PARCO NAZIONALE DEL CILENTO e DEL
VALLO DI DIANO
Il Parco Nazionale del Cilento e del Vallo di Diano è
stato costituito in forza della legge 6 dicembre 1991, n. 394, concernente
la legge quadro sulle aree protette; la sua estensione è di 178.172 ettari
ed è il secondo Parco per estensione in Italia.
Il nome "Cilento"deriva da Cis-Alentum (al di
qua del fiume Alento); la sua superficie si estende tra la piana del Sele
a Nord, il Vallo di Diano ad Est, il Golfo di Policastro a Sud e la costa
tirrenica ad Ovest.
Dal 1997 fa parte della "Rete", riconosciuta a livello
internazionale, delle "Riserve della Biosfera del MAB-UNESCO"; tale riconoscimento
è diretto a mantenere un equilibrio tra l’uomo e il suo ambiente mediante
la conservazione delle diversità biologiche, la promozione dello sviluppo
economico e la salvaguardia dei valori culturali.
Il Parco ha una duplice natura geologica delle rocce:
una caratterizzata da fitte stratificazioni che in conseguenza assumono
forme e colori molto particolari rese ancora più singolari per la presenza
della macchia mediterranea; l’altra (nella parte interna) caratterizzata
da rocce calcaree e da dolomie con una struttura tabulare e un’orografia
complicata dalla forte erosione dei corsi d’acqua che hanno inciso, nelle
rocce, profondi solchi (doline, grotte, sorgenti); il tutto reso ancora
più animato dalla ricchezza di boschi e di valli fluviali.
Il litorale si presenta molto accidentato con promontori
rocciosi, piccole baie, pittoresche insenature e strette spiagge sabbiose
con un paesaggio dapprima uniforme, poi, alquanto mosso e selvaggio, in
una delle zone più intatte e pittoresche della costa tirrenica.
Lungo la frastagliata costa, orlata da scogli, si aprono
numerose grotte con secolari stalattiti e stalagmiti e con presenze di resti
preistorici.
Oltre a questa bellezza tutta naturale, il Cilento conserva
le testimonianze di grandi popoli che hanno occupato con insediamenti le
sue aree: basti pensare a Paestum, immersa, con i suoi templi nella silenziosa
Piana del Sele, a Elea, centro culturale fra i più famosi della Magna Grecia,
al Vallo di Diano, bacino di un antico lago cinto da alte catene montuose
e costellato da torri fortificate, castelli e certose, a Capo Palinuro che
ricorda il nocchiero di Enea annegato in mare per esservi caduto nel sonno,
e qui apparso all’eroe, chiedendo sepoltura.
Foreste di faggi, lecci, ontani, olmi, tigli, frassini,
castagni, querce e cerri caratterizzano l’interno del Parco e rappresentano
la flora delle quote superiori mentre la macchia mediterranea composta di
lentischi (Pistacia lentiscus), ginepri (Iuniperus), carrubi (Ceratonia
siliqua), ginestre (Genista), graminacee (in particolare l’Ampelodesmos
mauritanicus molto diffuso nella fascia costiera fino agli 800 metri di
altitudine) è specifica della fascia costiera.
I fiori tipici del Parco sono: la primula di Palinuro
(Primula Palinuri), un fiorellino bianco simbolo del Parco, il giglio marino
(Pancratium marittimum), lo statice (Limonium remotispiculum), il garofano
delle rupi (Dianthus rupicola), l’iberide (Iberis semperflorens), ecc…
La fauna è diversificata per la presenza della varietà
ambientale; l’aquila reale (Aquila chrysaetos), il coturnice (Alectoris
greca) il gufo reale, il corvo imperiale (corpus corax), il gracchio (Pyrrhocarax),
il lupo (Canis lupus), la volpe (Vulpes), la martora (Martes) costituiscono
la fauna dei comprensori montani, mentre il falco pellegrino (Falcus peregrinus)
e il lanario (Falcus biarmicus) hanno il loro habitat sulle rupi; la lontra
popola i corsi d’acqua.
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