ANTONELLO DA MESSINA
Artista misterioso
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Nasce a Messina probabilmente nel 1430 così come
emerge da una biografia di Giorgio Vasari.
Non si hanno notizie sulla sua prima formazione,
ma secondo Vasari, Antonello studiò per molti anni il disegno a Roma
e sembra che abbia svolto intorno al 1444 il suo noviziato a Napoli,
presso Colantonio, il cui ambiente era aperto agli influssi fiamminghi,
provenzali ed iberici.
Partito alla volta delle Fiandre, per apprendere
la tecnica della pittura ad olio direttamente da Jan van Eyck che ne
era l’ideatore, Antonello, fu chiamato a realizzare opere pittoriche
proprio per la sua padronanza della tecnica ad olio e le altre caratteristiche
fiamminghe della pittura: i paesaggi infiniti, le atmosfere luminose
e colorate, i minuziosi particolari.
Napoli era il centro artistico del "Rinascimento
mediterraneo" che si riconosceva per l’approdo e la diffusione della
pittura fiamminga, spagnola e provenzale dovuta a Renato d’Angiò, prima
(che governò sul territorio partenopeo dal 1438 al 1442) e ad Alfonso
d’Aragona, poi (che governò dal 1442 al 1458) sconfiggendo Renato d’Angiò
che si ritirò in Francia.
Sia gli Angioini sia gli Aragonesi, esponenti delle
casate rispettivamente di Francia e di Spagna, favorirono l’ingresso
nel territorio napoletano di artisti provenienti dalla Provenza e dalla
Spagna, prima, e successivamente anche dalle Fiandre.
Era quindi palese conseguenza che tali artisti frequentassero
la bottega di Colantonio e del suo allievo Antonello lasciandovi la
loro impronta.
Nel 1456 Antonello è nuovamente a Messina dove mette
bottega con l’allievo Paolo di Ciacio, per dipingere, nel 1457, la prima
opera firmata: un perduto gonfalone per San Michele dei Gerbini di Reggio
Calabria, realizzato sul modello di quello in precedenza dipinto per
la confraternita di San Michele di Messina, anch’esso perduto. E a parte
una breve parentesi dedicata a Venezia nel 1475 e forse anche in altre
località oltre a Milano, nel 1476 ritorna a Messina e vi rimane fino
alla morte anche se sporadicamente effettua viaggi di lavoro dei quali
non è dato conoscere, per mancanza di documentazione, i luoghi.
Negli anni sessanta il nobile messinese Giovanni
Mirulla commissiona ad Antonello un dipinto su fondo oro della Madonna
e due gonfaloni: uno per la Chiesa di Sant’Elia dei Disciplinanti e
l’altro per la Chiesa di San Nicolò alla Montagna; tutte e tre le opere
sono andate perdute e la Chiesa di san Nicolò andò distrutta con il
terremoto del 1783.
Curiosa è la ripetitività della produzione dei gonfaloni:
particolari strutture lignee intagliate con un’immagine dipinta al centro
e molto spesso su entrambe le facce e con alla base un foro che permetteva
l’inserimento di un’asta di legno per portare i gonfaloni in processione.
Nel 1460, probabilmente di ritorno da un lungo viaggio
il cui luogo non è dato conoscere, Antonello e il suo seguito composto
dal fratello minore Giordano, da una sorella, dalla moglie Giovanna
Cumminella, dal suocero, dai servitori si incontra ad Amantea, in Calabria,
con il padre che, a detta del Vasari, è già più di una settimana che
attende l’incontro del figlio.
Che la meta del lungo viaggio possa essere stata
le Fiandre? La certezza non esiste ma l’evoluzione dello stile di Antonello
al suo rientro in Sicilia lo fa presupporre.
Nel 1465 inizia un periodo di sei anni in cui si
perdono le tracce degli spostamenti dell’artista e dell’esecuzione di
sue opere.
All’inizio degli anni settanta (1471 e 1472) Antonello
è a Noto dove ottiene la commessa di un nuovo gonfalone, anch’esso andato
perduto, per la chiesa di Santo Spirito; Noto all’epoca era un importante
centro culturale per volontà di una ricca e potente famiglia i cui rappresentanti
avevano ricoperto altissime cariche tra cui quella di Viceré della Sicilia:
gli Speciale.
A Noto Antonello rivede Francesco Laurana, pittore
preferito sia da Renato d’Angiò che da Alfonso d’Aragona e che Antonello
già conosce per averlo incontrato nel territorio di Napoli anni addietro
in quanto anche Laurana segue il medesimo filone mediterraneo di Antonello.
E’ facile quindi ipotizzare che tra i due grandi
artisti sia avvenuto uno scambio di idee e di informazioni tali da influenzare
anche le opere pittoriche alla luce delle conoscenze della pittura di
Piero della Francesca.
Già nella Crocifissione nel Museo di Sibiu
(Romania) e poi nelle due tavolette (Tre angeli e San Girolamo)
nel Museo di Reggio Calabria e del San Girolamo nello studio
(Londra, National Gallery) si avvertono influenze fiamminghe risalenti
a Jan van Eyck, filtrate attraverso la mediazione di Petrus Christus,
pittore fiammingo della scuola di Bruges.
L’influsso dell’opera di Piero della Francesca è
invece rintracciabile in dipinti successivi (le Annunziate della
Pinacoteca di Monaco e della Galleria di Palermo, il Salvator Mundi
della National Gallery di Londra), che rivelano una nuova conquista
del senso dello spazio e del volume, in cui le figure risaltano in interpretazioni
più luminose.
Sintesi perfetta di particolarismo fiammingo e di
impianto spaziale pierfrancescano è la Madonna con Bambino della
National Gallery di Washington.
Il punto più alto di queste ricerche di Antonello
è rappresentato dal Polittico di San Gregorio (1473, Messina,
Museo Nazionale), in cui la profondità dello spazio e la illusoria tridimensionalità
danno vita e risalto alle figure della Madonna e dei Santi Gregorio
e Benedetto.
Sempre degli anni settanta sono una lunga serie di
Ecce Homo in cui Antonello, rielaborando l’immagine dolente del Cristo,
si affianca all’idea fiamminga di ritrarre il volto del Salvatore nel
momento più pietoso del martirio; sono presenti, infatti, la corona
di spine e gli strumenti della Passione ai quali, Antonello, per potenziare
la carica impressionabile dell’immagine aggiungerà, successivamente,
un altro motivo: un cappio intorno al collo.
In seguito si assiste, invece, ad un recupero di
motivi fiamminghi, presenti anche in opere del periodo veneziano (in
particolare la Crocifissione ora al Museo di Anversa e la
Pietà al Museo Correr di Venezia).
L’importanza della presenza di Antonello a Venezia
e i vicendevoli influssi dell’arte sua e di Giovanni Bellini sono stati
oggetto di pareri controversi da parte della critica: è comunque indubbio
che gli esempi veneziani stimolarono Antonello a stringere in un solo
blocco architettura, figure e paesaggio in una nuova e altissima sintesi
della forma, sentita insieme come struttura e come colore (San Sebastiano,
Dresda, Pinacoteca; Pala di San Cassiano, oggi disperso, solo
in parte raccolto nel Kunthistoriches Museum di Vienna).
Sono ancora da ricordare i numerosi ritratti, sempre
di grande penetrazione psicologica e di impeccabile rigore formale;
i suoi personaggi, altamente carismatici, sono dipinti con lo stile
fiammingo: fondo scuro, precisione dei dettagli, posizione di tre quarti,
vivacità e grande espressione degli occhi, penetrazione dello sguardo.
La scomparsa di Antonello da Messina lasciò un grande
vuoto nello scenario artistico rinascimentale.
In Sicilia e in particolare a Messina, nessuna personalità
forte, nemmeno il figlio Jacobello, anch’egli morto in giovane età e
che ereditò la bottega alla scomparsa del padre portando a termine le
opere rimaste incompiute, riuscì a tenere il passo del grande artista
e i vari allievi di Antonello non riuscirono ad imporre proposte e soluzioni
diverse nonostante la scuola di tale illustre maestro.
Diversa la situazione a Venezia dove Giovanni Bellini,
specialista del tema fiammingo, riuscì a continuare con originalità
il percorso dell’arte.
Antonello da Messina, malato gravemente di tubercolosi,
muore il 14 febbraio 1479 pienamente cosciente della sua imminente fine;
qualche giorno prima aveva lasciato un testamento chiedendo di essere
sepolto, con l’abito da frate minore di San Francesco, nel cimitero
del convento di Santa Maria del Gesù, poi denominato "Il Ritiro".
Nel 1863 una travolgente piena fa scomparire il cimitero
e con esso le spoglie del grande maestro.
I SUOI MAGGIORI CAPOLAVORI
PERIODO TITOLO ALLOCAZIONE
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1450 Vergine Annunciata
Como, Musei Civici
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1460 Vergine leggente
Baltimora, Walters Art Gallery
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1460 Crocifissione
Bucarest, Muzeul National de Artà al Romaniei
-
1460 Madonna Salting
Londra, National Gallery
-
1460-65 San
Gerolamo penitente Reggio Calabria, Museo
Nazionale
-
1460-65 Visita
dei tre angeli ad Abramo Reggio Calabria,
Museo Nazionale
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1465 Ecce Homo e San Gerolamo penitente
New York, Collezione privata
-
1464 Ritratto virile
Cefalù, Museo della Fondazione Mandralisca
-
1470 Ecce Homo
Genova, Galleria Nazionale di Palazzo Spinola
-
1470 Ecce Homo
New York, The Metropolitan Museum of Art
-
1470-72 Ritratto
di giovane New York, The Metropolitan Museum
of Art
-
1471-73 Ritratto
di giovane Filadelfia, Philadelphia Museum
of Art
-
1472-73 San
Gregorio Palermo, Galleria Regionale della
Sicilia
-
1472-73 Sant’Agostino
Palermo, Galleria Regionale della Sicilia
-
1472-73 San
Gerolamo Palermo Galleria Regionale della
Sicilia
-
1473 Polittico di San Gregorio
Messina, Museo Regionale
-
1473 San Benedetto
Milano, Civiche Raccolte d’Arte
-
1473 Ecce Homo
Piacenza, Galleria Alberoni
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1473-74 Annunciata
Monaco, Alte Pinakothek
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1474 Ritratto virile
Berlino, Staatliche Museen
-
1474 Annunciazione
Siracusa, Galleria Regionale di Palazzo Bellomo
-
1474 Crocifissione
Londra, National Gallery
-
1474-75 Ritratto
virile Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza
-
1474-75 Ritratto
virile Roma, Galleria Borghese
-
1475 Salvator Mundi
Londra, National Gallery
-
1475 Crocifissione
Anversa, Musée Royal del Beaux Arts
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1475 Il condottiero
Parigi, Museo del Louvre
-
1475 San Gerolamo nello studio
Londra, National Gallery
-
1475 Ritratto virile
Londra, National Gallery
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1475 La Pietà con tre angeli
Venezia, Museo Correr
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1475-76 Pala
di San Cassiano (parte) Vienna, Kunsthistorisches
Museum
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1475-76 San
Sebastiano Dresda, Gemaldegalerie
-
1475-76 Annunciata
Palermo, Galleria Regionale della Sicilia
-
1476 Ritratto virile
Torino, Museo Civico d’Arte Antica di Palazzo
Madama
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1476 Cristo alla colonna
Parigi, Museo del Louvre
-
1476 Ritratto virile
Berlino, Staatliche Museen
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1476-78 Pietà
Madrid, Museo Nacional del Prado
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1479 Madonna con il Bambino
Washington, National Gallery of Art
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