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PARCO NAZIONALE DELLE FORESTE CASENTINESI, MONTE FALTERONA, CAMPIGNA

La storia delle Foreste Casentinesi inizia con una documentazione risalente all’anno mille quando il territorio apparteneva ai monaci camaldolesi, ai benedettini e a nobili famiglie locali che misero in atto tutti gli accorgimenti per preservare e conservare il complesso forestale; nel Rinascimento il territorio passò al Granducato di Toscana che dalle foreste ricavò legname per opere civili e militari e, nel 1914, dopo uno sfruttamento industriale da parte di privati e una sommossa popolare contro tale sfruttamento, le Foreste Casentinesi passarono allo Stato.

La prima proposta di trasformare le Foreste Casentinesi in un Parco, che ne consentisse la naturale conservazione, risale agli anni Sessanta; della stessa epoca venne avanzata anche la proposta di creare un Parco naturale del Falterona e, qualche anno dopo, la necessità di trasformare in Parco naturale anche la Campigna.

Numerose vicende alternative si conclusero nel 1993 con l’istituzione del Parco nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona, Campigna inglobando in un’unica struttura amministrativa un territorio a cavallo tra Romagna e Toscana.

I due versanti presentano caratteristiche diverse; più aspro il versante romagnolo con valli strette, incassate e pareti rocciose, coperte da boschi; più dolce il versante toscano nel quale si collocano i territori della Verna, Mugello, Valle dell’Arno e Casentino, incantevole terra di eremi e castelli contornata da suggestivi monti e con sublimi scorci naturalistici.

Il rigoglio della vegetazione e l’abbondanza delle acque sono le due caratteristiche costanti del panorama forestale e montano delle Foreste Casentinesi, che abbracciano un territorio boschivo di oltre 10.000 ettari, caratterizzato da arenarie plioceniche nella parte alta e da lastre o scaglie, con presenza di scisti argillosi che conferiscono alla roccia un colore rosso intenso, nella parte più bassa; l’abbondanza di acque consente un rigoglio di vegetazione ed una vista pregevole di piccoli torrenti, cascate, sorgenti che facilitano lo sviluppo ideale di abeti bianchi, faggi, aceri, pioppi, tigli, cerri, carpini, castagni, ontani, noccioli, ciliegi, ...

Nel sottobosco: lamponi, mirtilli, biancospino, agrifogli, ginepri oltre a fiori bellissimi: gigli martagoni, aquilegie, miosotis, anemoni, genziane, primule, …

La fauna è numerosa anche se numerosi capi sono stati reintrodotti già nel periodo temporale risalente alla proprietà del Granducato di Toscana; nella foresta predominano il cervo, il capriolo, il daino e il muflone; capi meno numerosi sono il tasso, il ghiro, lo scoiattolo, …

Il Falterona, che si erge tra il Casentino, il Mugello e le valli romagnole del Ronco e del Montone, al punto ove si distacca la catena del Pratomagno, la cui vetta più alta è data dal Monte Falco (1.657 metri), è ricco di pascoli, di faggi, di abeti, di ulivi.

Il Falterona è anche luogo di villeggiatura ben attrezzata per gli sport invernali.

La foresta di Campigna, posta a 1.068 metri sul livello del mare nell’alta valle del Bidente di Corniolo, sulla strada del passo de La Calla, ha una lunghezza di otto chilometri e una larghezza di due chilometri ed è situata nel versante nord-est della dorsale appenninica tra il Monte Falco e il Monte Scali (1.520 metri).

Una visita al Parco non può prescindere da una escursione all’Eremo di Camaldoli ad 816 metri di quota, immerso nella pace e nella maestosità dei boschi casentinesi e da una escursione alla Verna dove intorno al monastero aleggiano affascinanti storie e leggende legate alla figura di San Francesco; quello della Verna è uno dei più famosi santuari francescani; ai mistici ricordi del Santo e alla semplicità e austerità degli edifici monastici, si aggiunge la suggestione dell’ambiente naturale, di intatta bellezza.

 

 

 

 

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