PARCO NAZIONALE DELL’ALTA MURGIA
Istituito
con Decreto del Presidente della Repubblica 10 marzo 2004, il Parco Nazionale
dell’Alta Murgia comprende un territorio ripartito in tredici comuni della
provincia di Bari.
L’ambiente, a volte, aspro e duro perché roccioso e sconfinato
e, a volte, delicato e purissimo perché rinverdito di uliveti e macchia
mediterranea, è caratterizzato da grandi estensioni, profondi orizzonti
e da colori vivi, limpidi e decisi.
Gravine, trulli, torri, tratturi, chiese rupestri, pascoli
sassosi, numerose masserie disseminate negli ampi spazi perimetrati da chilometri
di muretti a secco, cisterne, antiche piscine, terreni rocciosi, zone archeologiche,
campagne senza costruzioni (vi regnano incontrastati i pascoli e i seminativi
nelle zone più elevate, uliveti, mandorleti e vigneti in quelle più basse)
interrotte da zone di cospicua edilizia, sono le emergenze da conservare,
tutelare e valorizzare insieme con una varietà di flora e fauna altrove
sconosciuta o rara.
Il Parco comprende l’Altopiano delle Murge: paesaggio
storico dal momento che la natura non è cambiata dal medioevo in avanti
fino ad arrivare ai nostri giorni.
L’altopiano si estende con direzione NordOvest-SudEst
per circa 150 chilometri tra il basso corso del fiume Ofanto e la cosiddetta
Soglia Messapica, cioè l’istmo Taranto-Brindisi, che lo separa dalla penisola
salentina.
Costituito prevalentemente da formazioni calcaree, cui
spesso sono sovrapposte rocce cenozoiche friabili o depositi sabbiosi e
argillosi, culmina a 686 metri nella Torre Disperata.
L’altopiano che verso Sud-Ovest precipita con una balconata
rocciosa nella cosiddetta Fossa Bradanica (che lo divide dall’Appennino
lucano), verso Nord-Est, degrada dolcemente, con un declivio terrazzato,
a formare la regione costiera della Terra di Bari.
Manca una rete idrografica superficiale e molto diffusi
sono i fenomeni carsici come le doline e le grotte, sia in superficie e
sia in profondità; le famose Grotte di Castellana non sono che un esempio
di tale straordinario fenomeno come altrettanto inconsuete sono le doline
che raggiungono grandi profondità; famose quelle di Pulicchio che si spingono
fino a cento metri.
Si è in presenza di uno degli aspetti della Puglia più
caratteristici: grandi panorami su un rincorrere di colline e, di quando
in quando, masserie ed ovili.
Ovunque appaiono i segni del duro lavoro dell’uomo nei
confronti di un terreno fatto di sassi affioranti, a volte appena coperti
da un leggerissimo strato di terra, eredi di fiumi ormai asciutti che accolgono,
nel letto ormai inaridito, coltivazioni o garighe: formazioni vegetali,
tipiche delle zone asciutte mediterranee, su terreni calcarei, formate specialmente
da piante cespugliose di altezza ridotta (rosmarino, timo, elicriso, ecc.
…).
Magnifiche e precoci fioriture di orchidee selvatiche,
piccoli giaggioli dal colore giallo tipici della zona, peonie selvatiche,
asfodeli, ecc. sono i fiori protagonisti di questo inusuale territorio.
La fauna è rappresentata da cinghiali, gatti selvatici,
volpi, faine, e roditori in genere; tra i rapaci il capovaccaio, il falco
Naumanni (chiamato anche grillaio) - unicamente presente nelle Murge
- che è anche il simbolo del Parco, il falco lanario, …; l’avifauna, oltre
ai rapaci, comprende un numero notevole di altri piccoli uccelli quali il
rondone, la taccola, la cornacchia, l’allodola, il gheppio , la rondine
comune, il fringuello, la cincia, la beccaccia, ecc.; tra i rettili: la
testuggine terrestre, il colubro leopardino (Elaphe situla): un serpente
dai colori vivaci giallo-nocciola a macchie rossicce e l’indole particolarmente
battagliera, le natrici (Natrix natrix), bisce d’acqua lunghe anche
più di un metro.
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