PARCO NAZIONALE DELL’ASPROMONTE
Istituito il 28 agosto 1989, il Parco Nazionale dell’Aspromonte
si presenta come una struttura aspra e accidentata, ricoperta di immense
foreste che si estende dall’estremità meridionale della Calabria tra il
Mar Tirreno, lo stretto di Messina e il Mar Ionio.
Il massiccio dell’Aspromonte è costituito in prevalenza
da gneiss e micascisti archeozoici, nella sua parte centrale, e da formazioni
sedimentarie posteriori nella periferia; la parte più elevata, che culmina
con il Monte Montalto di 1.955 metri, è costituita da una catena da cui
partono numerosi contrafforti, su uno dei quali corre lo spartiacque Tirreno-Ionio;
quasi tutti i contrafforti scendono assai ripidi verso il mare.
Forre profonde e selvagge dovute all’azione dei corsi
d’acqua di torrenti e fiumare caratterizzano l’ambiente reso ancora più
suggestivo dalla ricchezza di vegetazione tipica della macchia mediterranea
e del sottobosco.
Altra caratteristica morfologica dell’Aspromonte è la
presenza di terrazzi( chiamati piani o campi), scaglionati
su quattro livelli sovrapposti e distribuiti a diverse altezze; sui più
alti il clima è nettamente alpino per attenuarsi gradatamente nella discesa
verso il mare.
Lungo le strade tortuose si dispiegano i paesaggi delle
grandi vallate e delle dorsali montane, da cui alberi giganteschi si levano
verso il cielo, come sembrano librarsi verso il cielo gli isolati paesini
dell’osso più duro della Calabria.
L’itinerario poi sale ancora, oltre i 1.300 metri, nel
paesaggio incantevole della montagna verde di pini larici, faggi, pioppi,
acacie, sorbi, abeti che si levano solenni nel silenzio rotto solo dal soffiare
del vento.
In queste immense selve si rifugiò Garibaldi con i suoi
2.000 volontari nel 1862 quando, muovendo dalla Sicilia, tentò un colpo
di mano per restituire Roma all’Italia.
Il 29 agosto dello stesso anno fu raggiunto dall’esercito
regio e nello scontro Garibaldi fu ferito ad una gamba e imprigionato per
un mese. Fu poi amnistiato.
Nella zona litoranea fino a 300 metri predominano agrumeti,
orti, frutteti, talvolta irrigui; nella collina, fino a 600 metri vigneti
e uliveti.
La fauna conserva ancora entità più che rimarchevoli
soprattutto per quanto riguarda i rapaci, sono presenti l’aquila reale,
il gufo reale, il biancone (Circaetus gallicus) un rapace che si
nutre di rettili, anfibi e piccoli mammiferi, lungo circa sessanta centimetri
con testa grossa, occhi grandi, ali lunghe ed ampie e con una colorazione
bianca nelle parti inferiori del corpo e scura in quelle superiori, il capovaccaio,
l’astore, lo sparviero, il falco pecchiaiolo, ecc. …
Tra i mammiferi: il lupo, il cinghiale, il gatto selvatico,
lo scoiattolo, la martora, la lontra, ecc. …
Di grande interesse scientifico è un piccolo roditore
noto soprattutto nelle Alpi: il driomio (Dryomys intermedius), un
animaletto lungo appena una decina di centimetri, dall’aspetto intermedio
tra il ghiro e il quercino.
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