Il Telescopio del
Gornergrat (TIRGO)
L'albergo del
Gornergrat, situato a 3150 metri di altitudine, è provvisto di due
torri poste lateralmente in cui sono ubicati rispettivamente il
telescopio di Tirgo (ad infrarossi) e il radiotelescopio di Kosma
appartenente all'Università di Colonia.
L'intervallo di
lunghezze d'onda, interessato dalla banda ad infrarosso dello
spettro elettromagnetico, è molto più ampio rispetto alle frequenze
del visibile che sono le uniche percepite dai sensi dell'uomo.
Però questa banda di
frequenze non era molto abbordabile per i vari studiosi
specializzati nel campo; già nell'Ottocento era conosciuta grazie
alle deduzioni di Sir William Herschel che captò la presenza di una
radiazione “calorica” non visibile, dovuta all'innalzamento della
temperatura di un termometro portato ad un livello che superava la
zona rossa dello spettro del sole.
L'utilizzo di questa
banda, scoperta prima delle onde elettromagnetiche di James Clerk
Maxwell, però incontrò ostacoli di applicazione per via delle
difficoltà di implementazione di sensori specifici; grazie all'era
dei semiconduttori si agevolò la realizzazione di rilevatori delle
bande ad infrarossi.
La branca
dell'astronomia è interessata alla banda infrarossa perché in questa
zona si possono originare onde elettromagnetiche che non subiscono
indebolimenti “traghettando” all'interno di nubi costituite da
polvere interstellare che nel visibile attenuerebbero le radiazioni;
i corpi a temperatura più bassa delle stelle (nubi molecolari o
grani di polvere cosmica) vengono “infiammati” dalla radiazione
che a loro volta iniziano ad emettere.
Inoltre alcune righe
spettroscopiche presenti in questa banda sono originate dalle
vibrazioni e dalle rotazioni di svariate molecole; l'ampliarsi
dell'Universo induce la banda infrarossa ad inglobare nella sua
gamma di frequenze alcune righe aventi origini in lunghezze d'onda
appartenenti a galassie molto lontane da noi (in legame con il
famoso effetto Doppler).
Compiere analisi
all'interno della banda infrarossa si rivela però un compito assai
arduo per via di molti impedimenti come l'atmosfera terrestre che
costituisce un' ostacolo frapposto tra chi osserva i corpi
astronomici e la radiazione emessa dagli stessi.
Un' elemento
influenzabile nella scelta del luogo da cui osservare il cielo è la
trasparenza dello stesso vista la variabilità di quest'ultima
all'interno dell'atmosfera terrestre; la varianza dipende dal tipo e
dalla quantità di elementi chimici presenti in essa.
Si può affermare che
solo ad alte quote la visibilità nell'infrarosso è ben delineata e
non disturbata da fattori esterni; però all'assenza di questi
ostacoli si presenta la difficoltà economica rappresentata
dall'utilizzo di mezzi dall'alto costo come satelliti e aerei di
ogni genere.
Elementi favorevoli
per un luogo ottimale dove far sorgere un' osservatorio di
astronomia in grado di vedere nella banda ad infrarosso, sono cieli
limpidi, climi secchi e temperature non elevate.
Il telescopio TIRGO (Telescopio InfraRosso
del Gornergrat), ubicato sulla vetta del Gornergrat nelle
Alpi svizzere nei pressi di Zermatt, appartiene da circa un decennio
al Cosiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) ed è sotto la
responsabilità del Centro per l'Astronomia Infrarossa e lo Studio
del Mezzo Interstellare in collaborazione con l'Osservatorio
Astrofisico di Arcetri in Firenze.
Il telescopio presenta
una configurazione ottica Cassegrain e una montatura equatoriale con
secondario oscillante; nella posizione del secondo fuoco ottico,
che si trova nella parte posteriore dello specchio primario, una
montatura multifaccia consente un' utilizzo contemporaneo di
dispositivi di piano focale.
La posizione del
telescopio, situato in mezzo ai ghiacciai, risulta ottimale
specialmente nella stagione invernale in cui il cielo è limpido e le
temperature sono molto ridotte accompagnate da un clima asciutto.
Il Tirgo è composto da
uno specchio riflettore dal diametro di 1,5 metri e provvisto di una
montatura ottica realizzata esclusivamente per la visualizzazione
attraverso la banda ad infrarosso, che non contribuisce con la
propria temperatura ad alterare lo stato di radiazione presente in
queste lunghezze d'onda.
Infatti i corpi che si
trovano a temperatura ambiente sono sorgenti naturali di radiazioni
ad infrarosso e quindi gli stessi componenti del telescopio, se non
appositamente realizzati potrebbero interferire all'interno della
banda.
La radiazione
incidente sul Tirgo è analizzata per mezzo di un sofisticatissimo
sistema di monitoraggio tra le cui fila meritano una menzione
particolare le “camere per immagini”; queste camere sono strumenti a
semiconduttori che permettono di visualizzare un'immagine del cielo
inquadrata dal telescopio.
Originariamente i
sensori del telescopio potevano fornire solo un punto del cielo per
volta e quindi per ottenere un'immagine visivamente soddisfacente
bisognava analizzare punto per punto sprecando un'infinità di tempo.
Le migliorie furono
introdotte solo negli ultimi dieci anni con l'utilizzo di matrici a
sensori rappresentate dai conosciutissimi CCD (Charge Coupled Device)
ottici montati su qualsiasi cinepresa o apparato televisivo
domestico.
Il funzionamento di
queste matrici, per le bande infrarosse, poggiava sulla genesi di
una carica elettrica sulla superficie di un semiconduttore,
sottoposto ad un campo elettrico, dovuta all'azione di un fotone.
Lo strato superficiale
è costituito da molti rivelatori o pixels che permettono attualmente
la realizzazione di matrici dalle dimensioni di 256 x 256 pixels
dove ogni singolo “puntino” è dell'ordine di qualche decina di
micron.
I rivelatori sono
connessi ad una matrice, formata da semiconduttori attivi (degli
amplificatori Field Effect Transistor), che con l'ausilio di
un'analisi di indirizzo consente il “fluire” del segnale in
modalità seriale ad una matrice di controllo.
L'intervallo di
lunghezze, relativo all'infrarosso, permette l'utilizzo di una
vasta gamma di semiconduttori (Si, Ge, InSb, HgCdTe); la maggior
parte di essi per funzionare in modo ottimale devono essere
impiegati a temperature criogeniche che richiedono a loro volta
processi di lavorazione molto complessi.
La
figura rappresenta la
struttura di un rivelatore per infrarosso.
Una matrice di
elementi (o pixel) posti in corrispondenza alla configurazione di
quadrati collocati nella parte inferiore compone la superficie di
rivelatori; la rete quadratica sottostante forma l'apparato
elettronico amplificatore del segnale.
L'Osservatorio del
Gornergrat è una meta popolata dai molteplici ricercatori sia
stranieri che italiani che si recano in questo luogo di scienza
astronomica per svolgere i propri studi.
Gli istituti che si
occupano dello sviluppo di dispositivi inerenti al piano focale,
nelle diverse bande di frequenza ad infrarosso, sono gli osservatori
astronomici di Torino, Roma e Milano, le varie strutture del CNR
quali l' ITSRE, l' IAS, l' IFSI e alcune Università.
I campi interessati
dalle analisi che si avvalgono di queste bande di frequenza sono
molteplici come ad esempio lo studio di galassie e comete;
l'infrarosso è ottimo se si vuole osservare ad esempio tramite
immagine, il formarsi delle stelle.
Si è potuto verificare
che gran parte della Galassia è costituita da residui di polvere e
gas molecolare sotto forma di nube; è proprio in queste condizioni
di oscurità, dovuta a temperature rigide e all'opacità nei
confronti della radiazione ottica, che si vengono a formare processi
di condensazione che comportano come risultato l'originarsi di
molteplici corpi stellari.
Purtroppo i criteri
che governano il numero e il tipo di stelle che si formano non è
ancora stato individuato e per ora si considera il fenomeno
astrofisico di tipo aleatorio.
Un' esempio inerente a
questa problematica ancora oscura agli studiosi è stata lo studio
della formazione stellare della Nebulosa IC1396 situata nella
costellazione del Cefeo.
Dall'osservazione di
alcune immagini effettuata su questa Nebulosa nella banda del
visibile rosso si può notare la presenza di una considerevole nube
scura (avente una zona chiara al centro), individuata da analisi
radiospettroscopiche e composta da polvere e gas molecolare che
costituiscono una corposa nube.
Analizzando la
Nebulosa nella banda infrarossa K si localizza uno svariato numero
di corpi stellari; tramite un'ispezione energetica, effettuata nelle
diverse bande spettrali, si può tracciare un'età relativa al
progresso della stella.
Alcune di esse sono
inglobate in quelle tipologie spettrali che rivelano un'origine
stellare molto giovane; si è immaginato che l'azione di altre
stelle, formatesi prima e limitrofe alla nube e irradianti energia,
possano aver causato l'innalzamento della temperatura esterna (si
può osservare nel visibile rosso) e il susseguente livellamento del
gas molecolare finché non si raggiunge livelli cruciali di
compattezza che portano all'origine delle protostelle.
Ciò ci induce a
pensare di essere testimoni di una genesi graduale di corpi
stellari all'interno della nostra vastissima Galassia.
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