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stella

La stella, in astronomia, è definita come una grande massa di gas presenti in alta temperatura e tenuti insieme da una forza di gravità. Si dice che le stelle brillano di luce propria, ciò accade in quanto, a causa di reazioni interne termonucleari, questi elementi celesti producono energia sotto forma di luce.

Se una persona potesse essere abbastanza vicino ad una stella, scoprirebbe che tale energia viene lanciata nello spazio circostanze dal cosiddetto vento stellare, ossia delle onde elettromagnetiche e particelle elementari (neutrini) che si muovono nell’universo.

Ad occhio nudo le stelle ci appaiono come dei puntini luminosi nel cielo notturno diversamente brillanti tra loro.

In realtà la luminosità che appare a noi ad occhio nudo è apparente, in quanto va valutato quanto la stella sia distante dal nostro punto di osservazione, prima di valutarne la potenza luminosa.

Per calcolare la distanza delle stelle dal nostro punto di osservazione si calcola il parallasse, ossia calcolare, tramite una triangolazione, la posizione della stella aiutandoci con la rotazione della Terra intorno al Sole. L’unità di misura di questo metodo è il parsec.

Altro modo per calcolare la distanza di una stella dal nostro Pianeta può essere l’Unità Astronomica (UA). Si tratta di un metodo utilizzabile solo nel nostro sistema Solare, in quanto si usa come unità di misura la distanza media tra la Terra e il Sole.

Un terzo metodo è quello dell’anno luce. In questo caso l’unità di calcolo è la distanza percorsa dalla luce in un anno tropico.

Date queste informazioni ci possiamo rendere conto quanto sia complicato comprendere esattamente quale sia la luminosità assoluta di una stella.

Di fatto attualmente si possono calcolare questi valori in termini di magnitudine. Non è una informazione utile per calcolare l’energia emessa dalla stella, ma permette di creare una scala di grandezza tra le varie stelle.

Altro modo di comprendere l’energia emessa dalle stelle lo si riscontra quando ci si trova a parlare del colore che ha la superficie di questo elemento celeste. Infatti a secondo del colore che irradia una stella possiamo comprendere il calore emesso. Le stelle più calde hanno colore blu, mentre le più fredde sono rosse. Tra queste due estremità è calcolato il ciclo di vita di questo elemento, sapendo che le stelle prendono tutti i colori compresi nello spettro elettromagnetico tra il blu e il rosso.

In questa maniera le stelle vengono catalogate secondo delle classi spettrali, tra le più calde e alle più fredde. Ad ogni classe corrisponde un colore ed una lettera. In tabella è possibile osservare questa divisione con ordine, dalla più calda alla più fredda:

classe spettrale

temperatura superficiale in gradi Kelvin

colore

O

oltre 250000

blu

B

25000 - 11000

blu - bianco

A

11000 - 7500

bianco

F

7500 - 6000

bianco - giallo

G

6000 - 5000

Giallo

K

5000 - 3000

arancio

M

3500 - 2200

rosso

Il sole, la stella della nostra Galassia, fa parte della categoria G, con una temperatura superficiale misurata intorno ai 6000 K.

In questo senso possiamo parlare di evoluzione di una stella in quanto ognuno di questi elementi attraversa, durante la propria esistenza, tutte le fasi e tutti i colori presenti nella tabella.

In realtà quello che di cui parliamo è semplicemente una ipotesi scientifica plausibile ma non verificabile in laboratorio, in quanto la vita di una stella è di molto superiore a quella di qualsiasi essere umano. Basti pensare al Sole che irradia calore da circa 4 miliardi di anni senza subire cambiamenti evidenti.

La durata dell’esistenza della stella dipende dalla grandezza della massa e dalla temperatura interna dell’elemento celeste. La temperatura interna viene, nel corso della crescita di una stella, innalzata grazie al numero delle reazioni termonucleari presenti nel nucleo di questo corpo.

Ma come è il ciclo vitale di una stella?

Proviamo a semplificare il discorso e partiamo da una nebulosa interstellare. In una parte di questo ammasso gassoso iniziamo a notare un addensamento dei vari elementi, chiamato protostella, e la nube inizia a stringersi attorno a questo nucleo (questo meccanismo si chiama collasso della nube).

Con il progressivo aumento della temperatura del nucleo, giunti intorno ai 10000000 di grandi Kelvin, arriviamo alla creazione della stella.

Da qui iniziano a crearsi nel nucleo delle reazioni nucleari, mantenendo una lunga situazione di equilibrio.

Quando la struttura interna della stella inizia a divenire instabile, è necessario calcolare la massa di questo elemento. Se la massa è inferiore alle 0,5 masse solari, la stella si trasforma prima in una Nana Bianca fino ad arrivare a spegnersi. Se la massa è superiore, la stella prima diviene una Gigante Rossa e poi segue un lungo processo di spegnimento.

In questo caso le stelle, proseguendo a spegnersi divengono prima delle Nebulose Planetarie, poi delle Nane Bianche poi Nane nere.

Dalla Nana Nera arriviamo alla supernova, ossia la stella che esplode.

Tutte le stelle vengono riconosciute tramite la loro posizione e il loro numero nella catalogazione. Alcune, tra le più luminose, hanno un nome a parte, derivante dalle osservazioni degli astronomi antichi (Sumeri, Babilonesi, Egiziani e Greci), a cui poi sono stati collegati miti e leggende.