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CHIESA DI SANTA MARTA AL COLLEGIO ROMANO: E’ USCITO UN PREZIOSO VOLUME:

Santa Marta al Collegio Romano

 

G. Troppa, Santa Marta e il Drago, tondo in prossimità dell’abside

Santa Marta interno verso la controfacciata

Santa Marta interno verso l’abside

Santa Marta , coro, affreschi

Santa Marta, Facciata

La ricorrenza della V settimana della cultura 2003, ha costituito l'occasione per presentare uno studio sulla chiesa di Santa Marta al Collegio Romano, in uso al Segretariato Generale del Ministero per i beni e le attività culturali per la promozione e lo svolgimento di iniziative culturali.

Il convento delle claustrali agostiniane, di cui la chiesa dedicata a Santa Marta costituiva il baricentro ed il fulcro nell'anno di consacrazione 1676, subì pesanti manomissioni già alla fine del XIX secolo quando, ormai abbandonato dalle religiose, fu disgregato nell'impianto tipologico ed in parte destinato a caserma ed a magazzino militare.

 

Dai primi anni del XX secolo e fino ai significativi interventi di recupero avviati nel 1962 a cura della Soprintendenza ai Monumenti del Lazio, conseguenti il provvedimento del vincolo di tutela imposto nel maggio del 1953, la chiesa e l'attiguo coro delle monache subirono costanti manomissioni nelle partiture e negli arredi sacri, nella presunzione che quel complesso, ormai privato della propria funzione sacra, potesse destinarsi a soddisfare esigenze di maggiori spazi, prima per il Ministero della guerra, cui la chiesa era stata ceduta, e successivamente per gli archivi della Questura Centrale.

L'aspetto attuale della ex chiesa, del coro e degli ambienti sottostanti, si deve al complesso intervento di ripristino e restauro eseguito a partire dal 1984 dalla Soprintendenza per i beni Ambientali ed architettonici del Lazio che espresse, non solo, attraverso gli interventi di conservazione, la volontà di "fissare" l'immagine della ex chiesa di S. Marta sottraendola a più gravi condizioni di degrado, ma anche, ed in accordo con l'allora Direzione Generale per gli Affari Generali, la scelta di adeguare gli ambienti, con appropriate opere impiantistiche, peraltro di non facile collocazione e soluzione tecnica, a più articolate funzioni d'uso istituzionale.

Si segnala: il volume Santa Marta al Collegio Romano, di Roberto Luciani, Anna Maria Campofredano e Franco Astolfi, edito da Prospettive, la casa editrice dell’Ordine degli Architetti di Roma. La preziosa pubblicazione, soprattutto perché il monumento era fino ad oggi inedito, permette di scoprire la storia dell’edificio religioso prospiciente la maestosa fabbrica del Collegio Romano.

 

Fondamentale risulta il saggio di Roberto Luciani sull’architettura e le decorazioni dell’immobile, con numerosi spunti di interesse, come la pubblicazione del contratto per la decorazione della volta a Giovan Battista Gaulli, detto il Baciccia (1639-1709), e come l’appunto riguardante l’altare maggiore, dove "doveva trovarsi molto probabilmente una tela di Girolamo Muziano (1532-1592) rappresentante la Resurrezione di Lazzaro". La tela del Muziano venne infatti sostituita da un’opera di Guglielmo Courtois, detto il Borgognone.

Il contributo di Luciani inoltre, vuole essere un valido aiuto a chi volesse ben conoscere quella parte di Roma posta – come scrive lo stesso autore - "all’esterno delle mura Serviane, tra il Campidoglio a sud, le estreme pendici del Quirinale e del Pincio a est e a nord, il Tevere a ovest che in antico si definiva genericamente Campo Marzio" e i mutamenti di immagine urbanistica che con il passare del tempo si è avuta.

Il volume nella sua rilegatura sobria raccoglie, in una forma ampia, ma scorrevole nella lettura, i pareri e gli studi dell’architetto, dell’archeologo e dello storico dell’arte in un unicum che tende a far comprendere meglio i mutamenti di immagine che ebbe Campo Marzio con annessa l’ Ara di Marte, i Saepta e la Villa Pubblica .

L’Architetto Lucani ha saputo ben specificare, con i suoi appassionati studi, i mutamenti dell’immagine urbanistica, l’architettura e le decorazioni che la zona su cui si insedia la ex Chiesa di Santa Marta ebbe con il passare del tempo.

Oltre ai tre autori citati il volume annovera il contributo di Giovanna Pimpinella sull’Iconografia di Santa Marta e quello di Pier Luigi Porzio sugli Ultimi restauri. Le immagini sono di Silvia Massotti.

Maurizio Cerulli