Osservatorio Astronomico di Torino
Via Osservatorio, 20 - 10025 Pino Torinese
(TO) - Italy
tel. +39 011 8101900 fax +39 011 8101930
Long.: Oh31m05s E Lat.: 45°02'16" N quota:
622 m
L’'Osservatorio Astronomico
di Torino nasce nel 1759, quando padre Giovanni Battista Beccaria
approfittando del passaggio di una cometa fece conoscere al re Carlo
Emanuele III la sua conoscenza dell’astronomia ottenendo dal re
un punto di osservazione su una torretta di Via Po dove sistemò
gli strumenti che gli sarebbero serviti per la misurazione del Gradus.
Fu invece costruita trenta
anni dopo, nel 1789, la prima Specola, che il re Vittorio Amedeo
III, decise di far costruire sul tetto del Palazzo del Collegio
dei Nobili, dove aveva sede l'Accademia e l’ Osservatorio.
L'incarico di progettare
la Specola fu affidato all'architetto Francesco Ferroggio che venne
inviato, ancora prima che si iniziasse la progettazione, ad esaminare
la Specola di Brera a Milano.
La Specola fu inaugurata
alla fine del 1790 e nel 1791 l'Osservatorio iniziò a funzionare, quando
cioè consegnarono all'Accademia gli strumenti necessari al Beccarla
per la misurazione del Grado.
All'Accademia vennero anche
consegnati i mobili, e molti libri che, dopo la morte di Beccaria avvenuta
nel 1781, furono affidati all'abate Giuseppe Antonio Eandi, successore
di Beccaria alla cattedra di Fisica e, in questa sua funzione, incaricato
anche della direzione della Specola universitaria.
Fino al 1813 la carica di Direttore della
Specola non venne ufficializzata dall'Accademia delle Scienze, si avvicendarono
più volte quali successori di Beccaria,
Tommaso Valperga di Caluso e
Antonio Maria Vassalli Eandi.
Gli interessi scientifici
di questi due studiosi erano diversi, il Valperga spaziò dalla matematica
all'astronomia, dalle lingue orientali alla poesia mentre Vassalli Eandi
si dedicò alla meteorologia ed alle scienze naturali, in particolare
alla botanica e all’agraria.
Nel 1813, fu nominato
Giovanni Plana quale Direttore della Specola. Da tale momento
le ricerche si rivolsero decisamente verso l'astronomia.
Il Plana fu uno dei più
grandi scienziati del suo tempo in quanto si dedicò a studi di
carattere astronomico. Sua opera famosa e La Théorie du mouvement
de la Lune,(1832), che fu il risultato di una lunghissima
ricerca iniziata vent'anni prima.
Nel 1817 dopo una
delicata controversia, dovuta soprattutto a motivi
finanziari, fra Accademia delle Scienze ed Università per la proprietà
della Specola e del Museo di Storia Naturale, si giunse alla conclusione
definitiva che stabilì che all'Università spettasse il Museo di Storia
naturale e all'Accademia la Specola.
Giovanni Plana a questo
punto scelse di installare la Specola nella torre posta nel lato
nord dell'edificio.
I lavori di costruzione
furono diretti dallo stesso Plana, e terminarono verso la metà del 1822.
L'amministrazione dell'Osservatorio
rimase di competenza dell'Accademia fino al 1864.
Pochi giorni dopo la morte
del Plana, l'Osservatorio astronomico dell’Università di Torino fu affidato
all’amministrazione di una Commissione composta da 5 membri.
Nuovo
direttore dell’Osservatorio dell'Università fu nominato il giovane Schiaparelli,
allora direttore alla Specola di Brera, che rifiutò l'offerta di trasferire
l’Osservatorio in quanto la collina sovrastante il Po era bassa e circondata
da colline molto alte.
La direzione rimase pro-tempore
al prof. Gilberto Govi, finché nel 1865 Alessandro Dorna fu nominato
sia nella cattedra di Astronomia presso l'Università che nel ruolo di
Direttore dell'Osservatorio astronomico.
Il Dorna dette, sotto la
sua direzione, ulteriore impulso all’attività di osservazione ottenendo
un incremento dei finanziamenti con i quali riuscì a dotare l'Osservatorio
di nuovi strumenti tra i quali un potente rifrattore, che rimase il
principale telescopio dell'Osservatorio fino alla prima metà del novecento.
Alla morte di Alessandro Dorna (1886),
la direzione passò a Francesco Porro de' Somenzi, che rimase in carica
fino al 1903.
Il Porro non potendo lavorare
in città per le impossibili condizioni sia strumentali che di visibilità,
chiese ed ottenne dalla Casa Reale uno spazio nel giardino del Grande
Albergo di Superga sulle colline Torinesi, ma il fatto che la stazione
astronomica fosse collocata in un albergo ne reclamava il trasferimento
altrove.
Individuò nella collina
Bric Torre Rotonda nel territorio di Pino Torinese, luogo idoneo al
suo bisogno. L'Osservatorio venne trasferito e vi si trova attualmente,
con a fianco una palazzina dove alloggiare tutto il personale.
Il
Porro nel 1902 venne trasferito all'Università di Genova a coprire la
cattedra di Geodesia ed Astronomia e dovette pertanto abbandonare la
direzione dell'Osservatorio senza poter vedere coronato il suo progetto
.
Dopo di lui l'incarico di
direttore fu temporaneamente assegnato all'astronomo aggiunto Vittorio
Balbi, e quindi nel 1903 passò a Giovanni Boccardi che lo mantenne
fino al 1923.
Boccardi nel 1907 presentò
una proposta articolata spiegando i motivi che spingevano a richiedere
un trasferimento dell'Osservatorio fuori città.
Affidò quindi all'Ing. Edmondo Casati
l'incarico di presentare un progetto per la costruzione di una nuova
sede in Pino Torinese, sul terreno già individuato dal Porro. La decisione
di spostare l'Osservatorio dalla città di Torino a Pino Torinese fu
molto avversata da chi pensava che non fosse giusto togliere a Torino
un istituto scientifico per dotarne un piccolo paesino del circondario.
Vennero costruiti due edifici:
una palazzina grande dove vennero collocati
gli Uffici, la Biblioteca ed il deposito degli strumenti trasportabili,
una palazzina piccola, dove fu sistemata
l'officina meccanica e per gli alloggi.
Nel 1913 cominciò
l'attività nella nuova sede.
Con lo spostamento e l'acquisto di una
nuova e moderna attrezzatura, le attività di osservazione rifiorirono
facendo dell'Osservatorio di Torino uno dei centri astronomici italiani
più elevati.
Nel 1923 le condizioni
di salute del Boccardi si aggravarono e fu costretto ad abbandonare
la direzione dell'Osservatorio.
Gli successe Giovanni Silva, che
rimase a Pino Torinese per due anni, per trasferirsi poi a Padova.
L'Osservatorio diventò un ente pubblico
autonomo nel gennaio del 1924 e non fu più alle dipendenze dell'Università.
Dal 1925 fino al 1941 fu nominato direttore
Luigi Volta. L'Osservatorio in questo periodo acquisì un oculare micrometrico
per le osservazioni fotografiche di pianetini, macchine calcolatrici
elettriche ed un apparecchio radio ad onde lunghe per la ricezione di
segnali orari.
Nel 1941 al Volta, trasferitosi
a Milano per dirigere gli Osservatori di Brera e Merate, subentrò Gino
Cecchini che rimase in carica fino al 1966.
Nel gennaio del 1944 tutti i locali dell'Osservatorio,
ad esclusione delle cupole, vennero requisiti dal Comando Tedesco compromettendo
le idee di Gino Cecchini che aveva in mente di ammodernare tutte le
attrezzature strumentali, implementare il personale scientifico e tecnico,
migliorare gli ambienti, aggiornare la biblioteca e valorizzare l'insegnamento
dell'Astronomia nell'Università di Torino.
Gli eventi bellici non gli
consentirono di portare a termine tutti i suoi progetti anzi in una
settimana dovette sgomberare tutti i locali e trasferire la sede. La
Biblioteca e gran parte delle masserizie vennero trasferite presso l'Istituto
dei Salesiani situato alla Moglia di Chieri, ottenne però dal
Comando tedesco due concessioni importanti; il massimo allontanamento
dei riflettori contraerei di una sezione fotoelettrica posta vicino
all'Osservatorio e la mimetizzazione delle cupole.
Verso i primi giorni dell'aprile
1945, poco tempo prima della liberazione di Torino, Gino Cecchini ottenne
lo sgombero delle truppe tedesche.
Finita la guerra, iniziò
i primi lavori di riparazione dei danni provocati dall'occupazione dell'istituto
da parte delle truppe tedesche, riprese le sue ricerche ed il
programma di ampliamento che si era proposto di attuare prima dello
scoppio del conflitto.
Gino Cecchini coordinò
il lavoro effettuato in sette osservatori situati in diverse parti
del mondo.
Dopo Gino Cecchini,
andato in pensione nel 1966, fu nominato Mario Girolamo
Fracastoro, che tenne la direzione dell'Osservatorio fino al 1984.
Con il Fracastoro si arrivò
alla nascita di un gruppo di specialisti nello studio degli asteroidi
e delle comete, e quindi, all'inizio degli anni '80, all'apertura verso
l'astrofisica teorica e di osservazione.
Riuscì anche a dotare Torino di un telescopio
riflettore per misure astrometriche, e di un obiettivo da
42 centimetri offerto dall'Osservatorio di Merate, dotando così Pino
Torinese del maggior rifrattore italiano.
Si fecero anche lavori di muratura, sopraelevando
tutte le cupole dell'Osservatorio che fu dotato di un centro informatico
che sostituì i vecchi calcolatori. Ci fu anche un incremento del personale
fino a raggiungere oltre trenta dipendenti alla fine del suo mandato.
Dal 1984, prima con Alberto Masani e
successivamente con Attilio Ferrari, l’Osservatorio portò i suoi
interessi scientifici nel regno della moderna astrofisica stellare ed
extragalattica; sono state inoltre realizzate camere operanti
nell’infrarosso, il magnetometro solare MOF, il misuratore digitale
di lastre TOCAMM, il fotopolarimetro UBVRI e la camera a scansione.
Molti sono stati i progetti spaziali
in cui è stato coinvolto l'Osservatorio ed altrettante sono state le
realizzazione di database locali per la gestione dei dati provenienti
da grossi cataloghi o per l’archiviazione di dati ottenuti dal satellite
SOHO.
Sul fronte della divulgazione Attilio
Ferrari, favorì l'organizzazione di seminari divulgativi e visite
guidate.
Con l'avvento del nuovo
Istituto Nazionale di Astrofisica, che ha assorbito gli Osservatori
Astronomici italiani nel luglio 2001 Attilio Ferrari ha lasciato la
direzione dell'Osservatorio di Torino.
Il compito di dirigere l'Osservatorio
è stato pro-tempore nelle mani di Franco Scaltriti per tutto il delicato
periodo di transizione al nuovo Istituto.
Nel
2002 direttore è Edoardo Trussoni.
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