La commedia è un genere cinematografico il cui scopo,
solitamente, è quello di estrapolare buoni sentimenti e allegria dalla
vicenda che si sta raccontando giungendo ad un felice epilogo (il famoso
"happy end").
Però un finale positivo non è una costante poiché le
commedie con toni drammatici il più delle volte sfociano in conclusioni
dolenti per il protagonista.
La commedia non va confusa con le pellicole comiche,
realizzate unicamente per indurre il pubblico alla risata.
Le origini della commedia sono riconducibili alla
gloriosa stirpe dei greci; lo stile della commedia fu utilizzato dal
commediografo Aristofane per denigrare in maniera ironica la presuntuosa
e snob società di Atene del IV secolo a.C.; a questo genere il filosofo
Aristotele scrisse un testo dedicato alla poetica che purtroppo non fu
mai ritrovato.
La commedia si diffuse anche tra la civiltà romana, il
teatro del periodo rinascimentale e di quello elisabettiano con autori
come Ben Johnson e Shakespeare.
L'industria del cinema della commedia, fin dai tempi
delle pellicole mute, divenne uno dei generi cinematografici più amati
nella patria della celluloide ovvero Hollywood.
Dalla commedia del cinema muto si dipanano diversi
sottogeneri ed uno di questi è la “commedia di rimatrimonio” che si
contrapponeva ai molti casi di divorzio che si verificarono intorno al
primo decennio del novecento; tali pellicole di solito si basavano sulla
stessa sceneggiatura che raccontava le vicende di una coppia che dopo
essersi lasciati e aver frequentato altre persone si rendono conto che
il loro amore è tale da spingerli a rimettersi insieme.
Due esempi di questa tipologia di film furono “Don't
change your husband” (1918) e “Why change your wife” (1919) diretti
ambedue da Cecil B. DeMille con Gloria Swanson e appartenenti al cinema
muto in bianco e nero.
Con l'avvento del Codice Hays, che tra le sue linee
limitative incorporava il divieto di trattare la tematica
dell'adulterio, si decise di riporre in secondo piano il tema del
rimatrimonio a favore di pellicole ricche di battute molto più frizzanti
ed effervescenti.
Ebbe origine la sophisticated comedy (commedia
sofisticata) animata da figure che componevano il ceto altoborghese e
che affrontavano tematiche di una certa importanza come il dibattito tra
le classi; ne è un esempio “Accadde una notte” di Frank Capra del 1934.
Tale sottogenere della commedia visse il suo periodo
di maggior sviluppo intorno agli anni '30 grazie al regista Ernst
Lubitsch che utilizzò il sarcasmo e i differenti e fulminei cambi di
opinioni (ne è un esempio il cambio di inquadratura che mostrava in una
stessa persona stati di onestà in un momento e di tradimento in un
altro) per rappresentare i suoi film.
Altri suoi film furono “Il ventaglio di Lady
Windermere” (muto, 1925), “Mancia competente” (1932), “Partita a
quattro” (1933), Ninotchka (1939); il suo maggior successo è stato
sicuramente “Vogliamo vivere” (1942) per molti ritenuto anche superiore
a “Il grande dittatore” (1940) di Charlie Chaplin in cui la caricatura
di Adolf Hitler è resa in maniera ottimale.
Frank Capra e la casa di produzione della Columbia
portarono la sophisticated comedy a livelli eccelsi nel 1934
caratterizzando le sue pellicole con una rinnovata fiducia, influenzate
anche dal piano di riforme del “New Deal”; le trame del cinema di Capra
convergono quasi tutte in uno scontato finale lieto e pieno di felicità
per i protagonisti che sembra essere stato architettato dal regista per
compensare una vita reale fatta di sofferenza e dolore.
Il tanto sognato e agognato happy ending viene
raggiunto quasi per volere divino, senza una spiegazione razionale dopo
un'intera trama all'insegna del catastrofismo assoluto che sembra
avvolgere tutta la vicenda narrata.
Per apprendere in modo più chiaro l'andazzo delle
sceneggiature su cui si reggevano le sue pellicole basti pensare al film
“Mr Smith va a Washington” (1939) in cui lo sterile ostruzionismo
rappresentato dal protagonista nei confronti di una elitè di politici
corrotti si indirizza in un finale che premia l'eroe con la redenzione e
la confessione del capo dei “cattivi”.
Frank Capra quindi mette a disposizione dello
spettatore due possibili interpretazioni del film: la propria esistenza
come una vita armoniosa e gioiosa molto onirica oppure una linea più
simile alla realtà anche se triste e malinconica.
Altro regista molto influente del genere delle
commedie fu Howard Hawks definito il “maestro invisibile” per via del
suo modo di fare cinema che rasentava livelli eccelsi, conferendo una
dimensione cristallina ai suoi lavori in cui si distinguevano solo il
pragmatismo e i personaggi della trama che si muovevano in un mondo
frenetico che non ammetteva momenti di pausa.
La commedia con Hawks si orientò verso una relazione
costante tra caos e ordine dove quest'ultimo rappresentava il sinonimo
di esistenza calcolata e già programmata ma allo stesso tempo monotona e
staticamente priva di emozioni forti.
Tra le suo opere si ricordano “Susanna!” (1938), “La
signora del venerdì” (1940) e “Gli uomini preferiscono le bionde”
(1953).
Il regista austriaco Billy Wilder fu il diretto
successore di Ernst Lubitsch; nei suoi film egli sottolineò le
sfaccettature di delusione e malinconia della commedia addolcendole con
nera ironia ed elementi vagamente appartenenti agli studi di Freud sulla
psicoanalisi.
Insieme a talentuosi sceneggiatori hollywoodiani come
I. A. L. Diamond (pseudonimo di Iţec Domnici) e Charles Brackett
realizzò atroci prese in giro ai danni della società europea e americana
incarnate in pellicole come “Scandalo internazionale” (1948), “Quando la
moglie è in vacanza” (1955), “A qualcuno piace caldo” (1959), “Sabrina”
(1954), “Arianna” (1957), “Irma la dolce” (1963).
Molte commedie moderne si presentano con una struttura
semplice incentrata sulla presenza di uno o più attori conosciuti con la
finalità di strappare qualche risata al pubblico mentre altri
intrecciano settori come il sociale e la politica; pellicole di questo
tipo sono “L'uomo dell'anno” (2006) e “Sesso & Potere” (1997).
Anche l'Italia subì l'influenza della commedia
generando la così detta “commedia all'italiana”, famosa in tutto il
mondo, intorno agli anni cinquanta; lo stile italiano si evolse e si
perfezionò nei successivi decenni del sessanta e del settanta fino a
giungere ai nostri giorni.
Il regista Pietro Germi col il suo “Divorzio
all'italiana” (1961) diede l'idea per il termine “commedia
all'italiana”.
Il periodo del “Neorealismo” ebbe un'influenza
notevole sul cinema della commedia all'italiana degli anni cinquanta
fatto di pellicole pregne di intelligenza e ironia immerse in una realtà
borghese ed equilibrate da una buona dose di sarcasmo.
La commedia all'italiana dell'epoca poneva le sue
fondamenta su un filone descrittivo farcito di comicità e spensieratezza
ma che non discostava il suo occhio da una visione reale atta a
rappresentare il ciclo evolutivo che stava mutando la quotidianità
italiana.
Il boom economico della penisola italiana rivoluzionò
molti aspetti e campi della cultura e della società come la fede, il
potere, l'emancipazione, l'economia, il lavoro, il matrimonio e la
famiglia.
Più avanti con gli anni la commedia all'italiana, in
alcuni casi, ammorbidì i toni comici in favore di tonalità più mature e
serie tendenti ad un genere commedia-drammatico come nei casi di
“Detenuto in attesa di giudizio” (1971) di Nanni Loy o “Un borghese
piccolo piccolo” (1977) di Mario Monicelli.
La commedia all'italiana riscosse molto successo anche
grazie al lavoro recitativo di ottimi e convincenti attori che con le
loro performance seppero impersonare pregi e difetti dell'italiano di
quel tempo; a volte il ruolo richiedeva la ricerca di una propria
libertà e il mostrare il degrado culturale che caratterizzava in maniera
simpatica molta gente di quel periodo.
Tutto questo fu possibile anche grazie alla
collaborazione di esperti registi, scenografi e sceneggiatori, che
attingendo nella società italiana in continua evoluzione e stratificata
in diversi aspetti tra loro controversi, seppero ricavare molti spunti
con cui ornare e arricchire le proprie produzioni.
I più grandi attori delle commedie italiane sono stati
indiscutibilmente Nino Manfredi, Ugo Tognazzi, Monica Vitti Alberto
Sordi, Vittorio Gassman, Aroldo Tieri, Gastone Moschin, Marcello
Mastroianni, Carla Gravina, Sofia Loren, Lando Buzzanca, Walter Chiari,
Vittorio De Sica, Adolfo Celi, Aldo Giuffré, Claudia Cardinale, Gino
Cervi, Carlo Giuffré, Raimondo Vianello, Stefania Sandrelli, Franca
Valeri, Michele Placido, Carlo Pisacane (conosciuto come Capannelle),
Laura Antonelli, Mariangela Melato, Giancarlo Giannini, Ave Ninchi,
Tiberio Murgia, Stefano Satta Flores, Gigi Proietti, Renato Salvatori,
Tina Pica, Marisa Merlini, Memmo Carotenuto, Gianni Agus, Mario
Carotenuto, Leopoldo Trieste, Raffaele Pisu, Carlo Delle Piane e Giacomo
Furia.
Attori drammatici come Gian Maria Volontè, Enrico
Maria Salerno e Salvo Randone provarono a impersonare ruoli tipici delle
commedie.
La commedia di casa nostra ha ospitato anche
performance di attori stranieri come Catherine Spaak, Louis de Funès,
Fernandel, Sylva Koscina, Bernard Blier, Mario Adorf, Philippe Noiret,
Senta Berger, Jean-Louis Trintignant, Claudine Auger, Ann-Margret e
Dustin Hoffman.
I registi che resero popolare la commedia all'italiana
furono Nanni Loy, Pietro Germi, Camillo Mastrocinque, Mario Monicelli,
Luigi Comencini, Antonio Pietrangeli, Luciano Salce, Lina Wertmuller,
Steno, Ettore Scola, Sergio Corbucci, Vittorio De Sica, Dino Risi, Luigi
Magni e Luigi Zampa mentre tra gli sceneggiatori ricordiamo Age e
Scarpelli, Suso Cecchi D'Amico, Rodolfo Sonego, Steno.
Tra le pellicole che ben delineano la realtà del
costume e delle tradizioni dell'Italia di quel tempo sicuramente un
ruolo importante rivestono “I mostri” (1963) di Dino Risi (in questo
film ci sono Gassman e Tognazzi che all'interno della pellicola
impersonano diversi personaggi alquanto bizzarri), “Il medico della
mutua” (1968) di Luigi Zampa e “Il prof. dott. Guido Tersilli primario
della clinica Villa Celeste convenzionata con le mutue” (1969) di Luigi
Salce (seguito del medico della mutua e qui Sordi offre una delle
migliori recitazioni) e “I soliti ignoti” (1958) di Mario Monicelli (qui
Vittorio Gassman è spalleggiato da Totò, Mastroianni e da altri validi
comprimari).
Proprio la pellicola de “I soliti ignoti” è
considerata, per molti fattori (ambiente, caratterizzazione dei
personaggi e argomenti trattati), la commedia all'italiana per
eccellenza.
Tra i grandi interpreti della commedia nostrana vanno
sicuramente ricordati Aldo Fabrizi e Totò (quest'ultimo insieme al
grande attore partenopeo Peppino De Filippo costituì il duo “Totò e
Peppino”); anche separatamente i due attori furono delle “guest star” di
determinati film: “Le tentazioni del dottor Antonio” di Federico Fellini
(episodio della pellicola “Boccaccio '70” del 1962) ospitò Peppino De
Filippo mentre “I soliti ignoti” videro come mattatore ospite il grande
Totò.
Maggior parte dei prodotti della commedia all'italiana
avevano come location gli studi di Cinecittà e precedentemente era Roma
il luogo dove si girava per la realizzazione delle pellicole; la
maggioranza degli attori erano di origine capitolina ma c'erano alcune
eccezioni ovvero attori d'adozione come Ugo Tognazzi originario di
Cremona, Nino Manfredi e Marcello Mastroianni entrambi della Ciociaria e
il genovese Gassman.
ashok
In quel periodo la gente dello spettacolo, di un certo
spessore, era tutta concentrata a Roma, soprattutto nei caffè di Via
Veneto dove si alternavano un'infinità di artisti pubblicizzati dagli
impavidi fotografi (o paparazzi) che si recavano a frotte nella
capitale, per “rubare” qualche scatto esclusivo che contribuiva a
rendere maestose e sfarzose le caldi notti romane.
Se Roma era stata eletta come capitale della bella
vita di personaggi famosi degli anni cinquanta, per non squilibrare il
rapporto lavoro-divertimento, di conseguenza Milano non riuscì a
ritagliarsi uno spazio tutto suo nell'universo della mondanità ma seppe
rivestire il ruolo di centro economico di raccordo per il mondo del
lavoro e degli affari; però la rivalsa della città milanese non tardò e
negli anni sessanta divenne un centro importante dove poter incontrare
attori e persone dello spettacolo.
Alcuni attori rappresentarono in modo molto realistico
personaggi legati dialetticamente e tradizionalmente ad una determinata
città; ne è un esempio Alberto Sordi che nella maggior parte delle sue
opere (più di 140 pellicole) vestì i panni di svariate e pittoresche
figure radicate ai costumi e alle abitudini della capitale romana.
L'ambientazione romana fu utilizzata con frequenza, ma
la finalità della commedia di casa nostra era rappresentare la realtà
italiana con i suoi pregi e suoi difetti (sopratutto questi ultimi) con
gli strumenti dell'ironia e della satira e molte storie raccontate nelle
pellicole di questo genere si svolsero in altre città italiane.
Basti ricordare film come “Pasqualino Settebellezze”
(1975) di Lina Wertmuller con Giancarlo Giannini e “Operazione San
Gennaro” (1966) di Dino Risi con Nino Manfredi e Totò ambientati a
Napoli, “Amici miei” (1975) di Mario Monicelli con Ugo Tognazzi, Gastone
Moschin e Philippe Noiret, “Il vedovo” (1959) di Dino Risi con Alberto
Sordi e Franca Valeri e “Romanzo popolare” (1974) di Mario Monicelli con
Ugo Tognazzi, Ornella Muti e Michele Placido ambientati a Milano.
Non solo i grandi nuclei cittadini italiani furono
utilizzati come cornice per le commedie ma anche le piccole provincie
come nel caso di “Il commissario Pepe” (1969) di Ettore Scola con Ugo
Tognazzi, “ Signore & signori” (1966) di Pietro Germi con Virna Lisi e
Gastone Moschin che si svolgono nel Veneto, “Divorzio all'italiana”
(1961) di Pietro Germi con Stefania Sandrelli e Marcello Mastroianni
ambientato in Sicilia, “Alfredo, Alfredo” (1972) di Pietro Germi con
Dustin Hoffman e Stefania Sandrelli ambientato ad Ascoli e “Straziami,
ma di baci saziami” (1968) di Dino Risi con Nino Manfredi e Ugo Tognazzi
ambientato nelle Marche.
A partire dalla metà degli anni sessanta gli attori
italiani delle commedie incrociarono la loro carriera con il resto del
mondo, sconfinando i limiti della nostra penisola e ponendo il prototipo
dell'uomo italiano a confronto con le usanze straniere.
Alberto Sordi e Nino Manfredi, rispettivamente con “
Bello, onesto, emigrato Australia sposerebbe compaesana illibata” (1971)
di Luigi Zampa ambientato in Australia e “Pane e cioccolata” (1973) di
Franco Brusati ambientato in Svizzera, si cimentarono nel ruolo
dell'emigrato italiano all'estero.
Altre pellicole incentrate sulle vicende di italiani
fuori dai confini della nostra penisola sono “La ragazza con la pistola”
(1968) di Mario Monicelli con Monica Vitti e Carlo Giuffré, “Riusciranno
i nostri eroi a ritrovare l'amico misteriosamente scomparso in Africa?”
(1968) di Ettore Scola con Nino Manfredi e Alberto Sordi , “Fumo di
Londra” (1966) di Alberto Sordi con Alberto Sordi, “Un italiano in
America” (1967) di Alberto Sordi con Vittorio De Sica e Alberto Sordi,
“Anastasia mio fratello ovvero il presunto capo dell'Anonima Assassini”
(1973) di Steno con Alberto Sordi.
Alcune commedie all'italiana furono inserite in
contesti storici come il medioevo ne “L'armata Brancaleone” (1966) di
Mario Monicelli con Catherine Spaak, Vittorio Gassman e “Brancaleone
alle crociate” (1970) di Mario Monicelli con Vittorio Gassman, Adolfo
Cieli e Stefania Sandrelli; la Roma papale del Risorgimento
rappresentata “Nell'anno del Signore” (1969) con Claudia Cardinale e
Nino Manfredi e “In nome del Papa re” (1977) con Nino Manfredi entrambi
di Luigi Magni; il periodo fascista e la seconda guerra mondiale con le
pellicole “Il federale” (1961) di Luigi Salce con Ugo Tognazzi, “Anni
ruggenti” (1979) di Vittorio Sindoni, “C'eravamo tanto amati” (1974) di
Ettore Scola con Vittorio Gassman, Nino Manfredi e Stefania Sandrelli,
“I due marescialli” (1961) di Sergio Corbucci con Totò, Vittorio De Sica
e Gianni Agus, “Tutti a casa” (1960) di Luigi Comencini con Alberto
Sordi ed Eduardo De Filippo.
Il boom dell'industria italiana della commedia
cinematografica visse momenti d'oro durante il periodo che andava dalla
fine degli anni cinquanta fino alla metà degli anni settanta; sopratutto
nella seconda metà degli anni settanta, le vette degli incassi
cinematografici furono toccate dalle commedie italiane e di altri paesi.
In ambito italiano il successo fu tale da spingere
alcuni attori della nostra terra (Walter Chiari, Virna Lisi, Sofia
Loren, Gina Lollobrigida e Vittoro Gassman) a cercare fortuna anche nel
mercato cinematografico di Hollywood.
Questo genere di commedia fu molto apprezzato
all'estero nonostante l'ostacolo che poteva rappresentare la matrice
puramente italiana delle pellicole che mostrando usi, abitudini e
costumi dialettali non sempre veniva interpretata in maniera limpida
dagli estimatori stranieri.
Pellicole come “Il medico della mutua” (1968) di Luigi
Zampa con Alberto Sordi, “Detenuto in attesa di giudizio” (1971) di
Nanni Loy con Alberto Sordi e Lino Banfi ,”Divorzio all'italiana” (1961)
di Pietro Germi con Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli trasmisero
opinioni non molto rassicuranti sul nostro sistema sanitario, giuridico
e burocratico agli spettatori stranieri.
L'industria di Hollywood affascinata dalle nostre
commedie satiriche ma allo stesso tempo reali ed ironiche decise di
prendere alcune nostre produzioni e realizzare dei remake; ne sono un
esempio
“Once upon a Crime” (1992) di Eugene Levy con John
Candy e James Belushi, remake di “Crimen” (1961) di Mario Camerini, con
Vittorio Gassman, Alberto Sordi, Nino Manfredi, “Crackers” (1984) di
Louis Malle con Sean Penn e Donald Sutherland e “Welcome to Collinwood”
(2002) di Anthony e Joe Russo con George Clooney, Sam Rockwell ambedue
rifacimenti de “I soliti ignoti”, “Travolti dal destino” (2002) di Guy
Ritchie con Madonna, Adriano Giannini remake di “Travolti da un insolito
destino nell'azzurro mare d'agosto” di Lina Wertmuller con Giancarlo
Giannini e Mariangela Melato, “Scent of a Woman - Profumo di donna”
(1992) con Al Pacino e Chris O'Donnell di Martin Brest, riadattamento di
“Profumo di donna” (1974) di Dino Risi con Agostina Belli e Vittorio
Gassman.
L'incedere degli anni portò come conseguenza la fine
della carriera per molti talentuosi attori che per alcuni fu obbligata
dalla loro morte ( Vittorio De Sica, Totò, Peppino De Filippo, Pietro
Germi, Antonio Pietrangeli, Gino Cervi, Tina Pica, Camillo Mastrocinque).
A dettare il tramonto di una “oligarchia” di registi e
attori che seppero rendere maestoso il cinema italiano furono anche i
cambiamenti socio politici che investirono la repubblica italiana come
un treno in corsa.
Il quadro politico sempre più teso e farcito da
cruenti scontri durante gli anni settanta, dal terrorismo più acceso,
dalla perdita di molti valori ritenuti un tempo inalienabili e da una
situazione economica non più florida ma precaria, si rifletterono sul
cinema nostrano spostando l'allegro sarcasmo e l'ironica satira di
costume italiano verso una concezione più triste e degradata della
propria esistenza sia presente che futura.
Monicelli con il suo “Amici miei” aveva iniziato la
rivoluzione della commedia all'italiana che contemplava il finale come
un lieto e felice traguardo posto alla fine del film; nella sua opera
infatti il regista condisce le “bravate” dei protagonisti con un tocco
di asprezza e penosità pur lasciando un lato comico scoperto.
Segni del cambiamento di rotta che stava subendo la
commedia all'italiana da un portamento comico ad uno più serioso e
drammatico furono presenti nelle pellicole come “Un borghese piccolo
piccolo” e “La terrazza” (1980) di Ettore Scola con Vittorio Gassman,
Marcello Mastroianni e Stefania Sandrelli; per molti critici
quest'ultimo film rappresentò il ponte di passaggio tra la commedia più
allegra del passato e quella nuova un po' più malinconica.
Quasi in concomitanza con questa inversione di stile,
si sviluppò una concezione più farsesca e smaliziata che andò sotto il
nome di “commedia sexy” intorno agli anni settanta in Sudamerica e in
Italia e che si spense intorno al 1982; il sostegno nelle sale per
queste pellicole fu molto caloroso e fu agevolato anche dalle molteplici
emittenti televisive private.
I maggiori rappresentanti della commedia sexy furono
Lando Buzzanca, Ennio Antonelli (in arte "Braciola"), Alvaro Vitali,
Lino Banfi, Mario Carotenuto, Renzo Montagnani, Bombolo, Enzo Cannavale,
Jimmy il fenomeno e Gianfranco D'Angelo.
Tali pellicole divennero dei veri e propri cult che
ancora oggi sono apprezzati dagli adolescenti degli anni settanta che
apprezzavano la visione di tali film soprattutto per le grazie delle
avvenenti attrici messe generosamente in mostra.
La commedia sexy utilizzava diversi elementi per
arricchire la fantasia delle trame; una di queste era l'ambientazione
medioevale in cui la sacralità del periodo venne un po' sbeffeggiata
dalle situazioni succinte che si venivano a creare all'interna della
vicenda.
La connotazione storica comprendeva opere letterarie
come il “Decamerone” di Giovanni Boccaccio che si trovava in sintonia
con lo stile sexy di queste nuove commedie; quindi nacque un filone
nuovo, denominato “decamerotico” o “boccaccesco”, che fruttò molti soldi
all'industria del cinema italiano.
Film da menzionare sono: “Quel gran pezzo dell'Ubalda”
(1972) di Mariano Laurenti e “Quando le donne si chiamavano Madonne”
(1972) di Aldo Grimaldi.
Tali pellicole incrementarono il successo di Pippo
Franco ed Edwige Fenech soprattutto quest'ultima non per le capacità
recitative ma per le proprie forme, caratteristica essenziale per il
filone delle commedie sexy.
Tale genere partorì anche moltissime attrici
esteticamente bellissime che ricoprivano quei ruoli che alimentavano le
fantasie erotiche degli uomini italiani di qualsiasi età.
Uno di questi ruoli fu la sexy poliziotta, incarnata
dall'attrice Edwige Fenech nel film “La poliziotta fa carriera” (1976)
di Michele Massimo Tarantini; il primo nudo integrale dell'attrice si
ebbe nella pellicola “La pretora” (1976) di Lucio Fulci che scimmiottava
la magistratura del nostro paese la quale puntava il dito sul senso del
pudore.
Luogo molto ambito dalle commedie sexy è la caserma
militare in cui le vicende si sviluppavano attorno alle figure
dell'omosessuale e della sexy infermiera di turno.
Altri ruoli che segnarono l'immaginario collettivo del
mondo maschile degli anni settanta furono quelli delle sexy insegnanti o
sexy supplenti che scombussolavano gli ormoni maschili della scuola; le
stesse avvenenti insegnanti erano prese di mira dall'insegnante
bellimbusto di turno che falliva il suo obiettivo a favore dello
studente di cui si innamorava la protagonista.
Film che mettono in risalto questa figura sono “La
liceale” (1976) di Michele Massimo Tarantini con Gloria Guida (anch'ella
diverrà un'icona del cinema sexy degli anni settanta), “L'insegnante”
(1975) di Nando Cicero con Edwiche Fenech; altra attrice resa famosa da
questo genere di film fu Nadia Cassini.
Altro attore principe del genere commedia sexy fu
Alvaro Vitali che grazie al personaggio del discolo Pierino creò un
personaggio amato e idolatrato dai più giovani; tale personaggio portò
alla denominazione di “pierini” quelle pellicole incentrate sulla
rappresentazione di barzellette classiche che ovviamente erano pregne di
battute volgari.
Quasi tutti i film della saga di Pierino avevano
questa struttura narrativa che raccontava le comiche avventure del
ragazzotto dalla parlata romana che sfociavano sempre in parolacce; il
tutto condito dalla presenza di belle ragazze che a volte mostravano le
proprie grazie.
Un classico della regia di questi film divenne lo
spiare dal buco della serratura la bella di turno che si denudava; ciò
era una delle fantasie erotiche più desiderate dagli italiani.
Pierino seminò proseliti come Maurizio Esposito e
Giorgio Ariani.
Altri attori che diedero il loro contributo alla
commedia sexy furono Mario Carotenuto, Andrea Roncato, Ulisse Da Prato e
Jerry Calà; in casi particolari recitarono in film sexy anche Enrico
Montesano, Renato Pozzetto e Teo Teocoli.
Tra le attrici italiane che divennero icone sexy ci
sono Laura Antonelli, Agostina Belli, Gloria Guida, Anna Maria Rizzoli,
Carmen Russo, Jenny Tamburi, Lilli Carati, Moana Pozzi, Donatella
Damiani, Femi Benussi, Carmen Villani, Michela Miti, Paola Senatore,
Stefania Sandrelli, Serena Grandi, Lory Del Santo, Pamela Prati mentre
tra le file straniere ci sono Janet Agren, Senta Berger, Barbara Bouchet,
Nadia Cassini, Edwige Fenech, Dagmar Lassander, Marisa Mell eNieves
Navarro.
Registi che fecero la fortuna della commedia sexy
furono Pasquale Festa Campanile, Michele Massimo Tarantini, Nando
Cicero, Fernando Di Leo, Lucio Fulci, Giovanni Grimaldi, Mariano
Laurenti.
I film più famosi della commedia sexy furono :
“Il trapianto” (1970) di Steno
“Quando le donne avevano la coda” (1970) di Pasquale
Festa Campanile
“Il prete sposato” (1970) di Marco Vicario
“Il merlo maschio” (1970) di Pasquale Festa Campanile
“Non commettere atti impuri” (1971) di Giulio Petroni
“Homo Eroticus” (1971) di Marco Vicario
“La prima notte del dottor Danieli, industriale col
complesso del... giocattolo” (1971) di Giovanni Grimaldi
“Quando le donne persero la coda” (1971) di Pasquale
Festa Campanile
“Il vichingo venuto dal sud” (1972) di Steno
“Mazzabubù... Quante corna stanno quaggiù?” (1972) di
Mariano Laurenti
“Quel gran pezzo dell'Ubalda tutta nuda e tutta calda”
(1972) di Mariano Laurenti
“Paolo il caldo” (1973) di Marco Vicario
“Giovannona Coscialunga disonorata con onore” (1973)
di Sergio Martino
“Malizia” (1973) di Salvatore Samperi
“Nonostante le apparenze... e purché la nazione non lo
sappia... All'onorevole piacciono le donne” (1973) di Lucio Fulci
“Bella, ricca, lieve difetto fisico, cerca anima
gemella” (1973) di Nando Cicero
“Sessomatto” (1973) di Dino Risi
“La vedova inconsolabile ringrazia quanti la
consolarono” (1974) di Mariano Laurenti
“La governante” (1974) di Giovanni Grimaldi
“La cugina” (1974) di Aldo Lado
“Peccato veniale” (1974) di Salvatore Samperi
“La signora gioca bene a scopa?” (19749 di Giuliano
Carnimeo
“La sbandata” (1974) di Alfredo Malfatti
“La nipote” (1974) di Nello Rossati
“La professoressa” (1975) di lingue di Demofilo Fidani
“Il vizio di famiglia” (1975) di Mariano Laurenti
“Conviene far bene l'amore” (1975) di Pasquale Festa
Campanile
“Stangata in famiglia” (1975) di Franco Nucci
“Cassiodoro il più duro del pretorio” (1975) di Oreste
Coltellacci
“Il cav. Costante Nicosia demoniaco ovvero: Dracula in
Brianza” (1975) di Lucio Fulci
“L'insegnante” (1975) di Nando Cicero
“La liceale” (1975) di Michele Massimo Tarantini
“Frankenstein all'italiana” (1975) di Armando Crispino
“L'infermiera” (1975) di Nello Rossati
“L'educanda” (1975) di Franco Lo Cascio
“Le seminariste” (1976) di Guido Leoni
“Classe mista” (1976) di Mariano Laurenti
“Frittata all'italiana” (1976) di Alfonso Brescia
“Cattivi pensieri” (1976) di Ugo Tognazzi
“40 gradi all'ombra del lenzuolo” (1976) di Sergio
Martino
“Un toro da monta” (1976) di Roberto Mauri
“La prima notte di nozze” (1976) di Corrado Prisco
“Le impiegate stradali - Batton Story” (1976) di Mario
Landi
“La portiera nuda” (1976) di Luigi Cozzi
“Il comune senso del pudore” di Alberto Sordi
“La pretora” (1976) di Lucio Fulci con Edwige Fenech,
Giancarlo Dettori, Oreste Lionello, Raf Luca
“La professoressa di scienze naturali” (1976) di
Michele Massimo Tarantini
“La dottoressa del distretto militare” (1976) di Nando
Cicero
“La poliziotta fa carriera” (1976) di Michele Massimo
Tarantini
“Voto di castità” (1976) di Joe D'Amato
“La vergine, il toro e il capricorno” (1977) di
Luciano Martino
“Taxi Girl” (1977) di Michele Massimo Tarantini
“Messalina, Messalina!” (1977) di Bruno Corbucci
“La compagna di banco” (1977) di Mariano Laurenti, con
Lilli Carati, Lino Banfi, Gianfranco D'Angelo e Alvaro Vitali
“La soldatessa alla visita militare” (1977) di Nando
Cicero
“Spogliamoci così, senza pudor” (1977) di Sergio
Martino
“Il vangelo secondo San Frediano” (1978) di Oscar
Brazzi
“Avere vent'anni” (1978) di Fernando Di Leo, con Lilli
Carati e Gloria Guida
“La liceale nella classe dei ripetenti” (1978) con gli
stessi attori tranne Mario Carotenuto, sostituito da Gianfranco D'Angelo
di Michele Massimo Tarantini
“Voglia di donna” (1978) di Franco Bottari
“L'insegnante va in collegio” (1978) di Michele
Massimo Tarantini
“La soldatessa alle grandi manovre” (1978) di Nando
Cicero
“Il corpo della ragassa” (1979) di Pasquale Festa
Campanile, con Lilli Carati, Enrico Maria Salerno e Renzo Montagnani
“La patata bollente” (1979) di Steno, con Renato
Pozzetto, Massimo Ranieri e Edwige Fenech
“Dove vai se il vizietto non ce l'hai?” (1979) di
Marino Girolami (come Franco Martinelli)
“Scusi, lei è normale?” (1979) di Umberto Lenzi
“La poliziotta della squadra del buon costume” (1979)
di Michele Massimo Tarantini
“L'infermiera di notte” (1979) di Mariano Laurenti,
con Gloria Guida, Lino Banfi, Mario Carotenuto e Alvaro Vitali
“Lady Football” (1979) di Italo Martinenghi
“C'è un fantasma nel mio letto” (1980) di Claudio De
Molinis
“La moglie in bianco... l'amante al pepe” (1980) di
Michele Massimo Tarantini, con Lino Banfi, Nieves Navarro, Pamela Prati
e Javier Vinas
“Zucchero, miele e peperoncino” (1980) di Sergio
Martino, con Edwige Fenech, Lino Banfi, Pippo Franco e Renato Pozzetto
“Il marito in vacanza” (1980) di Alessandro Lucidi e
Maurizio Lucidi, con Lilli Carati, Renzo Montagnani, Enzo Cannavale e
Bombolo
“Pierino il fichissimo” (1981) di Alessandro Metz, con
Adriana Russo, Alessandra Canale, Vincenzo Crocitti, Jimmy il Fenomeno
“Cornetti alla crema” (1981) di Sergio Martino
“Spaghetti a mezzanotte” (1981) di Sergio Martino
“Buona come il pane” (1982) di Riccardo Sesani
“Giovani, belle... probabilmente ricche” (1982) di
Michele Massimo Tarantini, con Nadia Cassini, Carmen Russo, Alessandra
Canale, Gianfranco D'Angelo
“Vieni avanti cretino” (1982) di Luciano Salce
“W la foca!” (1982) di Nando Cicero, con Lory Del
Santo, Michela Miti, Alessandra Canale, Moana Pozzi, Bombolo, Franco
Bracardi, Dagmar Lassander
“Biancaneve & Co.” (1982) di Mario Bianchi, con
Michela Miti, Franco Bracardi, Gianfranco D'Angelo, Oreste Lionello,
Gianni Magni, Enzo Garinei, Aldo Ralli, Tiberio Murgia, Martufello
La commedia all'italiana vera e propria (anche se non
uguale a quella del passato ed infatti fu rinominata ”commedia
italiana”) riacquistò la sua importanza dalla fine degli anni ottanta
fino ai primi anni del 2000 grazie ad artisti come Roberto Benigni,
Carlo Verdone, Massimo Troisi, Francesco Nuti, Paolo Virzì, Silvio
Soldini, Leonardo Pieraccioni, Vincenzo Salemme, Giovanni Veronesi, Neri
Parenti e tanti altri attori e registi.
La differenza tra la “commedia all'italiana” e la
“commedia italiana” è radicata nello stile differente degli artisti di
questi due movimenti cinematografici, influenzata anche dalle mutazioni
socio politiche che investirono la nostra penisola; si può affermare che
il termine “commedia all'italiana” indichi un periodo cinematografico
caratteristico del nostro paese fino agli anni ottanta e non oltre.
Attori italiani degli anni cinquanta, sessanta e
settanta:
Totò
Vittorio De Sica
Eduardo De Filippo
Alberto Sordi
Marcello Mastroianni
Vittorio Gassman
Nino Manfredi
Ugo Tognazzi
Aldo Fabrizi
Philippe Noiret
Jean-Louis Trintignant
Bernard Blier
Mario Adorf
Giancarlo Giannini
Gigi Proietti
Gastone Moschin
Gino Cervi
Walter Chiari
Paolo Villaggio
Franco Fabrizi
Aroldo Tieri
Aldo Giuffrè
Carlo Giuffrè
Michele Placido
Memmo Carotenuto
Mario Carotenuto
Raffaele Pisu
Tiberio Murgia
Leopoldo Trieste
Gianni Agus
Stefano Satta Flores
Renato Salvatori
Attori italiani della fine degli anni settanta ed
inizio degli anni ottanta:
Diego Abatantuono
Carlo Verdone
Nanni Moretti
Massimo Troisi
Roberto Benigni
Attori italiani delle commedie sexy degli anni
settanta:
Enrico Montesano
Lando Buzzanca
Bombolo
Renzo Montagnani
Lino Banfi
Renato Pozzetto
Alvaro Vitali
Attori italiani degli anni successivi agli anni
ottanta:
Ennio Fantastichini
Francesco Nuti
Antonio Albanese
Sergio Rubini
Leonardo Pieraccioni
Vincenzo Salemme
Alessio Boni
Beppe Fiorello
Stefano Accorsi
Claudia Santamaria
Riccardo Scamarcio
Emilio Solfrizzi
Fabrizio Bentivoglio
Maurizio Mattioli
Attrici italiane dagli anni cinquanta agli anni
ottanta:
Tina Pica
Ave Ninchi
Franca Valeri
Marisa Merlini
Gina Lollobrigida
Silvana Mangano
Monica Vitti
Lea Massari
Sylva Koscina
Rossana Podestà
Giovanna Ralli
Sophia Loren
Virna Lisi
Claudia Cardinale
Maria Grazia Buccella
Senta Berger
Carla Gravina
Laura Antonelli
Barbara Bouchet
Mariangela Melato
Delia Boccardo
Catherine Spaak
Stefania Sandrelli
Edwige Fenech
Agostina Belli
Ottavia Piccolo
Marisa Laurito
Dalila Di Lazzaro
Lina Sastri
Ornella Muti
Gloria Guida
Janet Agren
Attrici italiane degli anni successivi agli anni
ottanta:
Laura Morante
Pamela Prati
Margherita Buy
Sabrina Ferilli
Monica Bellucci
Valeria Marini
Claudia Gerini
Anna Falchi
Giovanna Mezzogiorno
Valentina Cervi
Violante Placido
Manuela Arcuri
Laura Chiatti
Martina Stella
Romina Mondello
La commedia si intreccia anche con il genere
drammatico dando vita alla “drammedia”ovvero una pellicola drammatica di
base ma arricchita da momenti romantici e comici; per tale motivo si
avvicina molto ad una commedia puramente sentimentale.
Film di questo tipo sono : “Voglia di tenerezza”
(1983) di James L. Brooks con Shirley MacLain, Debra Winger, Jack
Nicholson, Danny DeVito, “Parenti, amici e tanti guai” (1989) di Ron
Howard con Steve Martin, “Train de vie” (1998) di Radu Mihaileanu con
Lionel Abelanski, "The Weather Man - L'uomo delle previsioni" (2005) di
Gore Verbinski con Nicolas Cage, Michael Caine, Caterina va in città”
(2003) di Paolo Virzì con Sergio Castellitto, Margherita Buy, Claudio
Amendola, Scoprendo Forrester (2000) di Gus Van Sant con Sean Connery.
Si può affermare che le prime tracce di questo genere
si ebbero nelle tragicommedie greche dell'antichità; però la
tragicommedia e la drammedia si distinguono per la consistenza del filo
narrativo.
Infatti nella tragicommedia l'epilogo dei fatti
raccontati culmina di solito con la morte del protagonista mentre la
drammedia si caratterizza per il lieto fine che capovolge la situazione
disperata, in ambito lavorativo e sociale, dello stesso.
Un'altra variante della commedia è la commedia
romantica che si ottiene dalla fusione di una trama che tratta temi
sentimentali con elementi comici che generano situazioni in cui regnano
allontanamenti, perdoni, riappacificazioni, scambi di persona ed quivoci.
La struttura della commedia romantica era il punto di
partenza per le nuove sceneggiature di cinema che trattavano temi
d'amore; la maggior parte dei film di questo genere, per la
particolarità di colpire il cuore delle donne, viene catalogata come “chick
flick” ovvero pellicole condite totalmente da sentimenti, scene
strappalacrime e bellimbusti, i così detti “manzi”.
In genere la commedia romantica prevedeva una trama
incentrata sulla storia di due persone, un uomo e una donna in genere,
che ci conoscono e si innamorano, ma per motivi di estrazione sociale,
familiari o di altro genere la loro storia sembra non avere un futuro.
Quindi inizialmente si lasciano ma uno dei due
innamorati sente che senza l'altra persona non può vivere e quindi,
anche coprendosi di ridicolo, fa di tutto e per tutto per ricongiungersi
alla propria amata o amato rivelando il suo amore con una dichiarazione
ad effetto e donando un finale degno di una qualsiasi favola.
A volte durante il periodo della separazione, uno dei
due protagonisti intreccia una relazione momentanea con un personaggio
secondario al solo fine di scatenare la gelosia dell'altro innamorato;
una pellicola così strutturata è “Il matrimonio del mio miglior amico”
(1997) di P.J. Hogan con Julia Roberts e Cameron Diaz.
A volte invece la pellicola può essere un'indagine
sulle cause che hanno portato ad una prematura rottura del rapporto tra
due innamorati come in “Io e Annie” (1977) di Woody Allen con lo stesso
attore-regista.
Alcune commedie romantiche invece incarnano sul grande
schermo racconti letterari come “Molto rumore per nulla” (1993) di
Kenneth Branagh con Kate Beckinsale originariamente scritto da William
Shakespeare.
Un'attrice degli ultimi anni (precisamente dagli anni
novanta) divenuta una delle icone femminili della commedia americana è
senza ombra di dubbio Julia Roberts (nome completo Julia Fiona Roberts).
Non solo commedie figurano nella sua lunga carriera,
ancora in fase di evoluzione, ma anche film drammatici; però il pubblico
la ricorda per fresche e frizzanti commedie come “Il matrimonio del mio
miglior amico” (1997) di P.J. Hogan, “Mystic Pizza” (1988) di Donald
Petrie, l'indimenticabile Pretty Woman (Pretty Woman), regia di Garry
Marshall (1990), “Se scappi ti sposo” (“Runaway Bride” del 1999) di
Garry Marshall, “Erin Brockovich - Forte come la verità” (2000) di
Steven Soderbergh.
I suoi personaggi trasparono schiettezza e sincerità
tipiche del ritratto della brava ragazza della porta accanto ma che a
volte sa essere ferma e decisa in ciò per cui lotta e crede (esempio in
“Erin Brockovich”); star hollywoodiana tra le più pagate al mondo, ella
può vantare numerosi premi e candidature.
Per un'icona degli ultimi anni in campo “commedia
cinematografica” non si può dimenticare durante gli anni cinquanta e
sessanta la bellissima e bravissima Norma Jeane Baker in arte “Marilyn
Monroe”, il sex symbol biondo per eccellenza.
Vero sogno proibito per molti uomini di vari periodi e
non solo degli anni cinquanta e sessanta, rappresentò la sensualità del
fascino femminile ed incarnò una delle prime icone pop della cultura
americana.
Tra i suo film ricordiamo: “A qualcuno piace caldo” (“ome
Like It Hot” del 1959) di Billy Wilder, “Quando la moglie è in vacanza”
(“The Seven Year Itch” del 1955) di Billy Wilder (1955) e “Gli uomini
preferiscono le bionde” (“Gentlemen Prefer Blondes” del 1953) di Howard
Hawks.
Molti sono gli attori americani che hanno reso felici
molte famiglie e ragazzi con le loro commedie; tra i vari ricordiamo Jim
Carrey, Dustin Hoffman, Robin Williams, Al Pacino, Robert De Niro,
Sandra Bullock, Meryl Streep, George Clooney, Steve Martin, Walter
Matthau, Jack Lemmon, Richard Gere, Kevin Costner, Tom Hanks, Kevin
Spacey, Mel Gibson, Jennifer Aniston, Luke Wilson, Ben Stiller, Susan
Sarandon, Meg Ryan, Johnny Depp etc.
Molti di loro si sono cimentati anche in generi
interpretativi diversi dalla commedia risultando attori a 360° capaci di
immedesimarsi in qualsiasi ruolo, situazione e ambiente richiesto dalla
pellicola corrente.
Le 100 commedie americane più amate di tutti i tempi
(“AFI's 100 Years... 100 Laughs”):
A qualcuno piace caldo (Some Like It Hot), regia di
Billy Wilder (1959)
Tootsie (Tootsie), regia di Sydney Pollack (1982)
Il dottor Stranamore, ovvero: come imparai a non
preoccuparmi e ad amare la bomba (Dr. Strangelove or: How I Learned to
Stop Worrying and Love the Bomb), regia di Stanley Kubrick (1964)
Io e Annie (Annie Hall), regia di Woody Allen (1977)
La guerra lampo dei Fratelli Marx (Duck Soup), regia
di Leo McCarey (1933)
Mezzogiorno e mezzo di fuoco (Blazing Saddles), regia
di Mel Brooks (1974)
M*A*S*H (MASH), regia di Robert Altman (1970)
Accadde una notte (It Happened One Night), regia di
Frank Capra (1934)
Il laureato (The Graduate), regia di Mike Nichols
(1967)
L'aereo più pazzo del mondo (Airplane!), regia di Jim
Abrahams, David Zucker, Jerry Zucker (1980)
Per favore, non toccate le vecchiette (The Producers),
regia di Mel Brooks (1968)
Una notte all'opera (A Night at the Opera), regia di
Sam Wood (1935)
Frankenstein Junior (Young Frankenstein), regia di Mel
Brooks (1974)
Susanna (Bringing Up Baby), regia di Howard Hawks
(1938)
Scandalo a Filadelfia (The Philadelphia Story), regia
di George Cukor (1940)
Cantando sotto la pioggia (Singin' in the Rain), regia
di Stanley Donen, Gene Kelly (1952)
La strana coppia (The Odd Couple), regia di Gene Saks
(1968)
Come vinsi la guerra (The General), regia di Buster
Keaton e Clyde Brukman (1927)
La signora del venerdì (His Girl Friday), regia di
Howard Hawks (1940)
L'appartamento (The Apartment), regia di Billy Wilder
(1960)
Un pesce di nome Wanda (A Fish Called Wanda), regia di
Charles Crichton (1988)
La costola di Adamo (Adam's Rib), regia di George
Cukor (1949)
Harry ti presento Sally (When Harry Met Sally...),
regia di Rob Reiner (1989)
Nata ieri (Born Yesterday), regia di George Cukor
(1950)
La febbre dell'oro (The Gold Rush), regia di Charlie
Chaplin (1925)
Oltre il giardino (Being There), regia di Hal Ashby
(1979)
Tutti pazzi per Mary (There's Something About Mary),
regia di Peter Farrelly e Bobby Farrelly (1998)
Ghostbusters - Acchiappafantasmi (Ghostbusters), regia
di Ivan Reitman (1984)
This Is Spinal Tap (This Is Spinal Tap), regia di Rob
Reiner (1984)
Arsenico e vecchi merletti (Arsenic and Old Lace),
regia di Frank Capra (1944)
Arizona Junior (Raising Arizona), regia di Joel Coen
(1987)
L'uomo ombra (The Thin Man), regia di W.S. Van Dyke
(1934)
Tempi moderni (Modern Times), regia di Charlie Chaplin
(1936)
Ricomincio da capo (Groundhog Day), regia di Harold
Ramis (1993)
Harvey (Harvey), regia di Henry Costner (1950)
Animal House (National Lampoon's Animal House), regia
di John Landis (1978)
Il grande dittatore (The Great Dictator), regia di
Charlie Chaplin (1940)
Luci della città (City Lights), regia di Charlie
Chaplin (1931)
I dimenticati (Sullivan's Travels), regia di Preston
Sturges (1941)
Questo pazzo pazzo pazzo pazzo mondo (It's a Mad, Mad,
Mad, Mad World), regia di Stanley Kramer (1963)
Stregata dalla luna (Moonstruck), regia di Norman
Jewison (1987)
Big (Big), regia di Penny Marshall (1988)
American Graffiti (American Graffiti), regia di George
Lucas (1973)
L'impareggiabile Godfrey (My Man Godfrey), regia di
Gregory LaCava (1936)
Harold e Maude (Harold and Maude), regia di Hal Ashby
(1972)
Manhattan (Manhattan), regia di Woody Allen (1979)
Shampoo (Shampoo), regia di Hal Ashby (1975)
Uno sparo nel buio (A Shot in the Dark), regia di
Blake Edwards (1964)
Vogliamo vivere! (To Be or Not to Be), regia di Ernst
Lubitsch (1942)
Cat Ballou (Cat Ballou), regia di Elliot Silverstein
(1965)
Quando la moglie è in vacanza (The Seven Year Itch),
regia di Billy Wilder (1955)
Ninotchka (Ninotchka), regia di Ernst Lubitsch (1939)
Arturo (Arthur), regia di Steve Gordon (1981)
Il miracolo del villaggio (The Miracle of Morgan's
Creek), regia di Preston Sturges (1944)
Lady Eva (The Lady Eve), regia di Preston Sturges
(1941)
Il cervello di Frankenstein (Bud Abbott Lou Costello
Meet Frankenstein), regia di Charles Barton (1948)
A cena con gli amici (Diner), regia di Barry Levinson
(1982)
It's a Gift, regia di Norman Z. McLeod (1934)
Un giorno alle corse (A Day at the Races), regia di
Sam Wood (1937)
La via dell'impossibile (Topper), regia di Norman Z.
McLeod (1937)
Ma papà ti manda sola? (What's Up, Doc?), regia di
Peter Bogdanovich (1972)
Calma, signori miei! (Sherlock, Jr.), regia di Buster
Keaton (1924)
Beverly Hills Cop (Beverly Hills Cop), regia di Martin
Brest (1984)
Dentro la notizia (Broadcast News), regia di James L.
Brooks (1987)
Horse Feathers - I fratelli Marx al college (Horse
Feathers), regia di Norman Z. McLeod (1932)
Prendi i soldi e scappa (Take the Money and Run),
regia di Woody Allen (1969)
Mrs. Doubtfire - Mammo per sempre (Mrs. Doubtfire),
regia di Chris Columbus (1993)
L'orribile verità (The Awful Truth), regia di Leo
McCarey (1937)
Il dittatore dello stato libero di Bananas (Bananas),
regia di Woody Allen (1971)
È arrivata la felicità (Mr. Deeds Goes to Town), regia
di Frank Capra (1936)
Scuola di golf (Caddyshack), regia di Harold Ramis
(1980)
La casa dei nostri sogni (Mr. Blandings Builds His
Dream House), regia di Henry C. Potter (1948)
Monkey Business (Monkey Business), regia di Norman Z.
McLeod (1931)
Dalle 9 alle 5... orario continuato (Nine to Five),
regia di Colin Higgins (1980)
Lady Lou - La donna fatale (She Done Him Wrong), regia
di Lowell Sherman (1933)
Victor Victoria (Victor Victoria), regia di Blake
Edwards (1982)
Ritrovarsi (The Palm Beach Story), regia di Preston
Sturges (1942)
Avventura al Marocco (Road to Morocco), regia di David
Butler (1942)
The Freshman, regia di Fred C. Newmeyer, Sam Taylor
(1925)
Il dormiglione (Sleeper), regia di Woody Allen (1973)
Il navigatore (The Navigator), regia di Buster Keaton
(1924)
Soldato Giulia agli ordini (Private Benjamin), regia
di Howard Zieff (1980)
Il padre della sposa (Father of the Bride), regia di
Vincente Minnelli (1950)
Pubblicitario offresi (Lost in America), regia di
Albert Brooks (1985)
Pranzo alle otto (Dinner at Eight), regia di George
Cukor (1933)
Scappo dalla città - La vita, l'amore e le vacche
(City Slickers), regia di Ron Underwood (1991)
Fuori di testa (Fast Times at Ridgemont High), regia
di Amy Heckerling (1982)
Beetlejuice - Spiritello porcello (Beetlejuice), regia
di Tim Burton (1988)
Lo straccione (The Jerk), regia di Carl Reiner (1979)
La donna del giorno (Woman of the Year), regia di
George Stevens (1942)
Il rompicuori (The Heartbreak Kid), regia di Elaine
May (1972)
Colpo di fulmine (Ball of Fire), regia di Howard Hawks
(1941)
Fargo (Fargo), regia di Joel Coen (1996)
La signora mia zia (Auntie Mame), regia di Morton Da
Costa (1958)
Wagons lits con omicidi (Silver Streak), regia di
Arthur Hiller (1976)
I figli del deserto (Sons of the Desert), regia di
William A. Seiter (1933)
Bull Durham - Un gioco a tre mani (Bull Durham), regia
di Ron Shelton (1988)
Il giullare del re (The Court Jester), regia di Norman
Panama, Melvin Frank (1956)
Le folli notti del dottor Jerryll (The Nutty
Professor), regia di Jerry Lewis (1963)
Good Morning, Vietnam (Good Morning, Vietnam), regia
di Barry Levinson (1987)