Divina Commedia
La Divina Commedia è l’opera principale di Dante Alighieri.
La creazione del libro, la scelta del titolo e la struttura dell’opera è
motivo di grande riflessione ancora oggi, nel 2011 presso gli esperti di
letteratura mondiale.
Ricordiamo infatti che Dante è un autore studiato, oltre che nella sua
Patria anche in tutto il mondo, compresi gli USA che di norma
preferiscono letteratura anglosassone.
Partiamo dal titolo dell’opera: Divina Commedia. L’aggettivo Divina non
è stato scelto dall’Alighieri, ma è stato inserito nell’edizione del
1555 curata da Ludovico Dolce.
Il termine Commedia si rifà invece alla terminologia del teatro greco,
in cui esisteva la divisione tra “tragedia” e “commedia”. In questo
ambito la prima parte da un momento di pace e quiete e termina con
dramma e paura, mentre la seconda parte da momenti di difficoltà e
finisce con situazioni di gioia e gloria.
Appunto la Commedia dantesca parte con un momento “aspro” e terribile e
termina con la gloria paradisiaca.
L’opera è stata redatta in circa 15 anni, tra il 1304 e il 1321, anno
della morte del poeta.
Un dato importante da ricordare è che Dante, che con il Paradiso
arriverà a toccare grandi temi filosofici e poetici, decide di usare per
la sua opera la lingua “volgare”. È convinzione (che risulterà poi
corretta) del poeta che nel futuro sarà il volgare la lingua che
veicolerà la cultura.
Sicuramente da sottolineare è la capacità di Dante di saper utilizzare
il volgare sia per descrivere in maniera cruda e a volte anche comica
(vedere il canto delle Malebolge) delle situazioni, sia per applicarsi
ad un tema aulico come avviene nel Paradiso.
Il capolavoro dell’Alighieri è stato strutturato in 3 cantiche (parti),
ovvero Inferno, Purgatorio, Paradiso.
Ogni cantica è composta da 33 canti. All’inferno è aggiunto un cantico
di introduzione, portando in tutto i canti dell’opera ad essere 100.
La scelta metrica è stata la terzina di endecasillabi a rime incatenate.
All’inizio dell’opera, nel canto introduttivo dell’Inferno, troviamo 3
fiere contro Dante, poi, seguendo la struttura del mondo ultraterreno
sottolineiamo che sono 9 i cerchi infernali, 9 i gradini del monte del
Purgatorio e 9 i cieli del Paradiso.
Proseguendo questa ricerca dei “numeri” presenti nella Divina Commedia
ricordiamo che sono anche 3 le guide di Dante all’interno dei regni
dell’oltretomba: Virgilio per Inferno e Purgatorio, Beatrice nei cieli
del Paradiso, San Bernardo la guida nella contemplazione Divina.
Da questa sommaria descrizione vediamo la ripetizione del numero 3 e dei
suoi multipli. Si tratta di una scelta precisa dell’Alighieri, che
riteneva il 3 oltre che al numero della Trinità, anche il numero
“perfetto” per eccellenza.
Leggendo l’intera opera scopriamo che il viaggio inzia quando il poeta
ha 35 anni (la previsione di vita del medioevo è di circa 70 anni e
dunque il “[…]mezzo del cammin di nostra vita[…]” arriva giusto a
quell’età) e dura circa 7 giorni.
Il viaggio nell’oltretomba, nel caso di Dante intrapreso per espiare i
peccati ed indicare una retta via di purificazione, ha molti esempi
precedenti nella storia della letteratura: basti pensare all’Eneide e ai
viaggi della letteratura cavalleresca, in cui i cavalieri cercavano con
un viaggio di raggiungere un premio di espiazione.
In senso maggiormente filosofico nella Commedia si passa dalla
conoscenza della forza distruttiva degli istinti umani, e della
necessità di riuscire a comprendere come indirizzarli in maniera
consona, fino alla conoscenza della Salvezza e di conseguenza della
Verità.
La struttura dell’Universo, descritta nell’opera dantesca, si rifà alla
concezione tolemaica.
Secondo questa teoria, la Terra è al centro dell’universo con tutti gli
altri pianeti e le stelle che gli girano intorno. A cielo più lontano
dalla Terra c’è il “primo motore immobile” ovvero Dio.
Il nostro Pianeta invece risulta così strutturato: solo una metà del
globo è abitato, in corrispondenza dei vecchi continenti come Europa e
Africa, mentre la seconda metà è composta da sole acque con l’unica
esclusione del monte del Purgatorio. Sulla cima di questo monte troviamo
l’Eden, ovvero il primordiale Paradiso terrestre.
Il centro dell’emisfero abitato è la città di Gerusalemme.
Al di sotto della città vi è posto, sotto terra, l’Inferno, strutturato
a forma di imbuto che termina al centro della Terra, dove si trova
Lucifero, l’angelo più bello che si è ribellato al Creatore e che è
caduto e rimasto bloccato lì per punizione.
Descrivendo i vari regni infernali iniziamo subito con il dire che Dante
organizza sia l’Inferno che il Purgatorio come luoghi dove le persone
vengono poste per espiare i propri peccati. Il “trattamento” dei vari
peccatori viene definito “la legge del contrappasso” ovvero di subire
una punizione che sia collegata al peccato di cui si è colpevoli. La
legge può essere applicata o per somiglianza, ad esempio come i
Lussuriosi dell’Inferno che, come sono stati travolti dal vento della
passione sessuale in vita, nella morte sono travolti da un vento che
trascina per tutto il cerchio, o per antitesi, ad esempio gli orgogliosi
che, mentre in vita andavano girando impettiti e pieni di sé,
nell’Inferno sono costretti a portare un masso sulla schiena che li
costringe a restare chini con la testa rivolta verso il basso.
Nel descrivere i vari regni ultraterreni partiamo dall’Inferno.
L’inferno è diviso in 9 cerchi nei quali vengono inseriti i peccatori a
seconda le tipo e della gravità del peccato. Nei primi 6 cerchi troviamo
gli incontinenti, ovvero coloro che non sono riusciti in vita a moderare
i propri istinti peccaminosi. Al settimo cerchio, che a sua volta è
diviso in 3 gironi, troviamo i violenti. L’ottavo e il nono sono
occupato dai fraudolenti ovvero coloro che ingannano le persone.
L’ottavo cerchio è diviso in 10 bolge, o fosse, chiamate “Malebolge”. Il
nono invece ospita i peccatori peggiori, ovvero coloro che hanno tradito
le cose più importanti nella concezione dantesca, ovvero coloro che
hanno frodato parenti, patria e benefattori. Al centro dell’ultimo
cerchio è incastrato Lucifero, immaginato come un immenso gigante con 3
teste. Nelle sue 3 fauci troviamo i cesaricidi Bruto e Cassio e il
traditore di Cristo, Giuda.
Se l’inferno va dal peccato meno grave scendendo fino a quello più
grave, il Purgatorio è organizzato in senso opposto. I sette gradini del
purgatorio partono dal peccato più grave fino a quello meno grave.
In cima alla montagna del purgatorio ricordiamo che si trova il Paradiso
Terrestre. In questo luogo avviene lo scambio tra le guide del poeta.
Virgilio, esempio massimo della razionalità umana, ma non portatore
della Grazia Divina, lascia il posto a Beatrice, la donna - angelo per
eccellenza per l’Alighieri, che, portatrice della Grazia, riesce ad
accompagnare Dante nel Paradiso.
I Beati che sono ospitati nel Paradiso vengono rappresentati tutti
nell’Empireo, ovvero il cielo più esterno che racchiude l’interno
Universo e dove è Dio. I Beati contemplano la Gloria Divina nella
cosiddetta “Candida Rosa”.
Sono quindi i vari Beati che scendono nel cielo “di riferimento” della
loro virtù principale ad andare incontro a Dante.
La Divina Commedia conosce un grande successo di pubblico fin da subito.
Tant’è che nel XV secolo, nella Firenze di Lorenzo de’Medici, la
Commedia è un vero e proprio “cult”.
Tra le curiosità, che comunque serve anche ad indicare il successo
dell’opera, c’è il fatto che non è giunto a noi la redazione autografa
del libro, ma solamente un gran numero di manoscritti, ovvero di copie
dell’opera dantesco redatte da altri per essere messi in circolazione.
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