Astronomia e Siti Astronomici rubrica di  CORRERENELVERDEONLINE

 

Correrenelverdeonline

Sistema Solare
Galassia
Stella
Cometa
I Pianeti nel cielo
Mercurio
Venere
Terra
Marte
Giove
Saturno
Urano
Nettuno
Plutone

Osservatori
Arcetri
Asiago
Bologna
Brera
Cagliari
Capodimonte
Catania
Monteporzio Catone
Padova
Palermo
Teramo
Torino
Trieste
Gornergrat

Introduzione
Astronomia
Strumenti dell'astronomia
Astronomo - Astrofilo - Astrologo
Eclissi
Sistema Solare
UAI - Unione Astrofica Italiana
Legge costitutiva INAF
IASF
Intervista a Buonanno

 

Intervista a Roberto Buonanno, romano, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Roma, docente di astronomia e astrofisica presso l’Università di Tor Vergata di Roma

 

Roberto BuonannoD. Prof. Buonanno, siamo giunti alla nona edizione della serata sotto le stelle da lei ideata per far conoscere anche ai non esperti della materia il mondo dell’astrofisica e della cosmologia. Le sue conferenze risultano sempre molto seguite sebbene trattino solitamente argomenti complessi e di difficile percezione.

 

R. In effetti a volte trovo io stesso sorprendente che diverse centinaia di persone decidano di trascorrere una serata, seduti scomodamente a terra, a sentir parlare di come sia nato l’universo e del nostro rapporto con esso. Credo che il richiamo che esercita il cielo stellato sia qualcosa di ancestrale e che il desiderio di comprendere la razionalità del mondo nel quale viviamo sia innato in tutti noi.

 

D. Cosa è l’Astrofisica, professore?

 

R. L’astrofisica consiste nel tentativo di interpretare l’universo, nelle sue scale maggiori, alla luce delle leggi fisiche che sperimentiamo alle scale minori. L’Italia ha una tradizione importantissima dell’astrofisica. Quando parlo di tradizione, non mi riferisco solo a quella del ‘600 di Galileo che pure esiste ed è stata importantissima, ma mi riferisco alla tradizione più recente, che si innesta sulla grande scuola della Fisica italiana e che ci ha portato negli anni recenti a fare in modo che il 10% delle pubblicazioni mondiali in astrofisica vedano la partecipazione di un ricercatore italiano. Da questo si deduce che abbiamo delle università in cui si insegna l’astrofisica a livello molto elevato e che sono frequentate da studenti di alta qualità.

 

D. Quali sono le prospettive?

 

R. Qui sono un poco meno ottimista.

 

D. Perché?

 

R. Il cursus per diventare un astrofisico non è facile. Un ragazzo che sceglie di seguire l’astrofisica deve prima laurearsi, seguire la laurea specialistica, fare (e vincere) un concorso di dottorato, e, alla fine dei anni di dottorato, possono sperare in una borsa, cosidetta post-doc o in un assegno di ricerca e passano altri due o tre anni. Un concorso viene fatto per i più fortunati quando iniziano ad avere più di 30 anni.

 

D. Come si può risolvere questo problema?

 

R. Questo problema, che è lo stesso problema di molti rami della ricerca, per l’astrofisica però può avere delle soluzioni mettendo in luce l’impatto che l’astrofisica ha nel vivere civile.

 

D. Per esempio?

 

R. Penso a problemi quali quello del global warming e quello dei rischi di impatto sulla Terra dei corpi minori del sistema solare. Ambedue questi temi coinvolgono la società civile e mi sembra ragionevole che un governo investa le proprie risorse per la sicurezza anche su aspetti di questa dei quali normalmente non si ha percezione.

Maurizio Cerulli