PARCHI NATURALI
Sembrano il mondo prima del peccato originale o le ultime
zone primitive e selvagge dove il paradiso sembra essersi fermato a protezione
dell’ambiente, di quel mondo, cioè, antico e misterioso che ha costruito
e tuttora alimenta la vita.
Il nome di Parco all’origine indicava un tipo di giardino
alberato; solo nella seconda metà del secolo scorso è entrata nell’uso comune
una categoria di Parchi destinati esplicitamente alla conservazione della
natura.
Oggi quasi tutti i paesi del mondo hanno adottato il
termine di "Parco Nazionale" per indicare un’istituzione di alto prestigio
e di massimo impegno di conservazione, intesa nel senso più completo, dell’ambiente
naturale.
I Francesi rivendicano le prime origini alla creazione
di una "riserva artistica" sin dal 1853, nella foresta di Fontainebleau;
si trattava di consentire ai pittori della scuola di Barbizon di immortalare
sulla tela le immagini più fantasiose e pittoresche della natura in un luogo
destinato alla deforestazione.
Dobbiamo attendere, però, il 1872 per veder nascere il
primo, vero, Parco Nazionale che è quello di Yellowstone negli Stati Uniti;
il 1° marzo di quell’anno, infatti, venne emesso il decreto che destinava
una notevole area (circa 900.000 ettari) alla conservazione, alla educazione
e alla ricreazione. L’atto ufficiale dichiarava, infatti, di voler: "… mettere
al riparo da ogni depredazione umana le bellezze e celebrità naturali più
notevoli del paese; favorire, per mezzo della natura, l’educazione e la
ricreazione del popolo …".
In un paese come l’Italia o in un paese europeo densamente
popolato e riccamente intrappolato di interessi umani, le norme che disciplinano
un Parco Nazionale devono tener conto di una coesistenza armonizzata dell’uomo
con la natura e, nello stesso tempo, devono essere preservati tutti i valori
scientifici e umani; perciò, i parchi devono essere dei luoghi di studio
e di osservazione con finalità scientifiche, educative e ricreative; le
prime sia per la difesa delle specie vegetali e animali minacciate di distruzione
e sia per la tutela di equilibri biologici; le seconde che insegnano, a
diretto contatto con l’ambiente, l’amore della natura; ed infine le ultime
che realizzano luoghi dove, tramite il turismo non residenziale, i visitatori
possono cercare una reintegrazione di energia e un recupero di risorse fisiche
e mentali.
Naturalmente questi criteri non esauriscono tutti i compiti
di una conservazione valida perché anche al di fuori di un parco deve svolgersi
un’attenta opera di salvaguardia dell’ambiente in tutta la sua estensione
e in tutte le sue forme. La conservazione della natura e delle sue risorse
è un interesse umano universale e la creazione di un parco fa sì che si
sottragga qualche lembo di natura ancora integra allo sfrenato degrado ambientale.
|