PARCO NAZIONALE DEL CIRCEO
Istituito
nel 1934, nella Provincia di Latina, comprendeva un’area di 7.444 ettari
entro cui erano situati alcuni notevoli valori ambientali: un lembo dell’antica
foresta di Terracina, ora "foresta demaniale di Sabaudia" con vegetazione
a querce, carpini, olmi, frassini; il promontorio del Circeo, ancora ricoperto
di vegetazione sempreverde mediterranea, con notevoli avanzi archeologici
e anche con una importantissima stazione dell’uomo preistorico; infine,
la duna litoranea che si estende per ben 28 chilometri, interposta tra il
mare e un interessante ambiente lacustre, popolata da ginepri, olivastri,
lentischi.
L’area del Parco del Circeo, dopo successivi ampliamenti,
ha, oggi, una superficie di circa 8500 ettari comprese le isole pontine
di Ponza e Zannone.
Una leggenda afferma che il nome di questo posto, in
cui il mare ha scavato per secoli profonde grotte, derivi dal nome della
maga Circe che abitava in questo luogo dopo che il padre Elio, con il suo
cocchio, l’aveva portata qui dalla Sicilia; ed è sempre la leggenda che
narra del passatempo preferito della maga nel preparare pozioni magiche
e terribili droghe per domare le belve più feroci; droghe e pozioni che
conosceva bene Ulisse quando Circe trasformò in porci i suoi compagni.
Leggenda a parte, sulle dune cresce una pianta dai "magici"
effetti soporiferi è la "Euphorbia dendroides" il cui lattice, proprio per
le proprietà sedative, viene usato dai pescatori come esca.
Soggetto, purtroppo, all’invadenza di insediamenti residenziali,
ai quali a suo tempo sono state aperte ampie possibilità, pervaso sempre
più da lottizzazioni, da insediamenti alberghieri e turistici in genere,
il Parco Nazionale del Circeo sembra quasi non esistere più; il poco che
ancora si salva è dato da un insieme di limitate riserve, entro un territorio
così densamente e disordinatamente pervaso da turismo residenziale.
Diversi ritrovamenti testimoniano la presenza dell’uomo
già 70.000 anni prima di Cristo come il teschio che presenta gli stessi
caratteri somatici dell’uomo di Neanderthal, rinvenuto nella grotta Guattari
a San Felice Circeo.
Il mare, con la sua costante risacca, ha scavato numerose
grotte e ripari naturali come le fonti di Lucullo, anticamente vivaio per
pesci dove si utilizzava l’alternarsi delle maree, oggi frequentate per
le acque curative delle malattie dell’apparato digerente e delle vie urinarie;
e non solo da oggi se nei pressi sorgono i resti dell’epoca romana ed imperiale
della villa di Domiziano, presso la quale è stato portato alla luce anche
uno stabilimento termale.
Anche le mura ciclopiche che cingevano l’antica città
romana (secolo III a.C.) e il Tempio dedicato a Giove Anxur, (secolo I a.C.),
situato sulla vetta del Monte Sant’Angelo a Terracina ed anche i monumenti
cinquecenteschi come la Torre del Fico e la Torre Vittoria a San Felice
Circeo sono chiare testimonianze dell’interesse storico di questo luogo,
deturpato dall’eccessivo insediamento umano.
La struttura del territorio permette differenti situazioni
ambientali; nelle foreste predominano, oltre ai già citati carpini, querce,
olmi, frassini, anche lecci, sughere, cerri con un pullulare di ciclamini,
di primule, di fragole e di edera nel sottobosco; sul promontorio predominano
lecci, corbezzoli e ginepri; sulle dune, ricche di sabbia, la flora è rappresentata
essenzialmente dal ginepro, dall’olivastro, dal lentisco e dal giglio marino
mentre nelle zone umide, la presenza del giunco è la massima espressione
vegetativa.
Anche la fauna, ospitata nel Parco, è legata alle situazioni
ambientali e alla dislocazione geografica poiché il Parco si trova sulla
rotta degli uccelli migratori quindi, nelle foreste è facile incontrare
il cinghiale, il capriolo, il daino, il tasso, la donnola, il riccio, la
volpe la puzzola, …; tra i volatili stanziali oltre ai passeracei, il gufo,
la civetta, il gheppio, l’allocco, il barbagianni, il falco, la poiana,
il picchio, il colombaccio, ecc..; tra gli uccelli migratori: la tortora,
la gru, il fenicottero, la cicogna, ecc…
Sempre nel fitto del bosco trovano posto anche i rettili
come: il cervone, il biacco, l’orbettino, la vipera, …
Nella parte riservata al promontorio si possono incontrare
volpi, cinghiali, tassi, ricci, … mentre le dune sono percorse da volpi,
conigli selvatici, donnole, istrici, …
Nelle zone umide: falchi, pivieri, folaghe, pittime,
fagiani, garzette, fischioni, mestoloni, aironi, cicogne, …
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