Albano: è allarme per il villaggio
preistorico rinvenuto nel lago di Albano
Il "Villaggio delle Macine" insediamento
preistorico scoperto cinque anni fa, dopo l’abbassamento delle acque del
lago di Albano, rischia di sparire se non si interviene con un investimento
massiccio.
Il Villaggio delle Macine, così
chiamato per le numerose macine che sono state rinvenute dagli scavi effettuati
dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, dopo che le acque
del lago di Albano si sono ritirate, è un villaggio di palafitte lignee
che si estende su di un ettaro considerato il più grande del genere in Italia
e risalente alla età del bronzo (XVIII e XVII sec. a.C.).
Gli scavi sino ad ora effettuati
dagli archeologi della soprintendenza hanno rinvenuto materiale ritenuto
molto interessante composto da vasi di ceramica, pugnaletti e asce di bronzo,
collane di ambra, brocche e boccali in ceramica. Il materiale raccolto è
stato catalogato è visibile presso il Museo Nazionale delle Navi Romane
di Nemi.
La zona preistorica è però in pericolo
e bisognosa di continui interventi di protezione. L’archeologa responsabile
del Servizio della Preistoria e del Nucleo Operativo di Archeologia Subacquea,
Annalisa Zarattini dice "La situazione è tragica, se non si interviene immediatamente
l’eccezionale ritrovamento archeologico, conservato per quattromila anni
dal fango e dall’acqua, sarà distrutto dall’aria che polverizza il legno
e i materiali deperibili. Con i pochi fondi - prosegue l’archeologa Zarattini,
che è anche direttrice dello scavo – avuti a disposizione si è fatto il
minimo indispensabile. Occorrerebbero investimenti massicci".
Maurizio Cerulli
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