Osservatorio Astronomico di Capodimonte
(NA)
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LA SPECOLA DI NAPOLI
Grazie al giovane sovrano Carlo
di Borbone il 1735 è una data fondamentale per la Specola di Napoli,
infatti, in questo anno inizia un periodo di grande sviluppo della scienza
astronomica per il Meridione d’Italia.
E’ da questa data che è inserita
nel programma di studi superiori, la cattedra d’Astronomia e Nautica,
collegamento che metteva in risalto l’osservazione del cielo e la pratica
dell’orientamento in mare.
Il primo titolare della Cattedra
fu il matematico Pietro De Martino, che non potendo disporre di una
Specola dovette attenersi ad un insegnamento prettamente teorico e Napoli,
pur avendo Specole private o gestite da ordini religiosi, non avere
un Osservatorio astronomico era una lacuna grave per l’aspirazione di
divenire città europea.
In questa situazione Pietro De
Martino volle incontrare il ministro della marina, lord Acton, grande
appassionato di astronomia, cui parlò della sua idea. Lord Acton si
impegnò a patrocinare personalmente la causa per la costruzione di una
Specola.
I lavori iniziarono ma non finirono.
La bella meridiana con listello d’ottone intarsiata tra disegni di marmo
che raffigurano i segni zodiacali è ancora oggi visibile nel salone
al primo piano del Museo Archeologico Nazionale.
Cambiato il disegno politico e
con l’arrivo di Giuseppe Bonaparte sul trono di Napoli, Giuseppe Cassella
astronomo e studioso e l’abate Giuseppe Toaldo chiesero ancora una volta
la costruzione di un Osservatorio. Il re accordò al Cassella il Monastero
di San Gaudioso come sede dell’istituenda Specola.
L’astronomo Giuseppe Cassella morì
prematuramente e con lui la possibilità di portare a termine i lavori
intrapresi.
Gioacchino Murat succeduto a Giuseppe
Bonaparte, volle nel 1809 la fondazione dell’Osservatorio Astronomico.
Con l’istituzione dell’Osservatorio
si decise di scegliere quale direttore dell’Osservatorio un giovane
astronomo da formare all’estero, la scelta cadde su Federico Zuccari,
insegnante di matematica e geografia nel collegio militare, il quale
fu mandato a perfezionarsi presso la Specola di Brera sotto la guida
dell’astronomo Barnaba Oriani.
Federico Zuccari scelse quale sede
dell’Osservatorio la Collina di Miradois, altura vicina alla Reggia
Borbonica di Capodimonte. Lo stesso Zuccari ideò l’edificio. I lavori
iniziarono nel 1812 e terminarono, tra molte vicissitudini, soltanto
nel 1819.
Primo direttore dell’Osservatorio
fu Carlo Brioschi che rimase in carica fino al 1833. Durante il suo
incarico gli astronomi Ernesto Capocci e Antonio Nobile compirono la
prima misurazione delle distanze meridiane di 11 stelle e del sole e
fecero le prime osservazioni meteorologiche.
A Brioschi successe il nipote Federico
Zuccari, mentre Ernesto Capocci per le sue osservazioni di comete, fu
riconosciuto a livello internazionale e nel 1827 fu incaricato da padre
Inghirami di partecipare alla compilazione della grande carta celeste.
Uomo dai molteplici interessi, Ernesto Capocci fu anche letterato e
intellettuale, impegnato politicamente contro i Borboni, e per questo
motivo, nel 1850, fu costretto a rinunciare all’incarico per poi riprenderlo
nel 1860 e mantenerlo fino al giorno della sua morte nel 1864.
Direttore dal 1864 al 1889 fu Annibale
De Gasparis che diresse la Specola in anni difficili, con pochi fondi
a disposizione e con strumenti ormai obsoleti.
L’Osservatorio di Capodimonte,
tra molte difficoltà, s’inserì in un circuito di lavoro internazionale
grazie all’intuizione di Arminio Nobile a cui si devono le prime ipotesi
sull’esistenza del moto del Polo e a cui dedicò una relazione dal titolo
Determinazione novella della latitudine del Real Osservatorio di Capodimonte.
Solo nel 1912, ad opera del direttore
Azeglio Bemporad, l’Osservatorio iniziò ad interessarsi di astrofisica.
Ma si è all’inizio della prima guerra mondiale; questo periodo portò
ad un arresto negli investimenti ed ad un progressivo invecchiamento
delle strutture e ad un impoverimento di strumenti.
Da questa situazione di stallo
la Specola di Capodimonte risorge e, a partire dagli anni ’70, è tra
gli Istituti internazionali più attivi e importanti.
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