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PARCO NAZIONALE DELLA SILA (CALABRIA)

Il Parco Nazionale della Sila è stato istituito con Decreto del Presidente della Repubblica 14 novembre 2002; ha una superficie di oltre 73.000 ettari comprensiva del territorio già ricadente nel Parco Nazionale della Calabria (7.000 ettari).

Scopo della sua costituzione è la conservazione delle caratteristiche ambientali e della educazione e ricreazione dei cittadini.

La prima idea di costituzione di un Parco risaliva al 1919 quando il botanico Fridiano Cavara propose l’istituzione di un “Parco della Sila”, territorio, allora, non ancora modificato dai grandi impianti idroelettrici e dai bacini artificiali; l’anno successivo un altro botanico, Biagio Longo avanzò una proposta di costituzione del Parco con la denominazione dell’inglobato Parco della Calabria.

L’intero territorio del Parco si estende sull’altipiano della Sila e lo sguardo spazia tra la Sila Piccola a sud, la Sila Greca a nord e la Sila Grande al centro, in un’alternanza di boschi impenetrabili, corrosi burroni, strette strade e vecchie case di pietra.

Le caratteristiche geologiche e morfologiche del Parco rispecchiano quelle dell’intera Sila che è composta di un vasto nucleo granitico preceduto da una larga fascia cristallina, con evidenti presenze di calcari cristallini, quarzi e dioriti nella parte Nord e Sud-Ovest e porfidi nella parte centrale; da un territorio montagnoso, ammantato di magnifiche foreste di pini, abeti e faggi che gli hanno meritato il nome di “gran bosco d’Italia”.

L’altopiano che si mantiene su quote attorno ai mille metri si protende verso il mare Ionio e culmina nel Monte Botte Donato di 1.928 metri di altitudine nella Sila Grande e nel Monte Gariglione di 1.764 metri nella Sila Piccola.

Il paesaggio si dispiega in una natura dal fascino sottile, eppure, un tempo, questi erano i luoghi terribili dei briganti e dei famosi lupi della Sila.

Questi temibili carnivori, predatori di greggi, hanno subito negli anni sessanta una forte decimazione tanto da costringere le autorità a ricorrere ad una scrupolosa protezione di tutto il territorio del Parco per agevolarne la prolificazione e l’accrescimento.

Oltre al lupo fanno parte della fauna silana cervi, caprioli, reintrodotti per ristabilire l’equilibrio biologico ambientale, volpi, tassi, lepri, scoiattoli, ghiri, faine, puzzole, lontre, ecc.

Le vaste radure delle parti più basse sono adibite al pascolo bovino brado (transumante nell’inverno verso il Mare Ionio) e all’ovino.

Tra gli uccelli hanno grande rilevanza i rapaci: falchi, poiane, gheppi, gufi, allocchi e sparvieri che sono presenti in numerosi esemplari; come in molti esemplari sono presenti anche i rettili ed in modo particolare la vipera aspis dalla testa larga ben distinta dal collo, con il muso leggermente rivolto all’insù con una colorazione grigiastra nella parte vertebrale, la vipera berus, grigiastra superiormente oppure tutta nera, entrambe pericolose per il morso velenoso.

Le numerose zone umide sono popolate da germani reali, aironi, garzette, svassi, ecc.

Nelle fredde acque dei torrenti la trota fario (salmo fario) può raggiungere anche i 60 centimetri di lunghezza.

La flora, oltre al caratteristico e assai resinoso Pino Laricio, varietà calabrica, che crea sulle alture fittissime foreste nelle quali raggiunge dimensioni notevoli, è rappresentata anche dal castagno, dall’ontano e da altre latifoglie come il cerro, l’acero montano, ecc.; verso le vette e oltre i 1500 metri di altitudine, il faggio e l’abete.

I fiori spontanei sono numerosissimi: crochi, giunchiglie, anemoni, gigli, ranuncoli, ciclamini, viole, veroniche, ecc. e soprattutto rose e ginestre oltre alle numeroso piante officinali.

 

 

 

 

 

 

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