storia dell'arte rubrica di  CORRERENELVERDEONLINE

Artist English ] Andrea Mantegna English ] Antonello da Messina English ] Bernini English ] Borromini English ] Caravaggio English ] Giotto English ] Giulio Romano English ] Leonardo da Vinci English ] Masaccio English ] Michelangelo English ]


The Istory of Art ] Prehistoric art ] Greek art ] Etruscan art ] Roman art ] Byzantine art ] Gothic art ] Romanic art ] 1300 ] 1400 ] 1500 ] 1600 ] 1700 ] 1800 ] 1900 ] Artists ]

Correrenelverdeonline

arte periodi storici

ARTE PREISTORICA

ARTE ETRUSCA

ARTE MESOPOTAMICA ED EGIZIA

ARTE ROMANA

ARTE CRETESE E MICENEA

ARTE GRECA

ARTE BIZANTINA

ARTE ROMANICA

ARTE GOTICA

TRECENTO

QUATTROCENTO

CINQUECENTO

SEICENTO

SETTECENTO

OTTOCENTO

NOVECENTO


GRANDI ARTISTI

Fidia

GIOTTO

RAFFAELLO

LEONARDO DA VINCI

ANTONELLO DA MESSINA

MASACCIO

ANDREA MANTEGNA

BERNINI

BOTTICELLI

GHIRLANDAIO

BRUNELLESCHI

GIULIO ROMANO

DONATELLO

TIZIANO

PERUGINO

JACOPO DELLA QUERCIA

BRONZINO

BORROMINI

CARAVAGGIO

CELLINI

MICHELANGELO

VASARI

PICASSO

Munch

Van Gogh

Gauguin

Kandinsky

Boccioni

 

Storia dell'arte - Story of Art


 

 

NOVECENTO

english version

Danae Gustav klimt

L’intento di reagire violentemente al convenzionalismo e di ritrovare nell’arte la schiettezza e l’impeto dei primitivi, fece sorgere nei primi anni del XX secolo un movimento (Fauvisme) che ha il suo punto di partenza nella pittura di Paul Gauguin e di Vincent Van Gogh per poi acquisire tra i suoi maggiori esponenti Henry-Emile Matisse, André Derain, Georges Braque, Georges Rouault, ai quali derivò, per l’aggressività espressiva, tendente anche alla deformazione, ma sopratutto per la coloristica violenta delle opere esposte al "Salon d’Automne del 1905, il nome di Fauves (bestie).

Alcuni dei Fauves (Derain e Braque) si indirizzarono verso il Cubismo; altri cercarono un’ispirazione religiosa (Rouault); altri, ancora, (Matisse) scoprirono nuovi elementi decorativi sempre inseriti in una violenta visione di luce e di colore e al di fuori degli schemi convenzionali.

Il gusto primitivizzante, l’interesse per l’arte infantile e per gli aspetti comuni della vita quotidiana, che si trasforma attraverso gli occhi candidi dei pittori in una visione poetica e magica della realtà, professata da autodidatti per lo più di bassa estrazione sociale (contadini, operai, donne di fatica, commercianti) pone in essere un’arte che non ha alcun legame immediato con il mondo culturale e che prende il nome di Art naif e che ha come iniziatore Henry Rousseau detto il Doganiere (L’incantatrice di serpenti, 1907); ma a tale esperienza – inizialmente – si lega anche la vena paesaggistica di Maurice Utrillo e l’amicizia di Jacques Rousseau con altri grandi come Guillaume Apollinaire, Pablo Picasso e Robert Delaunay.

Le stesse ragioni culturali portano in Germania a un movimento di eccezionale importanza per il numero e il livello delle personalità che vi aderiscono: l’Espressionismo.

La pittura espressionista si basa sulla semplificazione intenzionale delle forme, a volte anche volutamente ed esageratamente deformate, e su un violento ed esasperato cromatismo che diventa il nucleo espressivo dell’immagine.

Precedenti di tale atteggiamento si possono scorgere nell’opera di due grandi pittori, il norvegese Munch e il belga Ensor e dopo il 1905 due polarità dell’espressionismo: il "Die Brucke (il ponte) in Germania e i "Fauves" (bestie) in Francia costituiscono, rispettivamente, il movimento nordico il primo, il movimento classico il secondo.

Nel Brucke la caratteristica artistica è data da un disperato, tipicamente nordico, pessimismo delle possibilità dell’uomo di riscattarsi; fa parte di questa corrente di Ernst Ludwig Kirchner; "Der Blaue Reiter" (Il cavaliere azzurro), fondato a Monaco, in cui emergono le grandissime personalità di Wassilii Kandinsky e di Franz Marc.

Nell’ambito dell’Espressionismo, almeno in alcuni loro periodi, agiscono poi alcune grandi figure dell’arte contemporanea come Oscar Kokoschka, Emil Nolde, Constant Permeke.

In Francia "L’Ecole de Paris" realizza per opera di artisti come Georges Rouault, Soutine. Vlaminck e Chagal la fusione tra i "Fauves" e il "Brucke".

Si è soliti far "nascere" nel 1907, con il quadro di Picasso: Les demoiselles d’Avignon, un altro dei più importanti movimenti dell’arte contemporanea: il Cubismo, i cui punti di partenza sono una particolare interpretazione dell’ultimo Cézanne e la riscoperta dell’arte primitiva.

In violenta polemica con tutte le grandi correnti, sia ottocentesche sia contemporanee, il Cubismo vuole esprimere la totalità dello spazio, cioè tutte e tre le dimensioni entro la superficie dipinta: una ricerca, questa, che pur avendo numerosi precedenti fin dalle più remote epoche dell’arte figurativa, nel Cubismo acquista un eccezionale risalto polemico per l’attività di alcuni grandi artisti quali, oltre Picasso, Braque (Natura morta, 1913), lo spagnolo Juan Gris e Fernand Léger.

Le immagini dipinte da Picasso e Braque, soprattutto nature morte, scompongono l’oggetto e lo spazio circostante attraverso le sovrapposizioni di più vedute dell’oggetto che si otterrebbero da diversi angoli visuali; in tal modo l’immagine presenta, simultaneamente, vedute successive nel tempo.

Una seconda fase cubista, di maggior rottura polemica, nei confronti della tradizione, vede un’intensa collaborazione tra Picasso , Braque e Gris da una parte, e Albert Gleizes con Jean Metzinger dall’altra, i quali elaborano le premesse teoriche dell’astrattismo geometrico ma, la polemica del movimento ha ormai esaurito il suo mordente.

I primi anni del secolo, dietro l’azione cubista, nascono altri movimenti culturali come il Dadaismo, movimento fondato nel 1916 a Zurigo: i suoi maggiori rappresentanti (Marcel Duchamp, Francois Picabia) elevando a dignità d’arte oggetti di rifiuto o espressioni prive di senso, per irridere la logica dei benpensanti, si propongono un vero e proprio programma di riforma etica, che tuttavia scade ben presto nell’irrazionalismo.

La situazione dell’arte, a questo punto, rimane particolarmente complessa, e sostanzialmente incomprensibile a chi volesse scorgerne un’esatta suddivisione per correnti. Infatti, quasi tutti i maggiori artisti, soprattutto nel momento della loro formazione partecipano a uno – o a più d’uno – dei movimenti principali, per poi magari distaccarsene completamente e continuare in completa autonomia.

Intorno al 1910-18, infatti, sono numerosissimi i movimenti che prendono forma in Europa; e, per quanto riguarda l’Italia, quello che ebbe maggiore ripercussione nel costume, non solo artistico, della nazione fu il Futurismo.

Reagendo a un tipo di cultura pittorica di carattere neoimpressionistico e tradizionale, i futuristi si proposero il programma di una forte ribellione alla organizzazione tradizionale della vita; essi intesero, addirittura, ribaltare la stessa concezione dell’universo; il normale rapporto tra lo spazio e il tempo veniva rifiutato, per cogliere in una visione simultanea il continuo divenire della vita.

Il confuso programma futurista conobbe un eccezionale successo, anche se scandalizzò i benpensanti borghesi; e la visione "futuristica della vita", in un primo momento venne persino assunta dal fascismo, come fatto culturale ufficioso del regime.

Il più importante tra gli artisti tipicamente futuristi è Umberto Boccioni, morto durante la prima guerra mondiale (Gli addii, La risata) il quale creò opere che sono tra quelle di maggiore interesse in Europa.

Eccezionale interesse rivestono anche i quadri futuristi di grandi personalità come Carlo Carrà, Ottone Rosai, Gino Severini, Ardengo Soffici, Mario Sironi, che partito dall’esperienza futurista, acquista una sua eccezionale originalità ideando una pittura a violenti blocchi architettonici; il colore, quasi monocromo, delimita figure e paesaggi primitivi.

Un posto particolare nel movimento occupa l’architetto Antonio Sant’Elia, prematuramente morto, ma autore di arditi progetti di riforme architettoniche ed urbanistiche.

Altro movimento sorto in Italia intorno al 1918 è quello della cosiddetta Pittura metafisica.

Ideato da Giorgio De Chirico dopo un suo soggiorno parigino, per rendere in espressione pittorica quel senso di mistero che va oltre la visione reale avvalendosi di elementi presi a prestito da un repertorio fantastico, un clima magico dove l’immobilità e la fissità di manichini simboleggia la perdita di identità individuale, l’assenza di drammi, l’alienante solitudine dell’uomo contemporaneo; una pittura rivolta a creare suggestioni fantastiche con l’accostamento di oggetti disparati e specialmente di statue antiche in uno spazio costruito secondo le regole e la prospettiva quattrocentesca, con colori decisamente moderni e con associazioni di storia e di tempo senza che tra essi vi sia alcuna relazione.

Naturalmente, a questo movimento aderirono numerose personalità; De Chirico (con Ettore e Andromaca, Le muse inquietanti, Il Trovatore, poi con le famose Piazze d’Italia); Carrà (con Idolo ermafrodito, Ovale delle apparizioni, Cavaliere dell’ovest, Camera incantata, ecc.) che passato sia attraverso le esperienze futuriste, sia quelle metafisiche, conserva un’originalità che ne fa, per lo meno fino agli anni intorno al 1940, uno dei più grandi pittori contemporanei; Giorgio Moranti, forse il più coerente e lirico tra i pittori del secolo, dopo la prima esperienza metafisica si dedica ad alcuni temi particolari: le nature morte e i paesaggi; Filippo De Pisis si accosta inizialmente alla pittura metafisica; poi si volge allo studio della pittura francese ottocentesca e del vedutismo veneziano del settecento e creando una pittura di vivissimo risalto coloristico; Enrico Baj con i suoi famosi "manichini", le sue "catastrofi" (l’atomica a Hiroshima e Nagasaki) e le raffigurazioni di Bin Laden (ripreso da una fotografia) e del mullah Omar (ripreso dall’immaginario visto che non esistono raffigurazioni dello stesso) realizzati con la tecnica del "dripping" facendo, cioè, cadere gocce di colore sulla tela con uno stile artistico che rifiuta l’estetismo formale ma che si fonda , invece, sull’immaginario, sulla libera interpretazione dello spettatore.

Se il Futurismo è il movimento artistico favorito agli inizi dal regime fascista, lo stesso regime impone poi un ritorno alle forme di classicismo tradizionale, che prende forma nel cosiddetto Movimento del novecento (dopo il 1922) a cui appartengono artisti come Sironi e Pietro Marussig, ma che ha i suoi più tipici rappresentanti in Ubaldo Oppi, Efisio Oppo, Anselmo Bucci.

Reagiscono a tale cultura, a Torino, alcuni pittori che formano il cosiddetto "Gruppo dei sei" (il cui massimo esponente è Francesco Menzio) intorno al 1929; a Roma la cosiddetta "Scuola Romana", che annovera eccezionali artisti come Scipione e Mario Mafai, Francesco Trombadori, quest’ultimo molto attento a custodire i valori della tradizione pittorica pur se con piccoli e attentamente valutati cambiamenti; a Milano il "Gruppo di Corrente", animato da Edoardo Persico, che tra il 1930 e il 1940 vede schierati alcuni dei nomi più importanti dell’arte italiana contemporanea: Raffaele De Grada, Giuseppe Migneco, Renato Guttuso, Orfeo Tamburi, Lucio Fontana, Alberto Viviani, Ennio Morlotti ecc.; pittori, questi, appartenenti a varie tendenze delle quali particolarmente impegnata sopra un piano sociale, quella del "realismo", che ebbe notevole peso nel costume italiano degli anni ’50 e di cui Guttuso fu il massimo esponente.

Altro grandissimo personaggio dell’arte italiana contemporanea è Amedeo Modigliani che non solo nacque in Italia ma che fu sempre fortemente legato alla cultura figurativa italiana; d’altra parte il fenomeno Modigliani caratterizza un particolare costume artistico dei primi decenni del secolo, la cosiddetta Scuola di Parigi.

A Parigi infatti, dopo anni di crisi dovuti (nonostante l’attività di maestri come Cézanne) all’inaridimento della tradizione culturale tardo-impressionistica, approdano alcuni giovani artisti venuti da tutta Europa: Picasso, Braque, Matisse, Chagall, Modigliani appunto, Rouault, Dufy, Léger, Derain, Mirò.

Tra i numerosi scultori, dopo l’esperienza eccezionale di Medardo Rosso (che costituisce forse il massimo episodio artistico italiano a cavallo del secolo) l’arte italiana consacra tre grandi personalità: Arturo Martini, Marino Marini e Giacomo Manzù, ai quali si affiancano Pericle Fazzini, Emilio Greco, Francesco Messina, i due fratelli Arnaldo e Giò Pomodoro

Per quanto riguarda, infine, l’architettura: Ignazio Gardella, Pier Luigi Nervi, Giovanni Michelacci, Carlo Scarpa, Gio Ponti, sono i maggiori protagonisti del rinnovamento architettonico.

In Germania, contemporaneamente e subito dopo la grande stagione dell’Espressionismo, uno dei più importanti "movimenti" è il Bauhaus, per il suo chiaro intento di intervenire nella vita della società, mettendo a fuoco i problemi più evidenti del rapporto tra l’individuo e l’ambiente che lo circonda; vi agiscono alcuni dei massimi architetti contemporanei, come Mies van der Rohe e Walter Gropius e pittori come Paul Klee; personalità, quest’ultima, di illimitata fantasia lirica, uno dei massimi "poeti figurativi" del Novecento.

Più direttamente legato alle tarde esperienze dell’Espressionismo tedesco, dopo la sconfitta e la crisi sociale, è il cosiddetto movimento della "Nuova oggettività" (Neue Sachlichkeit).

Il maggiore esponente è George Grosz, grande disegnatore, illustratore dei costumi della borghesia militaristica prenazista; ma anche Otto Dix e Max Beckman sono protagonisti di una violenta cronaca pittorica.

Il fenomeno di maggiore interesse sorto dalle culture figurative nordiche è quello che nel 1917, ad Amsterdam, dà luogo al cosiddetto Neoplasticismo e che è l’elaborazione di una delle più complesse personalità del Novecento, Piet Mondrian.

Legatosi all’astrattismo antinaturalistico ideato da Kandinsky (rifiuto della rappresentazione, anche elaborata e deformata, degli "oggetti"), Mondrian sostiene un tipo di pittura fortemente intellettualistica, riducendo l’immagine secondo schemi di rigorosa essenzialità formale e di zone piatte di colore elementare.

Spesso le opere di Mondrian sono appunto, lo schema, reso astratto, di tali antiche misurazioni.

Altro movimento più importante per la risonanza che ebbe nel gusto e nella cronaca della nostra epoca che per oggettivi risultati artistici, è il Surrealismo: rappresentazione dell’inconscio, delle visioni oniriche, che risente di un forte influsso letterario.

Ad esso partecipano artisti di grande talento: Salvator Dalì, Max Ernst, lo scultore Hans Arp, il pittore, scultore e incisore Juan Mirò.

La rapida diffusione dell’arte surrealista fu favorita dal clima del periodo tra le due guerre che fornirono agli artisti una ricca e attuale tematica di ispirazione, il tragico dramma che stava per compiersi sull’Europa e che gli artisti surrealisti seppero esprimere con pitture mostruose, dense di significati.

Il celeberrimo dipinto che Picasso dedicò alla piccola città basca di Guernica, rasa al suolo dall’aviazione nazista, è la testimonianza più vera di quel che accadde quel pomeriggio del 26 aprile 1937.

Riferimenti a tale cultura si possono trovare anche nella formazione di alcuni altri importanti artisti contemporanei, come gli scultori Alberto Giacometti e Henry Moore.

Negli Stati Uniti, la personalità di maggior peso è quella di un architetto: Frank Lloyd Wright, mentre il pittore di maggiore interesse è Ben Shan, artista strettamente legato a un tipo di pittura di indagine sociale, fortemente critica.

E’ dal 1955, parallelamente, in Inghilterra e in America va acquistando, grazie all’opera di una folta schiera di artisti (tra i quali meritano indubbiamente una citazione il pittore Jackson Paul Pollock, e lo scultore Alexander Calder), il posto che finora non aveva avuto nel panorama artistico mondiale.

Infatti dopo l’ultima proposta culturale di carattere europeo (quella del cosiddetto "informale" che si esaurì presto in un polemico formalismo), gli ultimi miti della cronaca pittorica hanno appunto origine direttamente negli Stati Uniti.

Si trattò, della cosiddetta Pop art, movimento che recuperando alcuni aspetti del Dadaismo (oggetti preesistenti inseriti nell’opera) proponeva l’ingresso nell’arte contemporanea di fenomeni tipicamente sociali e popolari (Pop da "popular") come il vastissimo repertorio dei mezzi di comunicazione e di cultura di massa: televisione, immagini pubblicitarie, fotografie, fumetti, beni di consumo, ecc. … con lo scopo di accostare l’arte alla realtà quotidiana.

Oggi si tratta Op art, che invece propone composizioni di forte astrazione visiva, in cui il ripetersi di un modulo geometrico abbia appunto un particolare effetto ottico (Op da "optical").

 

 

 
 

 

 

 

160x600_promo