SEICENTO
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Nel contesto storico del Seicento trionfa l’arte
barocca; agli esasperati intellettualismi, alle composizioni elaborate,
alle eleganze esteriori del manierismo, il barocco contrappone
esuberanze, ardimenti dinamici, spettacolarità sorprendenti.
I valori ideali di misura, di compostezza,
d’equilibrio del Rinascimento vengono ripudiati e Bernini, Borromini,
Rubens, Rembrandt, pur con i profondi divari che tra loro intercorrono,
saranno interpreti di nuovi valori di movimento, di slancio, di
contrasti di forme e di strutture, di luce e di colore.
Anche il Seicento, quindi, è un secolo colmo di
contraddizioni e di violente polemiche.
Alle cosiddette teorie manieristiche si oppongono
(prima a Bologna e poi a Roma) i Carracci, che nella loro Accademia,
prima detta "del Naturale", poi "degli Incamminati", teorizzano uno
stile di equilibrio classico, ispirato agli aspetti più caratteristici
dei grandissimi maestri cinquecenteschi: il colore del Tiziano, la luce
del Correggio, la composizione di Raffaello, ecc…
Dall’accademismo carraccesco nascerà un nuovo tipo di
cultura, che darà eccezionali risultati non tanto negli stessi Carracci,
ma in artisti del loro ambito come Guido Reni, il Guercino, Francesco
Albani.
Parzialmente legata alla suddetta corrente è poi la
"corrente classicista romana", della quale i due maggiori esponenti sono
peraltro i francesi Nicola Poussin e Claude Lorrain, vissuti lungamente
a Roma e che si ispirano alla storia, alla campagna, alle rovine della
città eterna.
Alla corte papale, eccezionale centro di attrazione
per gli artisti di tutta Europa, si avranno gli eventi forse di maggior
peso dell’arte secentesca. Con la sua pittura sacra di esaltazione e di
fasto, la Chiesa cattolica sarà uno dei fondamentali moventi di quest’arte.
L’altro sarà l’arte di Corte delle grandi monarchie assolutiste.
Austria, Germania e Russia prenderanno per questo esempio da Versailles,
culmine e modello della vita regale nella sua pompa e nei suoi capricci.
Per quanto riguarda la pittura, il maggior
avvenimento è senz’altro l’attività di Michelangelo Merisi da Caravaggio,
che reagisce all’accademismo e al manierismo grazie a una grande
sensibilità per i problemi della luce e all’uso di colori forti, accesi
ma nondimeno realistici.
In Italia i più importanti seguaci di Caravaggio sono
senza dubbio i Gentileschi (padre e figlia) e il Manfredi; ma la riforma
caravaggesca sarà presente anche nei grandi artisti europei come Rubens,
Rembrandt., Velasquez.
Particolarmente notevole, nel Seicento romano, è
anche il fervore di rinnovamento architettonico-urbanistico, che
culminerà nella sistemazione di Roma sotto il pontificato di Sisto V.
Le due maggiori personalità attive in quest’ambito
sono Gian Lorenzo Bernini e Francesco Borromini: il primo, grande
scultore oltre che architetto, utilizza le masse e gli spazi in diretto
rapporto con la luce (Colonnato di S. Pietro), il secondo, più
drammatico, tende alla perfezione delle forme geometriche (S. Ivo
alla Sapienza, S. Carlino alle quattro Fontane) dando esempi che
saranno fondamentali nello svolgersi dell’architettura europea degli
anni successivi.
Attorno a questi due grandi nomi agiscono artisti di
altissimo ingegno tra i quali il pittore e architetto Pietro da Cortona
(Affreschi di Palazzo Barberini), lo scultore Maderno, i Della
Porta.
In Emilia e soprattutto in Lombardia, alcuni
avvenimenti di notevole importanza si accentrano intorno alla attività
di mecenate-riformatore del Cardinale Federico Borromeo: nascono le
opere di artisti come i Procaccino e soprattutto come il Morazzone e
Giovan Battista Crespi detto il Cerano.
Anche nell’Italia meridionale (in particolare Lecce,
Palermo, Catania), in Liguria e nel Veneto gli artisti locali elaborano,
con rinnovata sensibilità, altrettante interpretazioni del nuovo stile,
risultanti da un innesto di alcuni aspetti del barocco romano sulle
matrici della cultura locale, mentre la Toscana rimane ai margini del
movimento.
A parte la creazione di "generi" che rimarranno
tipici, come il "paesaggio" e la "natura morta", si sviluppa nel Veneto
l’attività di sommi pittori stranieri come Franz Hals, uno dei più
grandi ritrattisti del secolo; Rubens pittore che da un’evidente
formazione veneziana giunge da un lato a esaltare le forme femminili e
dall’altro a creare vaste composizioni dominate dal colore (la serie di
tele celebranti Enrico IV e Maria dei Medici, ora al
Louvre); Anton Van Dyck, anch’egli formatosi sull’esempio veneziano, che
in Inghilterra dimorerà alla corte di Carlo I° imponendo (dopo l’esempio
di Holbein) il suo stile ritrattistica.
In Francia, nella prima metà del secolo, la cultura
pittorica è nettamente divisa in due tendenze: quella classicista e
quella che si può ricollegare al Caravaggio. Della prima fanno parte i
già citati Poussin e Lorrain, nonché grandi "illustratori" come Le Brun;
alla seconda appartengono Vouet, i fratelli Le Nain e soprattutto il
grande Georges de La Tour.
Va inoltre ricordata l’attività di ritrattista
ufficiale (ma non di meno acuto indagatore psicologico) di Philippe de
Champagne.
Ma gli avvenimenti artistici di maggior peso si
devono forse scorgere, in Francia, nella attività degli architetti
legati alla corte di Luigi XIV, il Re Sole, tra essi Mansard (dal quale
il termine "mansarda"), Le Vau, Le Notre (ideatore dell’architettura di
"giardino alla francese") e Perrault.
A questi artisti, oltre all’eccezionale impresa della
costruzione di Versailles si deve gran parte della fisionomia
architettonica e urbanistica di Parigi.
Anche in Spagna il "secolo d’oro" – come appunto
venne definito il Seicento – vede affermarsi alcune grandissime
personalità artistiche: il sivigliano Zurbaran, autore degli
Affreschi del Monastero di Guadalupe, che oppone la sua vivace e
inventiva luminosità al cupo stile pittorico della Controriforma;
e il genio di Diego Velasquez.
Quest’ultimo attento alle esperienze prima venete poi
caravaggesche, svolge un "discorso" pittorico in cui gli stessi
obiettivi di semplice "descrizione" vengono sempre raggiunti con grande
limpidezza di stile (L’Acquaiolo, La resa di Breda, L’Infante
Baldassarre Carlo).
Legata a questo "momento descrittivo" di Velasquez è
l’arte di Murillo, autore però anche di vaste opere di soggetto
religioso, tra cui pale di altare intensamente mistiche.
Nei Paesi Bassi la pittura – scartati per ragione di
costume religioso i soggetti sacri e legata alle ordinazioni di una
ricca borghesia mercantile – ha una stagione di eccezionale valore
artistico.
Due sono i geni innovatori: Rembrandt, che nelle sue
numerosissime opere (citiamo Ronda di notte, Cena in Emmaus, Betsabea)
propone una sua personale impostazione della luce nello spazio
pittorico; e Jan Vermeer di Delfi, che al contrario misura con astratta
perfezione gli spazi in cui la luce si distende a descrivere ambienti,
paesaggi, figure.
In Inghilterra, il fenomeno di maggior interesse
(dopo il "goticismo" di derivazione composita che venne chiamato "stile
Tudor") è l’affermarsi, in architettura, di un rigido classicismo
ispirato al Palladio: esso avrà nel Wren (autore della Cattedrale di
San Paolo a Londra) il suo massimo esponente.
Per quanto riguarda le arti extra europee, infine, il
fatto più notevole si verifica in Giappone, dove si afferma
ufficialmente lo stile detto "Kano", che rimarrà il modello
incontrastato di tutta l’arte nipponica fino all’Ottocento.
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