SCENOGRAFIA
La sua derivazione
etimologica è greca: skènographìa, da skènè = scena e graphìa = grafia.
Con questo termine si indica la tecnica di realizzare degli scenari idonei
a rappresentare il luogo in cui si svolge l’azione di uno spettacolo. Il
regista si avvale per la progettazione dei bozzetti e modellini del film,
per l’arredamento degli interni di un architetto-scenografo.
Le origini della parola
“scena” risalgono alla nascita del teatro: Aristotele nella sua Poetica (VI e XXVI) definisce infatti l’apparato scenico uno dei sei elementi
costitutivi della tragedia, poiché capace di agire sull’animo degli
spettatori e di coinvolgerli negli avvenimenti tramite un contesto fisico.
Il primo a far uso di uno scenario dipinto fu Sofocle nel 465 a.C.,
mentre in precedenza esso era rappresentata fisicamente da un edificio
rettangolare a corridoio, adibito anche a spogliatoio per gli attori.
L’art-director (C. Gibbons )
assume una posizione molto importante per quanto riguarda la direzione
artistica dell’allestimento scenico, a meno che il film non disponga di un
ambiente naturale invece che di uno "costruito".
L’importanza della
scenografia è dovuta al fatto che non è solo “un involucro” che fa da
contorno alla storia, ma fa parte della vicenda che si narra. Ai primordi
del cinema ci si era affidati soprattutto a fondali dipinti (Mèliès) o
sulle orme delle esperienze teatrali ci si era avvalsi della cartapesta.
Ma in qualche occasione, per esempio in Griffith e nelle pellicole
d’appendice francesi (nelle scene girate in città e in campagna), balenò
l’intuizione di prospettive naturalistiche. Il genere musical diede a sua
volta qualche slancio scenografico e in seguito nuove suggestioni sono
derivate dal filone della fantascienza.