Il Museo Atelier Tadolini e la
sua storia
Roma è senza dubbio la città d'arte che stupisce
il visitatore per l'enorme patrimonio che conserva, stupisce noi stessi
romani che ogni giorno in un angolo mai notato o sbirciando dentro un palazzo
del centro storico scopriamo ogni volta qualcosa di mai visto prima. Da
tempo avevo sentito parlare ed avevo letto degli articoli sulla riapertura
dello studio Tadolini e un giorno trovandomi a passare nello vicinanze,
mi sono diretto appositamente in Via del Babuino con l'intenzione
di visitarlo.
Nonostante sapessi che lo studio conservava
molte opere dei Tadolini, la sorpresa entrando fu notevole. La stanza davanti
a noi è piena di calchi, bozzetti ed è sovrastata dall'imponente statua
equestre di enormi dimensioni rappresentante Simon Bolivar. Continuando
vedo altre opere degli scultori Tadolini che non dimentichiamo lavorarono
nello studio per circa centocinquanta anni dal 1808 al 1967, quando morì
l'ultimo artista Enrico Tadolini.
Lo stupore è tanto che chiedo alla
signora che ci accompagna nella visita come mai da tempo non sento più parlare
di questo museo, visto l'enorme importanza dei pezzi conservati, tanto è
vero che la mia visita è stata guidata più per soddisfare una vecchia curiosità,
più che dettata da un interesse specifico per il museo. Con sorpresa, scopro
che mia accompagnatrice è l'antiquaria Ida Benucci, che mi racconta le vicissitudini
dell' acquisto della collezione e del mantenimento del Museo - Atelier.
Mi spiega dell'interessamento della Soprintendenza del Ministero per i Beni
e le Attività Culturali, degli articoli del Prof. Strinati, grande studioso
di Canova (ricordiamo che Adamo Tadolini fu allievo e poi collaboratore
di Antonio Canova) che hanno celebrato l'apertura del Museo - Atelier inaugurato
il 9 Marzo 2000. Con una vena di dispiacere mi ha anche descritto le difficoltà
attuali del mantenimento della struttura, sia a livello economico, sia a
livello di pressioni da parte dei proprietari dell'edificio, i padri di
rito greco dell'adiacente chiesa di Sant'Atanasio, che sono chiaramente
interessarti a cedere la struttura ad affittuari disposti a pagare decine
di milioni di affitto per aprire attività estremamente redditizie. Fortunatamente
una recente sentenza ha stabilito che le opere sono inamovibili da sito
originario, e questo da speranza di sopravvivenza della collezione; una
delle poche rimaste intatte nel tempo.
L'antiquaria mi illustra l'interessante progetto
di aprire liberamente agli studenti della facoltà di architettura e dell'Accademia
delle Belle Arti, i locali dell'atelier, dove ancora dono conservate intatte
le vasche usate per i calchi dello stesso Canova, ed insieme mi illustra
l'altro progetto, quello di ricreare il Centro culturale dove si riuniva
il Gruppo dei Romanisti.
Per questo mi sono offerto di pubblicare
materiale ed articoli forniti dalla Signora Ida Benucci, per far conoscere
e divulgare la conoscenza della pregevole raccolta Tadolini.
Lo studio museo Canova Tadolini a Roma costituisce
senz’altro motivo di grande interesse culturale ed è considerato un autentico
monumento storico ed artistico essendo stato inoltre per lungo tempo l’atelier
del Canova quando questi operava a Roma. L’atelier venne dato in comodato
dal Canova ad Adamo Tadolini, suo allievo, e capostipite di quattro generazioni
di scultori. I quattro scultori Tadolini, Adamo, Giulio, Scipione ed Enrico,
operanti a Roma dal 1808 al 1967, hanno popolato di statue, oltre l’Italia,
tante regioni europee e varie città del continente americano ed asiatico.
Lo studio fortunatamente è giunto fino ai nostri giorni, grazie alla dedizione
e allo spirito di sacrificio, dell’ultima della dinastia, Giuseppina Tadolini,
figlia di Enrico, che è riuscita a mantenere intatto questo ambiente e quanto
in esso contenuto; i bozzetti, i gessi, i documenti, gli strumenti, i locali
di lavoro e gli oggetti di Adamo e suoi discendenti. Giuseppina Tadolini
non avendo avuto figli, ne adottò due, allo scopo inoltre di mantenere intatto
nel tempo l’ingente patrimonio artistico dello studio. Alla sua morte, purtroppo,
i figli troppo giovani ed inesperti, non riuscendo a gestire l’enorme eredità
artistica e storica lasciatagli dalla madre, dovettero vendere l’atelier
e quanto in esso contenuto.
L’atelier Tadolini è stato acquistato interamente
dalla Galleria antiquaria Benucci, non per farne “negozio” ma bensì per
conservare tutto il fascino e l’importanza culturale ed artistica. Le opere
sono state notificate “in toto” dallo Stato Italiano e per questo non vendibili
e non movibili. Delle oltre cinquecento opere eseguite dagli scultori furono
commissionate dall’estero ed esportate in Europa, America Latina e persino
in India. Al esempio la scultura della “Schiava Greca” di Scipione Tadolini,
figlio di Adamo, venne replicata per ben 49 volte; la Giorgiana 6, mentre
della “Scultura della Caccia”, furono tirate 12 copie e l’ultima di queste
è probabilmente la stessa che si trova nel Museo Praz.
Questo traccia un profilo altamente significativo
della grande potenza creatrice dei Tadolini.
Tutte le loro opere restanti , circa 400,
sono visibili in quello che attualmente è il “Museo Tadolini Canova” in
via del Babuino 150/a-150/b – Roma.
Per
la sua importanza riportiamo integralmente l'articolo "Canova - Tadolini"
del Prof. Claudio Massimo Strinati Soprintendente ai Beni artistici e Storici
di Roma:
Lo studio che fu di Canova e passò alla famiglia
Tadolini il cui capostipite Adamo fu allievo diretto del sommo Maestro,
è un luogo di straordinarie memorie e suggestioni, i cui contenuti sono
stati attentamente esaminati, nel corso del tempo, dalla Soprintendenza
speciale alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea e dalle
Soprintendenze per i Beni Ambientali e Architettonici e per i Beni Artistici
e Storici di Roma.
La proprietà dell’immobile è del Collegio
Greco mentre tutto il contenuto era rimasto in mano agli eredi Tadolini
fino a pochissimi tempo fa, ma problemi contingenti non consentivano più
agli stessi di mantenere e curare adeguatamente il vastissimo insieme contenuto
nel magnifico Studio.
Del resto il patrimonio costituito dalla
insigne raccolta di gessi, bozzetti, statue (tra cui i pezzi canoviani)
è tutto vincolato in blocco.
Il rischio insomma, era che le opere, per
questioni inerenti alla proprietà e alla gestione, dovessero essere rimosse
dal luogo in cui sono state fino ad oggi. Questo pericolo è ora scongiurato
e la soprintendenza ha ritenuto di incoraggiare l’iniziativa considerando
che lo Studio, dopo alcuni necessari restauri, verrà aperto al pubblico
e diverrà una sorta di Museo nuovo per la città, sia pure gestito privatamente,
ma sotto l’egida del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, creandosi
un nuovo polo, che rischiava invece di scomparire, nel cuore del “Tridente”.
Una forte adesione è venuta dal glorioso
Gruppo dei Romanisti che un tempo tenevano le adunanze proprio nello
Studio Tadolini.
Ida Benucci e Tommaso Gargari vogliono ricreare
un fecondo e operoso rapporto con i Romanisti per la promozione di un’opera
di ricerca e valorizzazione sui Tadolini e su tutto il mondo degli scultori
romani dell’Ottocento e primo Novecento.
Così un passo avanti è compiuto verso la
protezione di Via del Babuino, la cui storia è una sorta di Bene culturale
in sé, in un periodo storico in cui più che mai la tutela e il rispetto
della memoria si configurano con la stessa vincolante necessità della conservazione
delle cose d’arte e dei documenti cartacei.
Vogliamo citare: Tadolini: Adamo, Scipione,
Giulio, Enrico; quattro generazioni di scultori a Roma nei secoli XIX e
XX di Tamara Felicitas Hufschmidt Roma: Gruppo dei Romanisti, 1996.
" 289 S. : Ill. realizzato con una borsa di studio e l'aiuto del Gruppo
dei Romanisti.
Continuiamo, per chi è interessato ad una
ricerca puntuale e per chi ne vuole semplicemente sapere di più i seguenti
articoli pubblicati su quotidiani, settimanali e riviste specialistiche:
- Marzo 2000 - Giornale dell'arte - "Tra
le memorie di Canova e Tadolini"
- 7 Marzo 2000 - Il Tempo - "Nel cuore di
Roma una nuova collezione si apre al pubblico"
- 7 Marzo 2000 - La Repubblica - "Canova
Tadolini da atelier a museo"
- 7 Marzo 2000 - Il Messaggero - "Canova,
lo studio diventa museo"
- 6 Luglio 2000 - Corriere della Sera - "Rischia
di scomparire lo Studio Canova - Tadolini in Via del Babuino"
- n. 37 - 1/2000 - La Gazzetta Antiquaria
- n. 8 2000 - AD/ANTIQUES
- Marzo 2000 - L'Espresso
- Marzo 2000 - OGGI
- Aprile 2000 - GENTE
- Luglio 2000 - TIME OUT
Giorgio Gandini
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