PARCO NAZIONALE D’ABRUZZO
Istituito l’11 gennaio 1923 e ubicato nel cuore degli
Appennini includeva, all’epoca, un territorio appartenente a sei comuni
laziali, ad un comune molisano e ad undici comuni abruzzesi; ampliato più
volte (nel 1925, nel 1926, nel 1976, nel 2000), attualmente comprende un’area
di 50.000 ettari circa alla quale si può aggiungere una fascia protettiva
esterna di circa 25.000 ettari.
L’idea della creazione del Parco fu la conseguenza di
quello che era la riserva reale di caccia del 1872, soppressa e ricostituita
per ben due volte, con il fine di conservare le caratteristiche geologiche
del luogo e di mettere riparo alla totale distruzione di alcune razze di
animali, altrove scomparse.
La sua creazione fu proposta fin dal 1913 da una "Lega
nazionale per la protezione dei monumenti naturali" (emanazione della Società
botanica italiana), allora presieduta dal Prof. Romualdo Pirotta.
Destinato a difendere i valori della fauna autoctona,
come l’orso d’Abruzzo (Ursus arctos marsicanus), il camoscio d’Abruzzo
(Rupricapra ornata), il gatto selvatico (Felis silvestris molisanus),
il lupo (Canis lupus italicus) e molti altri animali, nonché una
magnifica vegetazione e una ricca flora appenninica, questo Parco non è
mai stato in grado, fino ad oggi, di realizzare in pieno le sue finalità,
sia per l’assedio del turismo residenziale, sia l’insofferenza alle limitazioni
d’uso, e sia per l’inclusione, nel Parco, di grossi centri abitati, come
quelli nella Piana di Pescasseroli e nell’alta Val di Sangro.
L’ossatura del Parco è costituita da tre catene di montagne
che seguono la direzione Nord-Ovest e Sud-Est e, tra questi muraglioni,
il fiume Sangro ha scavato una valle verdissima lungo la quale corre la
Strada statale n. 83 che, al Valico di Gioia a Nord e al Valico di Barrea
a Sud dove si godono panorami splendidi, rappresenta le due principali aperture
per l’accesso al Parco.
Con un po’ di fortuna si possono incontrare gli orsi,
ne sono presenti circa un centinaio e poiché gli orsi sono animali abitudinari
e frequentano sempre i soliti posti: in autunno in cerca di bacche e in
primavera quando è il periodo degli accoppiamenti, guidati da persone esperte,
l’avvistamento è facile ed entusiasmante.
Sicuramente più facile è, invece, l’avvistamento dei
camosci; sono più numerosi, circa 600 esemplari e sono tra i più belli del
mondo e tra i più rari in Europa; hanno possenti corna e bande scure sul
manto; si trovano in gran parte sui Monti della Meta.
Molto belli ed imponenti sono anche i cervi che, reintrodotti,
si sono facilmente acclimatati, come anche i caprioli, presenti con circa
quattrocento capi.
I lupi invece sono presenti con una cinquantina di esemplari.
Altre rarità animali che si possono incontrare sono:
le lontre che vivono nelle acque del Sangro e del Fondello; i gatti selvatici,
la lince, le martore, i tassi, le volpi, le puzzole, le faine, le donnole.
Tra i volatili, oltre all’aquila visibile solo quando
vola e con una buona dose di fortuna essendo presenti solo cinque coppie,
il falcone pellegrino, il picchio, il gufo, lo sparviero, il fringuello,
l’astore, l’allocco, il colombaccio, lo spioncello, la pernice azzurra,
il germano reale, la coturnice, il codirosso, il raro corvo imperiale e
tanti altri ancora.
Tra i rettili sono presenti: l’aspide, il biacco, il
saettone, la vipera dell’Orsini, il cervone, la biscia del collare, il columbro
liscio, ecc.
I boschi densi e fitti che accompagnano la strada verso
la cima del Monte Tranquillo o quelli che portano al "Passaggio dell’orso"
comprendono faggi, aceri, cerri, i rari pini di Villetta, le conifere, il
ginepro, il pino mugo, il carpino bianco e nero, il biancospino, il pioppo,
il salice, l’ontano, il sorbo sia montano e sia quello degli uccellatori,
ecc.
Tra i fiori del Parco, oltre mille specie diverse, spiccano
i giaggioli dall’intenso colore blu-viola (Iris marsica) e l’orchidea
Scarpetta di Venere (Cypripedium calceolus) oltre alla genziana (Gentiana),
all’aquilegia (Aquilegia), al ciclamino (Cyclamen), alla rosa
canina (Rosa canina), alla campanula (Campanula), ecc.
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