Tecnica del doppiaggio
Il doppiaggio si opera secondo due distinte tecniche:
il doppiaggio in sincrono e il doppiaggio in oversound.
Il doppiaggio in
sincrono consiste nella sostituzione completa della voce dell’attore
originale con quella del doppiatore; per ottenere tale risultato è
necessario che al voce prestata mantenga una maggiore coincidenza
possibile dei movimenti labiali con quella dell’'attore cinematografico,
al punto che lo spettatore possa identificare con naturalezza la voce
del doppiatore col volto dell'attore originale.
Per ottenere un buon
risultato è obbligatorio che i dialoghi non vengano soltanto tradotti,
ma anche adattati, in modo che coincida la lunghezza delle frasi della
lingua originale con quella tradotta e coincidano anche i movimenti
labiali di alcune parole chiave; questa operazione parafrasale è
chiamata sincronizzazione. È fondamentale per di più che il doppiatore
abbia una voce adatta all’attore che dovrà doppiare, tanto che negli
ultimi tempi si privilegiano traduttori che abbiano, oltre che lo steso
timbro vocale, anche una vaga rassomiglianza fisica con l'attore
originale.
Per questo tipo di tecnica è inoltre importante che il
doppiatore rispetti il più possibile le pause recitative e il senso
dell’interpretazione dell'attore a cui presta la voce. Per questo
motivo, oltre che evidenti doti tecnico professionali, il doppiatore
deve possedere un vero e proprio talento artistico. Quando si ottiene un
risultato soddisfacente, si dice che la voce è ben incollata al volto.
Un doppiaggio ben fatto può esaltare se non addirittura migliorare la
prestazione di un attore straniero, e allo stesso modo un doppiaggio
scadente o scollato può rovinarla seriamente.
Il doppiaggio in oversound invece si riconosce quando
la voce del doppiatore copre quella del parlante che appare in video, la
cui voce in lingua originale rimane ascoltabile in sottofondo. Questa
tecnica in Italia si usa solitamente per le interviste e nei
documentari. In questo caso non è necessario che la voce sia
perfettamente sincronizzata a quella originale, né che vi sia una
corrispondenza di intensità interpretativa o un adeguata equalizzazione
del sonoro.
La voce del doppiatore si dice fuori campo ed è volutamente
diversificata da quella originale. Nei confronti dello spettatore il
doppiatore deve quindi sostituire idealmente la voce di un interprete
simultaneo.
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