana scorsa credo…" E di cosa avete parlato?" Di tante cose..
di golf, di barche a vela e naturalmente di donne, anzi di una donna in
particolare. Credo che fosse un’ucraina." "Ti serve una colf?" replicai
ironico guardando quel cinquantenne obeso che si rivestiva. "Una donna
bellissima.. sai cosa mi disse Renzo?" Cosa? " Che
mi avrebbe fatto morire!"
(3) La Questura
sembra un carcere. E le due facce sconsolate dei poliziotti alla porta sembrano
quelle degli ergastolani. "L’ispettore Cirillo? E chi è?" mi rispondono
piacevoli come una rogna per un cane. Faccio da solo. Nessun problema, continuate
pure a difendere l’onesto cittadino. "Sei molto popolare qui dentro!" esordisco
entrando nello sgabuzzino per le scope adattato ad ufficio del valente ufficiale
di polizia giudiziaria "non ti conosce nessuno…" "Siamo in tanti…"
mi risponde Cirillo senza neppure alzare gli occhi dallo sfiatato computer
che stava finendo di dissestare "vorrei proprio che mi spiegassi perché
te ne sei andato all’inglese al Club Privato, lasciandomi solo con un paio
di mutande in mano…" Ho fatto un incontro interessante…" "Più interessante
di Alexandra? Credo, amico mio, che i nostri interessi comincino
a divergere… "Può essere. Cosa sai dirmi di Renzo Languarelli? Mi dicono
che sia una specie di puttaniere di alto bordo, una persona piena di grana
ma sostanzialmente poco pulita…" Tu devi essere scemo Walter…Renzo Languarelli
Scazzi è uno dei migliori amici del Prefetto. Il Questore gli riserva un
posto accanto al suo allo stadio Olimpico ogni domenica e, a quanto dicono
i giornali, è fidanzato con la figlia dell’Ambasciatore americano a Roma!"
Gli vogliono bene proprio tutti a questo signore. Del resto, se fai del
bene al tuo prossimo…"E….che cosa farebbe di mestiere questo amico delle
istituzioni?" "Quello che fanno tutte le persone ricche. Nulla, credo.
Possiede una bella villa sull’Appia Antica. Roba forte. Megacasa, megapiscina,
megaparco…" "….Megagnocche…." "E già…anche le donne non mancano mai.
Possiede diverse agenzie di viaggio, una partecipazione in un autoconcessionario
Jaguar e credo che abbia anche qualche piccolo interesse nei locali notturni.
Ma poca roba, tanto per uscire la sera e far avere qualche biglietto d’ingresso
agli amici. E’ proprietario di un cavallo da corsa che ha vinto un paio
di gare al trotto e fa molta, moltissima beneficenza!"
"Già me lo figuro.
Senti Cirillo, questa dama di San Vincenzo in pantaloni attillati mi ha
fermato l’altro ieri al Club Privato e mi ha detto che assassineranno un
mio amico avvocato. L’unico avvocato che conosco è Gaudenzio ma quello morirà
solo per il colesterolo alto, l’obesità e la follia di far palestra a cinquantaquattro
anni. Chi mai si prenderebbe la briga di assassinarlo quando basterebbe
aspettare pochi anni che la natura faccia il suo corso?" Cirillo rise. "Ma
dai, dovevate essere ubriachi tutti e due!" "Non credo proprio. Mi ha
dato appuntamento per il giorno dopo e si sarebbe regolarmente presentato
se al mio tavolo non si fosse seduto quella piattola di Egidio". "Il
paparazzo?" "Già, proprio lui. Il Languarelli se le data a gambe e io
resto con la curiosità di sapere che cosa voleva che facessi io per quest’avvocato
che qualcuno vuole assassinare. Perché è venuto a dirlo a me se vede il
Questore ogni domenica? " "Già perché?" "Perché evidentemente non
vuole pubblicità. Vuole qualcuno che operi riservatamente…Sai cosa significa
questo?" "Cosa significa?" "Che mi vuole assumere, pagare, finanziare,
insomma dare soldi. I soldi sono gli unici amici di cui sento una maledetta
mancanza.." "Le cose vanno male in agenzia? " " Tutt’altro. Vanno
benissimo. In questo momento, tra me e Monica contiamo ben venticinque clienti!"
"E quanti ne ha Monica?" "Ventiquattro. Insomma tutti. Sono cinque
settimane che non faccio una lira. Se questo Renzo Vogliobeneatutti è così
pieno di grana, mi conviene riacciuffarlo al più presto. Non credo che vogliano
far fuori il vecchio Gaudenzio ma, se lui lo pensa, perché non essere io
a guadagnarsi qualcosa?".
Cirillo mi guarda
senza espressione. Mi accorgo di aver parlato con foga e calda passione.
Sono sempre commovente quando parlo di soldi. "Va bene…" mi dice
dopo qualche istante di silenzio, "ti procurerò il suo indirizzo…"
Grand’uomo il
Cirillo. La mignotte con cui andiamo dicono ridendo che farebbe cilecca
pure con un’overdose di viagra. . forse è vero ma per me è un amico. E gli
amici non te li devi mica scopare.
L a
villa del Languarelli è piuttosto nascosta. Un muro di buganvillee alto
tre metri l’occulta alla vista dei comuni mortali. Neppure dal cancello
si riesce a sbirciare niente. Si legge solo il solito cartello fesso che
invita a stare attenti al cane. Purtroppo non ho portato con me le polpette.
Altrimenti me le mangerei, oggi non ho toccato cibo. Per il cane, ammesso
che esista, vi è sempre la pistola. Entrare in casa d’altri senza essere
invitato è un reato e io non lo compierei mai. Ma, in fondo, è stato il
play boy a dirmi che voleva vedermi e mi deve almeno il denaro investito
nella consumazione al Bar Rosati. Non può certo lamentarsi se gli schiaccio
un pochino dell’erba del giardino. Da ragazzo ero bravissimo a scavalcare
i cancelli ma ormai ho trentasette anni e per poco non lasciavo sulle aste
metalliche alcune tra le mie parti migliori. Tutto è silenzio. Del cane
neppure l’ombra: ormai è un trucco a cui non crede nessuno. Temo molto di
più un guardiano o, almeno, un sistema d’allarme. Ma non sembrano esserci
né l’uno né l’altro. Mi sono bucato i pantaloni, porca puttana. Pazienza,
metterò anche quelli sul conto dell’amico del prefetto.
La finestra della villa è aperta. Nel salone, sulla tavola
troneggia una bottiglia di champagne e due coppe vuote e sotto la tavola
due paia di scarpe: un paio sono da donna. Probabilmente il Languarelli
è in camera da letto a stancarsi con qualcuna delle sue amichette: la vita,
purtroppo, è dura per tutti. Non so cosa sia meglio fare: bussare alla porta?
Ormai sono all’interno della proprietà privata, tanto vale entrare dalla
finestra. E’ naturalmente una cazzata, ma che vi aspettate da uno che dopo
tredici anni di professione ha in tasca solo una tessere per l’autobus e
un preservativo probabilmente scaduto?
La stanza è abbastanza ordinata. Naturalmente, sul pavimento,
come una pista sin troppo facilmente seguibile, vi è un vestito da donna
taglia 40, un reggiseno di quarta misura, un paio di slip. Tutto da donna.
Evidentemente il benefattore dell’umanità fa l’amore vestito ….
"Signor Ego! Purcaputtuanaeva eccheccazzo ci fa qui?"
Il fraseggiare di questo miliardario mi sembra
non diverso da quello dei miei clienti. "Signor
Ego, non mi riconosce? Sono io…lo Zingaro!"
Lo Zingaro era il factotum di Gaudenzio, un povero disgraziato
a cui la vita aveva regalato una sola ricchezza: una faccia da delinquente
da far paura. Sfortunatamente per lui, aveva solo la faccia. Per il resto
non sapeva far nulla, tranne qualche lavoretto in idraulica e falegnameria.
Lo avevo chiamato spesso in passato. Non ricordo però di averlo mai pagato.
Speriamo che abbia poca memoria pure lui.
"E’ stato l’avvocato a mandarla qui?"
mi chiese visibilmente preoccupato. "No. Volevo parlare con Renzo Languarelli
Scazzi. Ha chiesto di vedermi, qualche giorno fa. Ma tu, che ci fai a casa
sua?" "Il dottor Languarelli è partito. Tornerà
dopodomani. Ma lei è sicuro di non aver visto l’avvocato Gaudenzio? "
"Gaudenzio non sa nulla, amore, stai tranquillo. Chi
è questo tuo amico?" Una voce mai udita mi fa girare. Sulla soglia della
camera da letto c’è Alexandra, che sembra aver appena ultimato uno dei suoi
spogliarelli. La guardo. La riguardo. La guardo meglio. La riguardo ancora.
Dopo un po’, non avendo più scuse per guardarla, domando allo Zingaro "quindi..
tra voi…" . La domanda era già assurda ma la risposta è un incubo. "Si,
Signor Ego…" ammise sussurrando quel paginone vivente di Play Boy "siamo
amanti…"
"Ego, stai
dormendo o sei sveglio?" Incredibile che ancora vi siano persone che
fanno domande così imbecilli. Inevitabile la risposta " Prima che mi telefonassi
dormivo magnificamente. Che cos’è che vuoi alle sei del mattino, Cirillo?"
L’ispettore sembrava stranamente imbarazzato. "Il Capo della Mobile vorrebbe
interrogarti!" Cosa vuole quel cerebroleso del tuo capo, un consiglio
dove comprarsi una giacca? Sembra un saccheggiatore di mercatini albanesi.."
"Gli ho dovuto raccontare che hai visto Languarelli e che ti sembrava
sconvolto…" E allora? "E gli ho detto anche che lo hai rivisto in
compagnia di Egidio…" "Il paparazzo? Ebbene…" Lo hanno trovato morto
ieri sera, colpito con una chiave inglese alla nuca e nascosto nel portabagagli
di una Mercedes.." "Come…come lo hanno trovato?" "Morto…" Chi?
Chi hanno trovato morto? " Egidio. " Egidio il paparazzo?" Sempre
lui, sei sicuro di essere sveglio?. "Si, sono sveglissimo. Mi dispiace.
Era un bastardo che godeva a raccontare le sporcizie altrui, in ogni modo
mi dispiace…almeno un po’…credo…" Certo…certo… " commentò Cirillo
" …e non mi chiedi
di chi era la Mercedes?"
(5) Nicola era
il classico esemplare di Capo di una squadra mobile. Una persona che non
vorresti mai incontrare, tanto meno nel suo ufficio, tutto adornato di encomi
per questo o quell’arresto effettuato. "Ma questo tizio per il cui arresto
hai avuto una segnalazione speciale, non risultò poi innocente?" "Qualche
volta la giustizia sbaglia. Si, lo assolsero. Ma io, comunque, fui promosso
lo stesso…" Qualche volta anche l’Ufficio Promozioni sbaglia" commento
sardonico. "Non siamo qui per parlare di questo, Ego, voglio sapere che
rapporti ci sono tra te, il giornalista Egidio e il faccendiere Renzo Languarelli…"
. Guarda un po’ come cambiano le cose al mondo – non posso fare a meno di
pensare – adesso quel paparazzo diventa un giornalista e l’amico del Prefetto
un faccendiere…"Perché non lo chiedi al Questore?" "Cosa c’entra il Signor
Questore?" "Non lo incontrava tutte le domeniche all’Olimpico?" "All’Olimpico
vi sono ottantamila persone…la vedo molto male la tua licenza, caro Ego.
Sarà meglio che smetti di parlare a vanvera e ci dici quello che sai.."
"Con chi gioca la Lazio domenica?" "Non lo so. Cosa c’entra?" "Voglio
vedere se riesco anch’io a sedermi accanto al Questore..dovrò dire di essere
amico del Prefetto? "
Il poliziotto
cominciò a giocare con le sue bretelle di cattivo gusto (come tutto in lui)
e disse minaccioso "Eri in affare con quel puttaniere?" Con chi,
con Cirillo?; Cosa c’entra l’ispettore Cirillo? "E’ l’unico puttaniere
che conosca…". Quella caricatura di poliziotto sospirò e con un ghigno copiato
da Humphrey Bogart , cominciò a giocare con le manette. "Che cosa voleva
Languarelli da te?" "Credo che mi volesse assumere?" "Per far cosa?"
"Non lo so. Penso che volesse informazioni su di un avvocato. Ma non sono
riuscito a parlargli per avere dettagli…" "E’ vero che è impallidito
vedendo, accanto a te, il giornalista?" "Così mi è parso…" "E’ perché
pensi sia impallidito?" "Non ne ho la minima idea…". Nicola fece scattare
con violenza la manetta sul suo polso sinistro, poi, accorgendosi di non
avere le chiavi, fu colto da un lieve moto di imbarazzo. "Certo che…"
mi disse facendomi col capo cenno di andarmene " per essere il titolare
di un’agenzia di informazioni…di informazioni ne possiedi poche…" "Tu
invece come capo della Squadra Mobile di Roma sei perfetto!" risposi con
un sorriso "ci manca solo che adesso tu mi chieda di non lasciare la città!"
"Giusto!" fece Nicola "non lasciare la città!" mi gridò prima
di immergersi nell’affannosa ricerca delle chiavi delle manette.
"Ormai il Languarelli
è incastrato"
commentò amaro Cirillo "hai fatto male a far innervosire il dottor
Nicola. Potresti pagarla caro, lo sai, Walter. "Il tuo capo non saprebbe
svolgere un’indagine per furto d’uova in un pollaio. Per me, lo hanno sempre
promosso solo per toglierselo dalle palle. Dimmi piuttosto qualcosa su quest’omicidio.
"C’è poco da dire. L’auto era del play boy, la chiave inglese veniva
dal kit della stessa e sembra che ci siano le sue impronte. Abbiamo la certezza
che, negli ultimi giorni, i due si siano visti più volte e, infine, il Languarelli
è stato arrestato mentre vagava nei pressi della sua villa e non è stato
in grado di dire dove abbia passato la notte…"
Avete trovato
la macchina fotografica di Egidio? "No, forse non l’aveva portata;"
Come no? Un paparazzo senza macchina fotografica è come una prostituta senza
preservativo. Mai che la Squadra Mobile di Roma sbagli un’indagine….
Perché i telefoni
squillano sempre quando uno sta in bagno? Deve essere una legge fisica,
una specie di fenomeno paranormale che collega l’abbassarsi della tavoletta
con l’impulso lontano di formare proprio il tuo numero. "Pronto? Ciao Monica,
come va? In questo momento mi occupo di un caso di omicidio, avrai letto
i giornali di questa mattina. No. Non paga ancora nessuno…."
Dall’altra parte
del filo, la solita voce professionalamentosa che mi porta sempre alle soglie
dell’impotenza "Lascia perdere i giochi, Walter. Ho preso un caso facile,
facile, proprio nel tuo condominio. Mi hanno già versato l’acconto di cinquecentomila
e quindi cerchiamo di contribuire al pagamento delle bollette, ok?"
E pensare che ci fu un tempo in cui avevo pensato di invitare nel mio letto
questo mostruoso ragioniere delle investigazioni. Dovevo essere molto giovane,
molto sciocco o molto arrapato. "Di quale caso si tratta?" "Un macellaio
che abita vicino a te sospetta che la figlia diciottenne si veda, non proprio
platonicamente, con qualche morto di fame. Insomma, la solita menata…"
Chi è il macellaio?" "Lo dovresti conoscere, si chiama Rossetti e
abita nella palazzina di fronte alla tua. Ha una bella Bmv, nuova, nuova…"
Una Bmv azzurra? "Si, proprio quella…" Una Bmv come quella dello
stronzo che ha graffiato la mia Opel grigia del 1979, un gioiello di antiquariato
automobilistico. "Nulla da fare Monica, la ragazzetta la conosco… riferisci
pure che abbiamo svolto le nostre indagini e che la ragazza è risultata
una mezza ninfomane che va con tutti. Consiglia al padre di farla curare
da qualche specialista…""Ma sei certo?" "Certissimo, del resto deve
aver preso dalla nonna…" "Conoscevi sua nonna?" "No, ma conosco come
guida quel figlio di puttana del padre"
(6) Avete mai
vissuto l’esperienza di una spogliarellista professionista che si spogli
per voi soltanto? A parte i due soliti contaballe che non mancano mai tra
i miei lettori, sono certo che avete risposto di no. Neppure io, naturalmente.
Ma questa mattina, mentre sto entrando nel Club Privato di Alexandra, per
un istante ho pensato che forse avrei rimosso questa lacuna. Il locale è
completamente deserto. Sono le undici del mattino, peraltro, e in quest’ambiente
è come se fosse notte fonda in un ufficio pubblico. Ho chiesto ad Alexandra
di incontrarla. Mi ha risposto "perché no?". E’ un bel modo di rispondere,
non capisco perché una bella figliola dovrebbe rifiutarsi di incontrare
riservatamente un fustacchione come me. Prima o poi, bisognerà che le altre
donne me lo spieghino. Alexandra è nel suo camerino. Mi grida da lontano
di entrare "Sono qui, Walter, ancora un secondo e sono tua!" . Rimango
sognante per qualche momento. Maledetti modi di dire, mi faranno rischiare
una prostatite. La spogliarellista appare vestita con jeans e maglietta.
Si è messa persino un paio di occhiali da vista che le deformano quasi completamente
gli occhi verdi. "Volevi parlarmi?" mi chiede sedendosi su di un
tavolino. "Lo sai che hanno arrestato Renzo?" "Si, lo so. Ha ucciso un
giornalista!" "Non mi sembri né sorpresa né dispiaciuta…". La donna
alza le spalle e si tira dietro i capelli per mostrare il collo. "Mah…cosa
vuoi…con Renzo era finita da tempo…lui è un uomo che si annoia ad uscire
due volte con la stessa ragazza…Mi dispiace che si sia messo nei guai ma,
adesso, devo pensare a me, a Pavel, al mio futuro…" Pavel deve essere
lo Zingaro, pensai tra me. "E’ una cosa seria?" "Con Pavel? E’ carino,
non trovi?" Francamente no. Ma è inutile insistere, le donne hanno gli
occhi solo per avere qualcosa da truccarsi in macchina. "Si, abbastanza
carino…ma non è questo il problema. Lo sai che non ha una lira? Non mi sembri
una persona abituata al digiuno…" La ragazza si toglie gli occhiali "Qualcuno
che paga si trova sempre…" Conosci bene l’avvocato Gaudenzio?" "Non
domandare ciò che sai…" E’ gentile con te? "Abbastanza gentile. Cinque
milioni al mese. Ma lo vedo solo il mercoledì e il giovedì dopo lo spettacolo"
"Bene. Avrai tanto tempo libero…" "Si, il sabato sono tanto sola.
Voi uomini il sabato sera siete tutti moglie, figli e cagnolino…".
Mi domandai chi occupasse i restanti giorni della settimana ma non credo
che me lo avrebbe detto. Peccato che io non abbia una lira. "Peccato che
il sabato sia occupato…" "Moglie, figlio o cagnolino?" chiede ironica.
"Sanguisuga". "Sanguisuga?" mi fa l’ucraina "non conosco bene
l’italiano. Che animale è?" "La degenerazione genetica di una socia
in affari…"
"Cirillo?" "Si…"
"Fammi una cortesia…ieri, rientrando a casa mi sono accorto di essere
seguito da una macchina. Una vettura straniera, di color scuro…ho naturalmente
preso il numero di targa…" "Lo sai, Walter, che queste cose non si potrebbero
fare…" Dai, non fare il difficile, non è mica la prima volta e ti assicuro
che non ti racconto balle: seguiva proprio me" "Sarà una donna innamorata"
"Se era una donna, si era fatta una plastica e adesso somigliava molto ad
un omone grande grosso e pericoloso. Non ho rapporti sentimentali con questo
tipo di gente…." "Ho capito…dammi questo numero di targa…" "Ti devo
un caffè…" " Si…come
no… a quest’ora dovresti regalarmi un bar-torrefazione…."
"Buongiorno,
dottor Ego. La disturbo?"
"a quest’ora del mattino, di solito si…chi è lei?" "Veramente sono quasi
le nove e mezza. Sono il suo vicino di casa, il signor Damiano, probabilmente
ci saremo incontrati a qualche riunione condominiale…" "Ne dubito. Riservo
le riunioni condominiali a quando sarò vecchio, rincoglionito e nullafacente…il
primo requisito ancora mi manca. Che cosa desidera Signor Damiano? "Nella
mia cucina c'è una macchia di umidità...""Mi spiace molto, se la faccia
cambiare..."Si tratta di una macchia sul soffitto e io abito proprio
sotto di lei..."""Si, ma io sono venuto ad abitare qui prima..".
"Non capisco… la macchia…" "Senta, amico mio, ognuno qui ha i suoi problemi…."
Chiudo la porta
e ritorno a letto. Noto che anche sulla mia coperta c’è una macchia. "Beati
loro, che vivono preoccupandosi di queste cazzate e vanno anche a scocciare
il prossimo. E’ incredibile pensare che esista al mondo gente che perde
il suo tempo con le macchie d’umidità, con quello che accade nel mondo.".
Le dieci meno venti. E’ presto. Ho ancora qualche minuto prima che la sveglia
suoni.
Se vuoi trovare un colpevole, devi indagare sulla vittima.
E su Egidio, scommetto proprio che di panni sporchi da mettere a lavare
ce ne devono essere parecchi. Mi trovo nella redazione del settimanale "Vizi
della Capitale", un piccolo appartamento scalcinato che si trova tuttavia
in un palazzo del nobile centro storico. Il portone d’ingresso è elegante
ma l’eleganza l’hanno messa tutta lì. Il cronista che mi si avvicina veste
come l’Ispettore Cirillo, che come è noto è battuto solo dal suo capo, ha
le unghie sporche e un tic all’occhio destro. "Cercava me?" mi domanda
sospettoso "Non ci penso proprio" gli rispondo indirizzandomi verso la scrivania
in fondo. Un paio di gambe sono sospese tra una minigonna sulla sedia e
le scarpe sul tavolino, dritte come il ponte sullo stretto di Messina quando
sarà costruito e avvolte in calze a rete chiare come piacciono a me. "Buongiorno,
lei è una collega di Egidio?" "Egidio è morto" mi risponde quella
gnocca di giornalista senza neppure guardarmi.. "Lo so. Sono qui per questo.
Mi chiamo Walter Ego e sono un investigatore privato…" La donna alza finalmente
lo sguardo. Probabilmente sta pensando che sono uno schianto di maschio
ma mantiene il suo sangue freddo ed è bravissima a non farlo capire. "Cosa
vuole da me, Signor Ego?" "Ecco…" "No, non me lo dica. Vuole certamente
informazioni sul conto di Egidio. Non avrà difficoltà a trovarne quante
ne desidera e anche più. Lo sapeva che il nostro reporter ha persino scritto
un’autobiografia di quattrocento pagine? Ed era appena arrivato al giorno
della licenza liceale. Pensava di scrivere il secondo volume entro l’anno:
probabilmente avremmo scoperto che aveva persino tentato di iscriversi all’università…"
"Non mi sembra le piacesse troppo il suo collega, signora…" "Mi chiami
pure Marianna. Sono il direttore responsabile di questo indegno fogliaccio
ma è inutile che le chieda se ha mai sentito nominare il mio cognome…"
"Senta Marianna…Egidio aveva dei nemici?". La donna mi guarda con sensuale
commiserazione. Probabilmente è già pazza di me. "Lei
deve essere un uomo stupido, signor Ego. Solo un uomo stupido oppure un
marziano potrebbe chiedermi se Egidio, il calunniatore più conosciuto di
Roma, il pettegolo per antonomasia avesse dei nemici. Si. Ne aveva. Cinque
o seimila, nemico più, nemico meno…."
Capisco subito quando piaccio ad una femmina. E Marianna
è molto femmina. "Posso invitarla a mangiare qualcosa?" "Non ho tempo
da perdere…" E’ decisamente cotta "E magari domani a pranzo?" "Se
sto per morire di fame, ti faccio un fischio…"
Le donne non sono bestie facili. Quando il maschio le
fa impazzire e non vedono l’ora di cedere, fanno finta di resistere. Io
devo piacere moltissimo perché sinora non ne ho mai incontrata una che non
abbia resistito tenacemente ai miei tentativi.
Sono ormai in procinto di andarmene, quando una fotografia
colpisce la mia attenzione. "Quella foto.. l’ha scattata per caso Egidio?"
Marianna mi risponde col tono di chi è disposta all’ultimo sacrificio solo
perché certa di perdermi per sempre. "Si, è di Egidio. Ne ha scattate
una serie il mese scorso. Ma è roba vecchia: ormai la sanno tutti quella
storiella…" "Già" sospiro "pensi che a me l’ha raccontata persino un
amico ispettore di polizia, categoria che solitamente non sa mai niente,
eppure c’è qualcosa che non quadra….un’ultima domanda: sa che fine ha fatto
la macchina fotografica del suo reporter?
La donna non c’è più. Il tizio col tic e le unghie sporche
mi sta poco gentilmente scortando alla porta. Con tutta probabilità, è geloso.
L’apparizione di un vero uomo sta sconvolgendo di sensualità del suo algido
direttore responsabile e mettendo in seria crisi l’autostima della parte
maschile della redazione. Sempre la solita storia: la bellezza per le donne
è sempre un vantaggio, a me risulta sempre un ostacolo….
"Walter?
" "Chi è?" "Sono Gaudenzio. Ho bisogno di te. Credo di essere pedinato"
"Chi è che ti segue?" "Non lo so. Una macchina blu scura, un modello
straniero che non avevo mai visto…." "Hai preso il numero di targa?"
"Solo i primi quattro numeri…" Ascolto i numeri con attenzione. Coincidono
con quelli della vettura che ho notato ieri. "Quella macchina segue anche
me…" "Anche te? E chi può essere?" Credo che Egidio potrebbe dircelo.
"Ma Egidio è morto…" Forse non del tutto, caro avvocato, forse non
del tutto….
(8) Sono ritornato
nel mio ufficio sulla Portuense. Erano giorni che non riuscivo ad entrarci,
ma ormai i creditori si devono essere stancati e per un po’ non torneranno.
Mi piace quest’ufficio, quasi buio, illuminato solo dal lampeggiare dell’insegna
al neon. Prima o poi dovrò decidermi a pagare la bolletta dell’elettricità.
Se solo avessi qualche cliente. I miei fascicoli rossi sono desolatamente
accatastati sulla scrivania. Tutti casi interessantissimi. Tutti casi chiusi
da tempo. Devo prendere atto della realtà: se non ci fosse Monica sarei
alla fame. Sono il primo mantenuto nella storia dell’investigazione privata
italiana. Mia madre non voleva che facessi l’investigatore privato "perché
non puoi lavorare come fanno tutti?" mi chiedeva…gli investigatori per lei
erano una sorta di pervertiti alla stregua degli scommettitori alle corse
dei cani, dei papponi e dei senatori della repubblica. Aveva ragione, povera
mamma. Ma questo lavoro è una sorta di droga: quando ti prende non ti lascia
più e non consente di essere lasciato. In ogni momento può capitare qualsiasi
cosa. Questi passi che sento tremanti dietro la mia porta, ad esempio, potrebbero
essere di qualche magnifica figliola bisognevole d’aiuto, potrebbero essere
l’inizio di un’incantevole avventura erotica, di un intrigo sentimentale
o spionistico. "Signor Ego, posso entrare?", Adesso una donna sensuale
e disponibile potrebbe chiedere "Signor Ego posso entrare" e io le direi
"ma certo, bella Signora, cosa posso fare per lei?" "Signor Ego, posso
entrare?" "…e io le direi "cosa posso fare per lei" e la donna "mi faccia
tutto quello che desidera…" "Signor Ego, insomma, posso entrare o no!"
Come, cosa, chi è? "Sono io lo Zingaro. E’ molto che aspettavo che
tornasse…" "Si, Signora…cioè, siediti Pavel, sei solo?" Lo Zingaro fa
solo un cenno di sedersi ma subito si rialza. E’ visibilmente preoccupato.
"Sono qui per assumerti, Ego. Ho bisogno dei tuoi servigi…" Erano
cinque mesi che non sentivo più questa frase bella e romanticissima e ora
dovevo udirla pronunciare da uno che non aveva mai avuto una lira in vita
sua " Posso pagarti…" Sfortunatamente lo Zingaro è, come il suo padrone
Gaudenzio, un proverbiale bugiardo. "Sei sicuro di poterlo fare?" Pavel
mi lascia cadere sulla scrivania cinque banconote nuove di bancomat. Vecchie
amiche a cui non posso che fare festa. "Le cose mi vanno bene, Signor
Ego, non sono i soldi che ci mancano…è la tranquillità" "Che cosa ti
preoccupa?" "L’uomo del lunedì". Pensai subito a qualche eroe dei
fumetti o a qualche film che, da quando Cirillo si rifiutava di regalarmi
biglietti omaggio, non mi potevo permettere di vedere. "Chi è l’uomo del
lunedì?" "So solo che non avrà più di trentacinque anni, alto, moro,
molto atletico, sempre ben vestito, pieno di grana, almeno sembra…"
E perché ti vorrebbe far del male? "Lui non mi vuole far del male".
"E allora?" chiedo mettendo subito in tasca le banconote per prevenire una
richiesta di restituzione che mi sembrava sempre più probabile. "Tutti
i lunedì quest’uomo va a letto con Alexandra…". Io sorrido ma trasformo
subito la smorfia in un segno di compatimento: bisogna dar soddisfazione
al cliente che paga. "Capisco" dico comprensivo "sono cose che fanno male.
Ma non devi abbatterti. A volte è solo una sbandata…." Lo Zingaro mi guarda
sorpreso. Io abbasso lo sguardo: è troppo brutto per guardarlo a lungo.
Ma come cazzo… "Ego, ma che stai dicendo? Alexandra ci va a letto il
lunedì perché il martedì vede l’ing. Travarelli, quello delle piastrelle,
il mercoledì il dott. Buccio, il famoso oncologo, e il giovedì e il venerdì….
" "Lo so…l’avv. Gaudenzio…mi era stato chiesto di fare l’uomo del sabato
ma la mia religione mi vieta di lavorare nel finesettimana". Pavel si accascia
sulla sedia. "Tu non sei serio. Purtroppo io non sono italiano e non
conosco altri investigatori privati…" "Grazie, ti userò come testimonial
nella mia prossima campagna pubblicitaria! Insomma, mi vuoi dire perché
questo tizio ti preoccupa?".
"Nella sua tasca
ho trovato una pistola e una calza di seta…" "E allora…?" "Ma tu
sei l’investigatore o l’uomo delle pulizie? Lui dice di essere un diplomatico.
Perché un diplomatico porta una pistola? E, soprattutto, perché porta una
calza di seta in tasca?" E tu, perché guardi nelle tasche della gente?
"Volevo scoprire come si chiama.." E come si chiama questo scopatore
postfestivo? "Non lo so. Lui dice di chiamarsi Oliver e di essere console,
Alexandra incassa sei milioni al mese da lui e non ha nessuna intenzione
di far domande.. ma io…io sono preoccupato!"
In tutto ciò,
vi era un dettaglio che non quadrava. "Fammi capire una cosa, Zingaro…per
andare a letto con quel trippone sudaticcio e maleodorante dell’avvocato
Gaudenzio, la tua amica spogliarellista si fa versare cinque milioni, invece
per andare col console, vent’anni più giovane, bello ed atletico, ne vuole
sei?" "Naturale. Si sembra evidente che tu non capisca molto di queste
cose, Signor Ego.. i giovani sono impegnativi… vogliono fare cose … pretendono
…l’amante vecchio è una pacchia!"
Già vedevo il
povero avvocato ciccio Gaudenzio sdraiato, nudo come un verme, accanto a
quella sventolona d’ucraina, mentre si addormentava russando… "hai ragione,
Pavel, di queste cose non capirò mai niente…"
Monica, ogni
tanto, sa pure sorridere. "Bene, cinquecentomila d’acconto sono qualcosa…
chi è il pollo?" Io cerco di darmi il giusto contegno, anche per non
consentire a me stesso di dimenticare che è pur sempre una mia ex segretaria.
"Si tratta di un…ricco uomo d’affari…straniero… che teme che un diplomatico,
amico suo, abbia perso la testa per una spogliarellista e mi ha chiesto
di indagare per…ricondurlo alla ragione. "E che affari tratta, questo
uomo d’affari? " "Mmm…carne…diciamo che compra e vende, soprattutto
vende, carne dell’est europeo al mercato italiano. "La carne dell’est
non è sempre controllata: e poi dicono che ci prendiamo le malattie!"
"E si, qualche volta ce le prendiamo…" "In effetti, comunque costa
poco…" "Non sempre, cara Monica, non sempre…anche la carne dell’est
adesso costa…io ad esempio in questo momento non potrei permettermela!"
"In ogni modo" conclude perentoria la mia socia "tienilo stretto
in pugno questo cliente straniero e vedi di cavarne fuori tutta la grana
possibile" " Stai tranquilla" le dico ponendo le mani sulla nuca e sdraiandomi
nella poltrona " ha per me una ammirazione sconfinata".
(9) Dallo spioncino
la donna la vedo solo di spalle. Ma deve essere bella. Cammina su e giù
sul pianerottolo in attesa che io apra. La riguardo con attenzione: non
mi sembra una mia ex fiamma, ma non si può mai dire, è passato tanto di
quel tempo che non sono neppure sicuro di averne mai avute di fiamme.
"Insomma, Ego…ci vuole tanto ad aprire…se lei i clienti li riceve tutti
così, di soldi ne deve fare pochi…". Deve essere qualcuna che ha parlato
con Monica. "Perché mi guarda così? Non mi riconosce? Sono Marianna,
la direttrice di Vizi della Capitale, la collega di Egidio." "Mi scusi,
non l’avevo riconosciuta senza minigonna…" La giornalista si precipita verso
la mia scrivania, sedendosi dalla parte sbagliata. "Ha il collegamento
Internet?" "No, Monica lo ha tolto quando ha scoperto che passavo cinque
ore al giorno sui siti pornografici…" rispondo piccato facendo finta di
scherzare. "Peccato, cercavo la notizia della bomba?" "Quale notizia
bomba?" "Non ha capito: la notizia della bomba che questa notte ha devastato
la redazione del mio giornale…" "Una bomba al suo giornale? E chi è
stato? Politica?" . La donna si accese una sigaretta, incurante dell’enorme
cartello di divieto che, superando le ostilità della mia socia, avevo fatto
affiggere. "Lei ragiona proprio come la polizia. L’ispettore Cirillo
mi ha detto che l’indagine è passata alla DIGOS perché sicuramente vi è
qualche motivazione terroristica. Coglioni. Quando mai noi al giornale ci
siamo occupati di queste cose. Qui c’entra l’omicidio di Egidio…qualcuno
ha voluto far piazza pulita…" Pur di non sedermi io dalla parte del
cliente, preferisco rimanere in piedi. "Ha qualche idea di chi possa essere
stato?" "Io no. Ma lei probabilmente si. Che cosa aveva notato nella
mia redazione?" Io non rispondo a chi sta seduta sulla mia poltrona.
La giornalista non solo non intendeva mollare la posizione ma ha anche allungato
le gambe sulla scrivania. La gonna, quasi di ordinaria lunghezza, si è ovviamente
accorciata fino a farmi leggere la marca degli slip. "Non ho notato nulla
di particolare, sciocchezze di nessun significato…" "Non ricorderebbe
nemmeno se…" Fuma continuando a guardarmi fisso negli occhi. Mi vorrà
pagare o scopare? "…le dessi due milioni…?" Mi vuole pagare. E quando
mai… Una gnocca è una gnocca ma anche due milioni non li vedo da tempo…"Va
bene, accetto l’incarico e i due milioni di anticipo…" "Non ho detto
che volevo assumerla…" "Cara la mia signora giornalista, questo non
è un ufficio informazioni. Se vuole sapere quello che so deve assumermi!"
"E va bene. Ma guardi che non ho soldi da buttare…" Si aprono prospettive.
I soldi sono soldi ma anche una gnocca…"
Marianna si alzò
e schiacciata la sigaretta su un piattino di porcellana che non era mai
stato usato come portacenere e mai se n’era lamentato, mi chiese "E allora?
Quando mi dirà quello che sa?…" Era la mia seconda occasione "Perché
no questa sera a cena? Le piace il cibo messicano?" . La giornalista aprì
la porta facendo un sospiro "Glielo ho già detto, signor Ego. Lei è un
uomo stupido. Molto stupido. Si guardi allo specchio prima di fare certe
proposte…" Era proprio pazza di me.
" E’
lei signor Ego?" Dipende, lei chi è? "Il postino. Ho una raccomandata
per il Signor Walter Ego. E lei? "Calma…c’è qualcosa da pagare?"
"Non c’è nulla da pagare ma solo da firmare per ricevuta. E lei il signor
Ego? "Ma non sarà mica una contravvenzione o una cartella d’imposta
o altra ingiunzione di pagamento?" "A me sembra solo una lettera. E’
lei il Signor Ego?" "Solo una lettera? Si, certo che sono io. Chi altri
verrebbe ad aprirle in mutande?" Il postino sbuffò. "E che ne so? Ieri
è venuto un amico di sua moglie…." Spiritoso. Ma come gli assumono i
postini? Facendo i provini nei cabaret, direi… "Non sono sposato…" "Guardandola
meglio non avrei avuto dubbi. La vuole o non la vuole questa lettera’"
La voglio. La apro. Non ci sono soldi. E quando mai. Solo un foglio,
coperto fitto fitto da una scrittura minuta e nervosa.
Gentile dott. Ego,
sono spiacente di averle mentito facendole credere
che il suo amico avvocato fosse in pericolo. Ma volevo solo contattarla
e non potevo dirle subito la verità. Chi era in pericolo, in realtà, ero
io e chi mi minacciava era quel camorrista di paparazzo che hanno trovato
morto nella mia macchina. La polizia sa che avevo motivi di risentimento
contro di lui e non ha dubbi che sia io l’assassino. Le giuro tuttavia che
non è così: io sono assolutamente innocente. Non mi sono più fatto sentire
con lei perché quel giorno l’ho vista seduta al bar Rosari con quel mascalzone
e ho pensato che voi due foste amici. Solo oggi mi hanno riferito che quell’impressione
era falsa e che lei gode di pessima fama presso la polizia che mi vuole
incastrare. Questo fa di lei l’uomo adatto a quest’incarico. Scopra chi
ha ucciso il paparazzo: sono sicuro che doveva avere altri nemici oltre
il sottoscritto. Verifichi quali foto ha scattato ultimamente e soprattutto
quali non ha pubblicato. Non dovrebbe essere difficile se si recherà alla
redazione di quel foglio di merda dove lavorava…Farò in modo di farle avere
tre milioni per le prime spese e altre sette milioni le saranno versati
se mi fornirà notizie utili a migliorare la mia situazione giudiziaria.
Cordiali saluti..
Renzo Languarelli Scazzi.
Un incarico da
dieci milioni: non poteva essere lui l’assassino. Si notava subito che era
un signore. Forse in un momento d’ira aveva veramente fatto fuori quel verme
di Egidio, ma chi non ha qualche difettuccio? Anche Padre Pio, in fondo,
dicono che russasse in modo insopportabile…
Oggi il mio oroscopo dice "fidatevi di un amico: avrete
le notizie che cercate!" Che stupidaggini. Bisognerebbe credere che tutti
i nati sotto il segno del Toro abbiano bisogno di notizie e un amico a cui
chiederne. Saremo milioni noi del Toro. Ci sarà qualcuno che non ha bisogno
di nulla, che non gliene frega nulla e che non ha un cesso di amico da andare
a trovare o magari se lo va a trovare non ha nulla da chiedergli. Però io
sono veramente qui, da quel nasuto quasi pelato dell’Ispettore Cirillo.
"Pelato? Ma se sono quattro anni che porto il parrucchino!" "Davvero?
Non me ne ero accorto. Pensavo che, con la pubertà, ti fossero ricresciuti
i capelli…" "Cosa vuoi, Ego, biglietti per lo stadio? La tua Lazio va
benino…" "Non mi lamento. Nevded è un portento. Resterà biancazzurro
a vita…" Cirillo mi pare alquanto imbarazzato. "Non sono qui per i biglietti
dello stadio. Voglio qualche notizia…" "Ma voi investigatori venite sempre
in Questura a cercare notizie? Dovreste pagarci…" "Credo che molti miei
colleghi lo facciano…" dico acido. "Non fare il cretino, Walter. In ogni
modo, se ti interessi al caso Languarelli, non posso dirti nulla…" "Immagino
che quella cima del tuo capo sia sicuro che il play boy sia l’assassino…"
"Non posso dir niente…" "Del resto, la macchina era la sua, il movente
c’è, l’uomo non alibi: che cosa può credere un sempliciotto come lui?"
"Non posso dirti assolutamente niente, Walter, in che lingua te lo devo
dire’" . Ho come una folgorazione: non sono ancora certi! Cazzo. Non
sono ancora certi che l’assassino sia proprio Renzo. Vi sono elementi che
non quadrano e di cui non vogliono parlare!
Abbraccio il mio amico ispettore. "Va bene.. so che mi
diresti tutto se tutto fosse finito.. evidentemente le indagini sono ancora
in corso… " "Ti prego, basta. Hai bisogno di qualcosa? Veramente non
li vuoi i biglietti? Vuoi l’indirizzo di qualche puttana convenzionata con
noi?" Cirillo è veramente un amico. Non c’è nulla che unisca di più
due amici come l’aver scopato la stessa mignotta. Tranne quando non si tratti
della moglie di uno dei due uomini, naturalmente. In quest’ultimo caso,
il legame d’amicizia, per misteriosi motivi, non sembra migliorare. "No,
grazie. Non mi serve. Ma vorrei l’indirizzo di una spogliarellista…" e gli
allungo una fotografia.
La foto, in realtà un po’ scura, mostra due coppie assatanate
su di un solo enorme lettone. In lontananza, una biondina stava servendo
una prestazione alla Monica Lewinski ad un tipo baffuto mentre, in primissimo
piano, una tettona stava cavalcando un pancione dal volto beota. "Come
hai avuto questa foto?" mi chiede Cirillo. "L’ho sottratta dalla redazione
di ‘Vizi della Capitale’ prima che un provvidenziale incendio non
eliminasse ogni traccia. Stranamente, il giorno dopo, una persona è venuta
nel mio ufficio, ufficialmente per offrirmi un incarico ma anche per dare
un’occhiata alla mia scrivania e ai miei cassetti. Evidentemente, questa
foto deve essere importante…" "Non so chi sia la Valchiria" mi dice
l’ispettore "…ma so bene chi è il cavalcato…". Ma quello lo avevo
riconosciuto anch’io.
(10) La prova
del DNA aveva scagionato Languarelli. Cirillo era riuscito a tacermi questa
notizia con tutta la sua ostinazione di pastore irpino unita alla disciplina
del vecchio sottufficiale. Ma non avevo fatto in tempo a discendere la rampa
di scale che dal suo ufficio portava al cortiletto interno che già la notizia
era pervenuta per almeno due volte alle mie orecchie. Sembrava che nessuno
parlasse d’altro. Languarelli è innocente. Del resto, un galantuomo come
lui, un finanziere, un amico del Prefetto, uno che la domenica assisteva
alle partite seduto accanto al signor Questore…. L’incriminazione? Un atto
dovuto. L’arresto? Le normali indagini di una polizia efficiente e preparata.
Troppo buonismo. Questi questurini non mi convincevano: se mollavano l'osso
con tanta facilità, ciò poteva significare solo una cosa: avevano già in
mente chi incastrare. E anch'io ce l'avevo.
"Io? Sospetti
di me? Ma ti ha dato di volta il cervello?" "Guarda che sei tu che mi
dai motivi di sospettare. In primo luogo, vorrei che mi spiegassi tutte
queste menzogne…" "Quali menzogne?" chiede, ancor più sudato del
solito, l’avv. Gaudenzio. "Vorrei sapere perché mi hai detto che ancora
non conoscevi Alexandra…che Languarelli ti aveva promesso di presentarti
la spogliarellista ucraina…tu la conosci molto bene da almeno due o tre
mesi…" "Si" disse tutto serioso il pachiderma "…è la mia donna!"
"si. La donna del giovedì. Ma vedi di smetterla…." Lo sformato bipede mi
guarda sorpreso "Che vuoi dire?" " Lascia perdere e spiegami piuttosto
perché Languarelli mi ha detto che ti avrebbero fatto fuori. Non ci credo
proprio alla storiella che mi ha propinato successivamente…io lo ricordo
bene, era veramente spaventato. "Questo lo devi chiedere a lui…"
"Forse. Ma della foto devo per forza chiedere a te…" L’uomo si sprofondò
sulla mia poltroncina quasi nuova apportandole il colpo di grazia "La
foto è dunque finita nelle tue mani?" . Era imbarazzato più che spaventato.
Del resto, la visione di quella matrona che si godeva beatamente il suo
martello pneumatico avrebbe imbarazzato un apostolo di Tinto Brass. "Chi
è questa latteria in calore?" chiesi, rendendomi conto che, se non fosse
stato che parlavo con un assassino ed ero in procinto di comprendere finalmente
il movente di tutto quel pasticcio, avrei trovato la situazione particolarmente
divertente. "Non ne ho la più pallida idea…" mi rispose rassegnato.
"Cioè?" "Cioè…non la conosco….era una situazione particolare…un incontro
tra scambisti…" "Scambisti…vuoi dire.. scambio di mogli?" "Esattamente"
"Ma se tu non sei mai stato sposato!" Gaudenzio allargò le braccia mostrandomi
tutti i suoi centoventi chili in estensione orizzontale "Non credo che
ci sia nessuno che porti veramente la propria moglie. E’ l’idea che eccita…"
"L’idea? Vuoi dire che tu hai presentato quella graziosa biondina che
appare nella foto in fondo alla sala mentre sta prosciugando un tizio con
la faccia da venditore di tappeti come tua moglie?" "Certamente"
"E l’hai data in cambio di questa vaccona? Io mi sarei fatto la moglie.."
"te l’ho già detto, Walter. Tu non puoi capire, è il pensiero…la situazione…"
" La situazione è che sei nella merda, amico mio. Già come gusti mi
sembri uno sfigato ma il problema vero è che questa valchiria che sta facendo
il gran premio di trotto sulle tue palle deve essere una donna molto pericolosa.
Perché è indubbio che qualcuno non voleva far circolare questa foto. Se
non sei tu, allora non può che essere lei…. "
"E dire…"
continuò l’avvocato "che ho già dato dieci milioni al paparazzo in cambio
di quelle foto…e, invece, ce ne erano altre in giro." "Vuoi dire
che Egidio ti ricattava?" Gaudenzio fece segno di si col capo. "E tu hai
pagato?" Altro segno d’assenso. " " E ti aveva chiesto altro denaro?"
Ancora un cenno del capo. "Allora, non sei solo nella merda, avvocato. Sei
immerso in una cloaca." Questa volta la testa del ciccione non ebbe più
la forza di muoversi.
Nel sentire il
campanello squillare come se il padrone del dito stesse per essere strangolato,
per un attimo ho sperato che fosse un cliente. Sono mesi che non vedo più
un cornuto. Mi sono capitate un paio di donne tradite ma, come credo di
avervi già raccontato, non sono altrettanto divertenti. L’incarico di un
cornuto è sempre pieno di sorprese: non sei mai completamente sicuro che
non si tratti di un paranoico e soprattutto sei curioso di vedere come è
fatto l’eventuale altro. Perché nei casi in cui (e sono la maggioranza)
la moglie si dimostra veramente una vacca, ti accorgi quasi sempre che il
"teorema Pitigrilli" viene rispettato. Cos’è il teorema Pitigrilli? E facile.
Lo scrittore piemontese nei suoi racconti intitolati "Mammiferi di carne"
scrive che spesso tra il marito e l’amante è quest’ultimo ad essere il più
vecchio, il più brutto, il più povero e il più sfigato. Se la donna non
fosse sposata, non lo degnerebbe di uno sguardo. Perché la vacca non cerca
un uomo con cui sostituire un altro uomo: cerca un amante da aggiungere
al marito. L’amante non soddisfa un desiderio di sesso e neppure un senso
"estetico": soddisfa solo quel desiderio di mignottaggine che cova nel suo
cuore coniugato. Cosi scrive Pitigrilli. E non ho tempo per leggere altri
libri che possano farmi cambiare idea.
Vado quindi alla
porta sperando di trovarmi di fronte il volto sconvolto del marito di qualche
peripatetica dilettante: trovo invece la faccia di un figlio di puttana
professionista. "Questa volta Ego la paghi cara!" Si era scomodato
addirittura il Capo della Squadra Mobile, dovevo veramente averla fatta
grossa. "Vedo che hai indossato le tue bretelle migliori, caro Nicola: che
cosa ti porta sino a me?" "Questa volta ti sbatto in galera. Quello che
hai fatto si chiama occultazione di prove e favoreggiamento. Ho l'impressione
che il rinnovo della tua licenza di investigatore diventi molto improbabile..."""Che
cosa avrei mai occultato?" ""Non fare l'ingenuo. Cirillo mi dice che
gli hai mostrato una foto che costituisce prova a carico dell’avv. Gaudenzio…"
Si trattava, evidentemente, della solita foto in cui il panzone veniva
cavalcato da una tettona in calore. "E allora?" risposi "Cirillo conosceva
già quella foto. La prova era già in vostro possesso e, se avessi voluta
occultarla, non l’avrei certamente mostrata ad un ispettore di polizia,
non trovi?"
Nicola si accende
un sigaro (che palle…ma quando finirà questa disgustosa abitudine di impestare
gli uffici altrui?) e dice con aria di pontificazione "Finirai a fare
compagnia al tuo amico avvocato in galera se non consegni subito la foto.
E bada bene: se hai fatto duplicazioni passerai una montagna di guai!"
"In galera? Gaudenzio è in prigione? " " Esattamente. L’incriminazione
è di omicidio. Come vedi, c’è poco da scherzare…" Comprendo immediatamente
che la polizia è al corrente del fatto che Egidio ricattasse il panzone
e che non è assolutamente il caso di fare resistenza. Solo un tarlo mi rode:
possibile che quella piattola di paparazzo si limitasse a ricattare l’avvocato
quando vi era certamente la possibilità di far grana da tante altre parti?.
"Ecco la foto che mi ha chiesto, dottor Nicola. Le assicuro che non esistono
copie e che non ne parlerò con nessuno. Come può constatare, vi è da parte
mia la più ampia collaborazione…vorrei tuttavia da lei una cortesia…" Quel
pallone gonfiato sembra bearsi dal mio cambio di tono. "Se è una cosa
che si può fare…." "vorrei conoscere il nome di quella leggiadra signora
in dolce compagnia dell’imputato…" Una nube ripassa minacciosa sul volto
del sedicente poliziotto "Ego, lei quella foto la deve dimenticare…cancellare
dalla mente…" Non è la prima volta che questo sbirro da strapazzo, che
ha fatto carriera raccogliendo le soffiate delle tenutarie dei casini del
centro storico, mi dice di dimenticare …di farmi gli affari miei. In tanti
anni non ho mai obbedito. Non intendo cominciare oggi.
Cirillo è rimasto
silenzioso. Talvolta ha annuito alle cazzate del suo capo. Finirà che lo
faranno commissario. Uscendo non sa comunque resistere al farmi almeno un
cenno di saluto. "Mi raccomando, Ego, abbi cura di te…" La sua mano
stringe la mia. Quando la lascia, nel mio pugno è rimasto un foglietto.
"Mara Spoletani. Farmacia Spoletani in Largo Chigi". La moglie di un farmacista,
dunque. Di giorno vendere supposte e la notte cavalcare avvocati. Non mi
sento benissimo. Sarà meglio andare a comprarmi qualcosa. Largo Chigi non
è lontano.
(11) La signora
Mara è una romagnola verace, simpatica e assolutamente disinibita. Ride
addirittura al mio imbarazzo. "Lei sta parlando del giorno in cui si
siamo scambiati in quella Villa a Velletri? Ricordo benissimo. Di solito
si trova qualche tizio ben fornito…." E mi rifila uno sguardo che mi
sembra di conoscere bene "…ma quella sera era un pianto. Proprio con
quell’avvocato doveva fotografarmi quel tizio che poi hanno assassinato…"
"In effetti…" commento con disinvoltura "…a suo marito è andata meglio.
Quella biondina non mi sembrava affatto male…" La farmacista ride di gusto
piazzandomi sotto il naso le sue labra silicone "…ma quale marito? Ma
ci mancherebbe! Ero in compagnia di Abduh El Nayr. Me lo aveva presentato
qualche giorno prima l’ambasciatore Curzio che viene sempre a comprare le
medicine qui." I nomi mi sembrano conosciuti ma non riesco ancora a
collegare. "Chi è Curzio?" "L’addetto diplomatico presso Palazzo Chigi.
Uno dei più importanti collaboratori del Presidente del Consiglio. Chi sia
El Nayr immagino invece che lo sappia…" Sono stanco di queste donne
che leggono i giornali, saltano a piè pari la pagina sportiva e credono
di sapere sempre tutto. Faccio, con una smorfia, un segno di non ricordare.
"Abduh El Nayr è il rappresentante della resistenza palestinese che vive
in Italia da anni. Un personaggio poco amato dagli ebrei e dagli americani,
ma…." "Ma?" "Ma a letto….".
Quel tipo con
la faccia da venditore di tappeti era dunque un esponente palestinese. Impossibile
che la polizia non fosse a conoscenza di questo particolare. La situazione
continuava tuttavia a non quadrare. Perché Egidio ricattava Gaudenzio? In
fondo stava facendosi una farmacista. Semmai io avrei ricattato la farmacista
per non far sapere alle amiche con quali tripponi andava a scopare. Non
aveva senso. E chi era quel tipo che mi seguiva e, a quanto pare, seguiva
anche il nostro avvocato? Il palestinese c’entrava qualcosa? Magari era
ricattato anche lui, forse, che ne so, si tratta di un esponente religioso
e per un mussulmano potrebbe essere grave aver partecipato ad un orgia…troppi
dubbi…avevo bisogno di qualche certezza, avevo bisogno di idee chiare, avevo
bisogno di soldi. Decisi di andai a trovare Renzo Languarelli.
La villa di Languarelli
era sempre al suo posto. Ma questa volta avevo i pantaloni buoni e decido
di entrare dalla porta suonando il campanello. E’ poco professionale, lo
so bene, ma vi assicuro che è più comodo. La donna che viene ad aprirmi
sembra una monaca filippina dell’ordine delle vergini fridige che abbia
appena fatto voto di castità. Mi fa entrare con un gesto di rispettoso disprezzo.
L’ambiente mi piace molto meno della prima volta. La piscina è vuota e un
filo di panni stesi troneggia sul retro. Non posso fare a meno di pensare
che forse qualche famiglia di sfrattati gli abbia abusivamente occupato
casa. Ma mi sbaglio: strascinandosi un vecchio paio di pantofole il noto
play boy romano mi si avvicina sorridendo. "Le chiedo scusa per il mio
abbigliamento" mi dice l’uomo "ma non aspettavo visite. Da quando
sono uscito dal carcere, è venuto a trovarmi solo il mio avvocato…"
"Certamente non si tratta dell’Avvocato Gaudenzio, visto che l’hanno arrestato
al posto suo…" rispondo cogliendo al balzo l’occasione per entrare subito
in argomento. " "Già…ma hanno preso una cantonata…Gaudenzio in questa
faccenda c’entra meno di me…" "Sembra che ci sia di mezzo una donna…probabilmente
Egidio lo ricattava…" "Questo non mi sorprende…" "Certo che non la
sorprende…visto che vi conoscevate bene…" Il play boy mi guarda con espressione
che evidentemente intende essere interrogativa. Io ritengo che sia venuto
il momento per chiarire alcuni aspetti che mi frullano in mente da un po’
di tempo. "Quando lei ci vide insieme al Caffè Rosati, decise di non sedersi
al nostro tavolo. Vuole spiegarmi il perché? " "Avevo riconosciuto Egidio
e avevo capito…" "…capito che lui aveva saputo del nostro appuntamento
e si era fatto sotto per evitare che ci incontrassimo, non è così?". Languarelli
annuì. "Lei e Egidio vi conoscevate bene. Lo compresi quando, nella redazione
dei "Vizi della Capitale" mi capitarono sotto il naso le foto di lei e della
figlia dell’ambasciatore abbracciati. Eravate praticamente in posa. Quelle
non erano foto rubate…" "Ma fu lei a rubarle… da quella redazione…"
"Già. Noto che la signora Marianna ha avuto l’accortezza di informarla.
Le rubai per un motivo diverso da quello che lei e la sua amica giornalista
immaginate. Le presi perché Egidio, seduti a quel maledetto caffè, mi aveva
detto che nessuno era riuscito mai a fotografarvi insieme e che mi lasciava
precipitosamente nella speranza che fosse l’occasione buona. Quelle foto
contraddicevano le sue parole e mi parve una buona idea nasconderle…"
"Già. Non avete l’idea di quanto le abbiano cercate, quelle foto…e anche
altre ancor più importanti…hanno incendiato la redazione del giornale nella
speranza che fossero nascoste lì e per eliminarle definitivamente...invece
le aveva prese lei. Ha commesso una grave imprudenza, signor Ego…."
"Marianna e lei sapevate benissimo che quelle foto le avevo io. Per
questo motivo è venuta a trovarmi e si è messa disinvoltamente a perquisire
il mio ufficio e sempre per questo motivo lei mi ha mandato quella lettera
di assunzione chiedendomi di fare quello che avevo già fatto: prendere le
foto" "Speravo che le consegnasse a me…" "Bastava offrirmi una barca
di soldi…."
Languarelli si
tolse la maglietta e rimase a torso nudo. Spero che non sia stato informato
male sulle mie preferenze sessuali. Parlavo di soldi, mica di prestazioni
in natura. "Perché non rimane qualche ora in piscina? Parleremo tranquillamente…"
"Ma se manca l’acqua?" "Come le dicevo, non aspettavo visite…" La
situazione mi piace sempre meno. Meglio tagliar corto. "Quanto le è costata
questa piscina?" "Non lo ricordo…" "Secondo me, almeno sessanta milioni…"
"Le ripeto che non lo ricordo…" "E io le ripeto che saranno almeno
sessanta milioni…" "Forse un pochino meno…" "No, guardi, proprio
sessanta milioni!" "Ah…ho capito!…va bene…sessanta milioni " Era
ora. Meno male, non siamo froci.
(12) Lo so, ho
visto troppi film americani, ma quando bussano alla mia porta in una notte
di pioggia battente mi aspetto sempre di trovare sul pianerottolo una biondona
bagnata fradicia e pazza di me. " Non resistevo neppure un altro secondo,
penso a te ogni momento Walter, ti prego, non mandarmi via…". Mai.
Mai una volta. Sul pianerottolo, Cirillo con una faccia da cane bastonato.
Lo avrei mandato via tranquillamente ma lui è entrato senza neppure chiedere
il permesso. "Cosa vuoi?" chiedo cercando di imitare il tono antipatico
della mia ex professoressa di matematica. "Pensare. E’ una cosa che non
riesco a fare da solo…" "Non c’è nulla che tu riesca a fare da solo,
tranne il sesso…" L’ispettore si buttò sul divano con fare quasi sconvolto.
L’ultima volta che lo vidi così disperato aveva rotto l’ultimo preservativo
rimasto, ma eravamo entrambi più giovani e la compagnia era più numerosa
e divertente. "Sono preoccupato per te, Walter….." Nemmeno la mia
mamma sarebbe parsa più convincente. "Questa volta è una questione seria.
Non hai da fare con questioni di corna o fesserie simili. Questa è gente
pericolosa…." Non stava recitando. Non voleva spaventarmi. Lo aveva
fatto e basta. "Di quale gente si tratta?" Cirillo si accende una sigaretta.
Io corro ad aprire la finestra. "Chiudi" mi dice "il fumo passivo
uccide…" rispondo "Anche una pallottola tra gli occhi sparata da un cecchino
dal palazzo di fronte…" E no, mio Dio. Adesso basta. Pure il cecchino
appostato con il fucile di precisione ci mancava…non sopporto l’idea di
essere fatto fuori mentre giro in mutande. Facendo il mestiere che faccio
ho pensato spesso alla eventualità di essere ucciso e l’ipotesi più probabile
mi è parsa sempre quella del cornuto che dopo aver visionato le fotografie
della moglie che fa kamasutra con l’idraulico viene preso la crisi di follia…il
cecchino…andiamo, cosa centra un cecchino? "Chi avrebbe messo un cecchino
sul palazzo di fronte?" "Chi ti ha detto che hanno messo un cecchino
sul palazzo di fronte?" "Lo hai detto tu" "Ho fatto solo un’ipotesi…"
Ho capito. Se devo fidarmi dell’intuito della Squadra mobile romana, il
cornuto ritorna ad essere il mio più probabile killer. "Sei in pericolo,
Ego, in serio pericolo…" Questo l’ho capito. Spero che adesso questo
rincoglionito d’un ispettore non "ipotizzi" che vogliano accoltellarmi mentre
faccio la doccia, tipo Psyco col sottoscritto nella parte della bonazza.
"Questa è gente seria…" Si, vabbè. "…gente estera…" "Come
sarebbe a dire ‘gente estera" "Ti ricordi la vettura che ti seguiva…"
"Certamente" "Credo che non abbia fai smesso di seguirti…" "E il
tipaccio che la guida…chi è?" "Non posso dirti nulla…" "Ma sei scemo?
Come…non puoi dirmi nulla? State facendo almeno delle indagini?"
Cirillo allarga
le braccia. "Quali indagini? Egidio è stato ucciso da Gaudenzio perché
questi era da lui ricattato con foto che provavano la sua partecipazione
a festini e scambi di coppie. Punto e basta. Non c’è altro su cui indagare.
Il dottor Nicola è stato categorico…nient’altro." "Ma è un movente che
non regge. Gaudenzio ha pagato solo perché è un coglione pieno di soldi.
In realtà aveva ben poco da rischiare dalla diffusione di quelle foto. Non
è sposato e non deve rendere conto a nessuno della sua vita…" "Gestisce
l’eredità di un’ereditiera che vive in Uruguay e che avrebbe potuto scandalizzarsi…"
"Ma fatemi il piacere: la ragazza è una lesbicona sempre contornata da amichette
alla Brigitte Nilsen….." Cirillo è imbarazzato. Siamo amici da tanti anni.
Persino persone come noi riescono ad avere amici… "Ego, per la Polizia
il discorso è chiuso, non c’è niente da discutere. Io non dovrei neppure
essere qui…se Nicola lo scopre mi trovo trasferito in poche ore. Ma tu devi
essere cauto, molto cauto. Ho fatto male a darti l’indirizzo della farmacia.
Adesso probabilmente sai troppe cose…" Finalmente comprendo quello che
voleva dirmi. Io sono intelligente quanto bello ma qualche volta anch’io
mi faccio sfuggire dei particolari… "La farmacia della signora Mara…aspetta…ora
ricordo…mi ha raccontato che, nella stessa foto dove appariva lei in primo
piano mentre stava sfiancando il povero Gaudenzio, in lontananza si intravedeva
uno straniero…un palestinese mi sembra…ma come si chiamava? Non ci ho fatto
caso, maledizione, questi arabi hanno i nomi tutti uguali. Ma lo straniero
che mi segue.. è anche lui palestinese? C’è un collegamento tra le due cose?"
Cirillo ha già
riaperto la porta. "Gente pericolosa…" dice richiudendola "…gente
abituata ad uccidere…"
Sono rimasto
solo. Vado in bagno e vi resto a lungo. Poi chiudo tutte le finestre. Al
buio guardo tra le tapparelle. Sui tetti non ci sono cecchini. Almeno così
mi sembra.
Se la telefonata
di Alexandra l’avessi ricevuto in un periodo meno angosciato sarebbe stato
meglio. Era comunque un piacevole invito, anche se condito da mille richieste
di cautela e mille precauzioni. Mi faccio il bagno e vado alla ricerca di
un paio di slip di Dolce & Gabbana che ho comprato quattro anni fa e messo
da parte per le grandi occasioni. Mi metto nudo davanti allo specchio: ho
il fisico di un pensionato delle Poste. Sono perfetto. Il tipo troppo bello,
asciutto e atletico intimidisce le donne. Non corro questo rischio. Dedico
tredici minuti alla scelta dei calzini e cravatta: non ce ne sono due che
vadano d’accordo. Rinuncio, scarpe senza calzini e petto villoso in evidenza:
irresistibile. Giungo al Club Privato che sono le sette. E’ la giornata
di chiusura settimanale ed è tutto sbarrato. Come da intesa, busso due volte
alla porta principale e proseguo per raggiungere quella di servizio. Mi
guardo intorno furtivo ed poi entro con la disinvoltura di un gigolò cubano.
Nel locale, buio e freddo, non c’è nessuno ma il camerino di Alexandra è
illuminato. "Entra pure, ti stavo aspettando…" Per qualche misterioso
motivo, mi aspettavo la spogliarellista in accappatoio o in sottoveste.
Così vanno infatti le cose nei racconti gialle, la donna ti aspetta sempre
in sottoveste, i capelli sciolti e una lunga sigaretta in bocca. Alexandra
aveva invece solo la sigaretta. Vestiva con un maglione e un paio di jeans
di quelli così difficili da togliere che le mie speranze ebbero un ‘immediata
battuta di arresto. Chissà se le mutande di Dolce & Gabbana si rovinano
lavandole. "Pensavo che non venissi più… hai detto a qualcuno che ci
saremmo visti?" Domanda che non bisognerebbe mai fare - medito tra di
me – nei film la pongono sempre gli assassini prima di colpire le loro vittime.
"Mi dispiace, Walter, mi dispiace tanto…." Cosa ti dispiace? "E’
una bugia, non mi dispiace proprio per nulla!" E ride. La ragazza deve
essere impazzita. Eppure sono ancora vestito. "Trecento milioni sono
tanti non trovi?" Sono tanti, si, accidenti. "Non potevo rifiutare
la proposta di Oliver…" "Chi è Oliver? L’uomo del lunedì?" " Si,
in un primo momento mi ero seccata quando ho capito che non mi aveva
abbordata per la mia bellezza, ma solo perché gli servivo…Ma, in fondo,
neppure io lo frequentavo perché era bello!" "E che problema ha questo
Oliver?" "Lavoro. Poverino. Solo lavoro. Deve sistemare i pasticci che
combinano i pezzi grossi. Per fortuna, qualche volta, entra in tasca qualcosina
anche noi piccoli, se ci sappiamo fare…" E perché Oliver ti darà trecento
milioni?" "Veramente me li ha già dati, insieme ad un biglietto di prima
classe per Miami. Il volo è per le dieci, ci dovremo sbrigare se non voglio
perdere l’aereo…" Alexandra si mette a guardare con insistenza una porta
chiusa alle mie spalle. Io comincio a comprendere. Cazzo. Le cose si mettono
male. Le probabilità che un giorno mi faccia fuori un marito cornuto si
affievoliscono sempre di più. "E lo Zingaro? Lo porti con te?" "Pavel?
Mi è servito per tenere lontano i corteggiatori che venivano a lamentarsi
di essere stati troppo alleggeriti. Ma di gorilla come lui ne trovo quanti
ne voglio…"
Sento che il
cerchio si stringe. Non capisco bene dove stia il pericolo e mi sento assalire
da un senso d’angoscia. Guardo le mani della ragazza. E’ disarmata. Eppure
non parlerebbe come parla, non si muoverebbe come si muove, non mi guarderebbe
come mi guarda se… "Mi dispiace, Walter…" Alexandra apre la porta
alle mie spalle e un potente ceffone la coglie in pieno viso. "Vaffanculo!"
Un altro ceffone si abbatte sulla spogliarellista. Lo Zingaro furente mi
sembra bello come un Dio greco. Mentre lui finisce di battere a sangue l’ucraina,
io cerco prudentemente di allontanarmi. Dietro la porta dove avrebbe dovuto
esserci Oliver c’era effettivamente Oliver. Colpito alla testa. Pavel ha
la mano pesante. E io che pensavo sapesse fare solo lavoretti di falegnameria.
Mi chino sul corpo dell’uomo svenuto e decido di prendergli il portafoglio.
Voglio sapere chi è. E’ venuto il momento di cominciare a capirci qualcosa
in questa storia.
La più famosa
strada di Roma. Il più famoso Palazzo di quella strada. Mi sono vestito
quasi elegante, anche se l’occasione non è proprio mondana. Viene a ricevermi
un commesso. "Mi aspetta…" Fa un cenno col capo. Avrà capito? Due rampe
di scalone, un busto, un quadro enorme primo ottocento fiorentino, la bandiera
più fotografata del mondo che troneggia sotto un’aquila che sembra disegnata
da un bambino delle elementari. "L’Ambasciatore l’aspetta…" Entro. L’uomo
seduto dietro l’enorme scrivania non si alza e non mi guarda. Mi metto di
fronte, in attesa che faccia segno di accomodarmi. Fa il cenno ma con grande
sofferenza. Si capisce che non vorrebbe essere li. E forse neppure io. "Oliver
è già tornato in Patria…" mi dice in un italiano appena appena caratterizzato
dal tipico accento. "Lei, Signor Ego, non ha nessuna prova e il mio governo
non consentirà ad essere messo sotto accusa senza prove…" "Non credo,
Signor Ambasciatore, che sia un fatto di politica internazionale…" "Si
sbaglia. Lo è. Anche se non per me. Per me è un fatto personale…" "Lo
capisco" dico e mi meraviglio delle mie parole. Che cosa capisco? Un uomo
è stato ucciso, un innocente è in galera, per poco non facevano fuori anche
me…eppure capisco… "Vedere quella foto è stato per me tremendo. Politicamente
era un disastro...la figlia dell'ambasciatore americano che ha un rapporto
orale col rappresentante palestinese in Italia. Immagina la speculazione?
Ma, per me, era peggio. Ho educato questa figlia come ho potuto, dopo la
morte della madre…ho fallito. Ho fallito come diplomatico, ho fallito come
padre…". "Per questo ha fatto uccidere Egidio?" "Si, ero certo di
aver recuperato tutte le foto…" "E ha fatto arrestare Languarelli perché
sapeva e forse perché era stato lui a consigliare a Gaudenzio la sua "fidanzata"
per quella serata di scambi di coppie.." "Già.. scambi di coppie…che
porcheria… "Ma con Languarelli, che sta sul libro paga dei vostri servizi
segreti, siete riusciti a trovare un accordo. Lui non parla ed è meglio
che agli occhi della gente rimanga il ricco fidanzatino della bella ed ingenua
figlia dell’Ambasciatore americano a Roma. "Esatto. Ma restava Gaudenzio.
Anche lui era presente, sapeva che la ragazza con lui era mia figlia e quasi
certamente aveva riconosciuto anche l’uomo con cui…" "Di questo ne dubito,
rincoglionito com’è… in ogni modo lo avete fatto incastrare" E poi restava
lei, signor Ego, anche se le vostre autorità avevano garantito…" "Che
cosa avevano garantito?" "Che lei era un mezzo deficiente, notoriamente
incapace di fare il mestiere che dice di fare e che sopravvive solo grazie
alla sua socia che la mantiene. La polizia italiana riteneva estremamente
improbabile che lei scoprisse la verità…" Già, invece la polizia…",
pensai tra di me. "E adesso, che cosa vuole, signor investigatore?"
Il vecchio ambasciatore
si era alzato, fatto il giro della enorme scrivania, mi prende sotto braccio
facendomi osservare un cassetto aperto. All’interno, una pistola. "Ho
pensato anche a quello. A farla finita. Come uomo non mi importerebbe, ma
come rappresentante degli Stati Uniti d’America sarebbe un gravissimo sbaglio.
Uno scandalo…" "Nessuno vuole questo… forse dobbiamo solo…come dire…salvare
il salvabile.." "Che cosa vuole salvare?" "Ad esempio, quel povero
disgraziato di Gaudenzio, che è ancora in prigione…" "Lo salveremo. Come
salveremo la sua licenza. Anche se questa seconda cosa è paradossalmente
più difficile…" Ci viene quasi da sorridere. I rumori di via Veneto
si fanno più chiari e distinti. Il sole tramonta. E sui tetti non vedo più
cecchini.
Sono due giorni
che me ne sto rintanato nel mio studio sulla Portuense. Gaudenzio è stato
liberato ma si è guardato bene dal venirmi a ringraziare. Lo Zingaro e Alexandra
si sposeranno. Sembra che lui abbia trovato, non si sa come, trecento milioni
e almeno per un paio d’anni l’ucraina farà solo spogliarelli privatissimi.
Di faccia la ragazza non è più bellissima (sembra Benvenuti dopo aver incontrato
Monzon) ma il corpo si è decisamente salvato dal disastro. Sono certo che
colui che mi ha salvato la vita (stento ancora a crederlo) si accontenterà.
Renzo Languarelli ha annunziato ufficialmente il fidanzamento con la figlia
dell’ex ambasciatore americano che è stato destinato a Camberra. La Lazio
ha vinto fuori casa col Bologna e Nicola si è fatto bello in televisione
con un caso che gli ha risolto Cirillo. Il mondo va come sempre. In fondo
a chi importa ormai di sapere chi ha ucciso un paparazzo? Telefono a Marianna.
La bella giornalista di "Vizi della Capitale" mi risponde con voce squillante.
"Sono Walter Ego, ti va se vengo a bere qualcosa a casa tua questa sera?"
A parte una bestemmia, non riesco a capire quasi nulla di quello che mi
risponde. Deve essere decisamente pazza di me. Poi vi racconto…
MASTRO
TITTA 2003 - tutti i diritti riservati.
Questo racconto
di Walter Ego è opera di fantasia. Qualsiasi riferimento a persone veramente
esistenti o fatti realmente accaduti è frutto di casualità. I luoghi
reali sono presenti esclusivamente per conferire veridicità al racconto.
La lettura non è consigliata ai minori di quattordici anni.
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