Storia dello
studio
Tadolini
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Lo studio Tadolini al numero civico 150 B
della via del Babuino, il nome deriva da un sileno che sta sopra la fontana,
all’angolo via dei Greci presso la chiesa greco–cattolica di San’Atanasio,
che oggi è diventato Museo Canova-Tadolini, come indica la targa sopra il
portone è lo studio di quattro generazioni di scultori dal 1818 al 1967.
Finalmente aperto
– merito di Ida Benucci e Tommaso Gargari - il pubblico può ammirare
un autentico studio con una vasca dove si scioglieva il gesso, affiancato
con gli strumenti, ai bozzetti, ai calchi, ed ai gessi per preparare
quasi 500 opere, che hanno preso vita nel bronzo e nel marmo per tramandare
ai posteri l’effigie dei Grandi, sparpagliati in Europa, America e America
Latina e persino in India. L’intera collezione è vincolata dai Beni Culturali
e conservati nei 600 metri quadri dell’atelier.
Adamo Tadolini (1788-1868)
primo artista della dinastia, di origine bolognese divenne discepolo
prediletto di Antonio Canova quando si stabilì a Roma nel 1814. Quattro
anni più tardi nel 1818 Canova firmò per lui, a titolo di garanzia
detta – “sicurtà solidale” - il contratto d’affitto con gli amministratori
del Collegio dei Greci sottoscritto da tal Nicolò Albacini probabilmente
discendente di Carlo Albacini (1739-1813) che lavorò nello stesso studio
negli anni precedenti. Lo Studio di Canova si trovava solo a pochi passi
da via del Babuino in via delle Colonette 26/27 accanto all’ospedale San
Giacomo.
Seguono i figli di
Adamo: Scipione Tadolini (1822-1892) e Tito (1828-1910), che fondano
una associazione per eseguire delle copie richieste in Europa e in America.
Giulio
(1849-1918) che è figlio di Scipione ed uno dei più ricercati ritrattisti
dell’epoca ed e lui che pubblicò i
Ricordi autobiografici
del nonno Adamo Tadolini nel 1900.
E l’ultimo erede,
figlio di Giulio era Enrico Tadolini (1884–1967),
indirizzato verso la «classicità», motivo
per cui si distanziò dai «Manifesti» della sua epoca – come per esempio
quello di Umberto Boccioni del 1912.
Nello studio hanno
posato Sovrani, principi, Cardinali, condottieri, scienziati, ed è passata
la storia di due secoli, sono documenti, che svelano l’intimità di personaggi,
che per un verso o per un’altro, sono giunti sulla vetta della celebrità
come indicano le targhe commemorative nelle sale con le rispettive iscrizioni:
di Pio IX, che porta la data 1869 e che riferisce la lode del pontefice
all’opera dell’Arcangelo di Giulio Tadolini (oggi a Boston), Vittorio Emanuele
II e Umberto I.
I più famosi
committenti e collezionisti dell’arte contemporanea erano i Torlonia,
Napoleone e la sua famiglia, l’Austria con Metternich e Esterhazy, Inghilterra
con duca di Devonshire e Lady Beaumont e la Russia con Demidoff e Jussupov.
Incorniciati
e ben visibile appesi alle pareti sono le lettere autografe del conte Sommariva
riguardante la famosa opera dell’
Amore e Psiche
di Canova, copia che Adamo scolpì nel 1822 (oggi in Villa Carlotta a Bellaggio),
oppure la lettera di Gioacchino Rossini, con la quale il grande compositore
incarica Adamo di eseguire il monumento funebre per il padre della cantante
Isabella Angelica Colbran, prima moglie di Rossini. Disegnò lui stesso la
bozza del monumento per consigliare allo scultore il suo gusto estetico,
e poi, in tutta fretta, si scusa:
- “Io non so disegnare, pure ti faccio due segnacci onde tu col tuo genio
possa riporlo come credi. Disegno degno di un maestro di musica, ma che
l’amico perdonerà …”.
Oggi però, dopo il difficile passaggio
dagli l’ultimi eredi agli attuali proprietari è cambiato notevolmente l’aspetto
dello studio in quanto si poteva ammirare ancora un paravento, dipinto dalla
Regina Margherita, oppure i quadri del paesaggista Anivitti in parte con
deleghe all’amico Enrico; inoltre i bellissimi acquarelli dei costumi
teatrali eseguiti da Cesare Fraccassini, il primo maestro di Giulio Tadolini.
Questo era l’interieur quando Giuseppina Tadolini, figlia di Enrico
era ancora in vita (fino al 1996) e quando l’autrice eseguì la ricerca sui
Tadolini per tanti anni a cura del Gruppo dei Romanisti e Elena Talenti,
pubblicato nel volume: Tadolini: Adamo, Scipione, Giulio, Enrico ; quattro
generazioni di scultori a Roma nei secoli XIX e XX , Roma 1996.
Tamara Felicitas Hufschmidt
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