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Storia dell'arte - Story of Art


 

 

 

GHIRLANDAIO

(… fatto dalla natura per essere pittore…)

Domenico Ghirlandaio conferma della regola di di San Francesco

"Fatto dalla natura per essere pittore" così Vasari definì Domenico di Tommaso Bigordi, detto il Ghirlandaio per essere stato il primo a creare quelle ghirlande che le fanciulle fiorentine amavano portare sui capelli.

Domenico nasce a Firenze nel 1449, lo stesso anno di nascita di Lorenzo de’ Medici, il Magnifico.

La sua famiglia è benestante: possiede varie proprietà immobiliari nei dintorni di Firenze e discende da una famiglia di artigiani, per lo più "setaioli" ma che si prodigavano anche come sensali, cuoiai, merciai e orafi.

Primo di una famiglia numerosa (il padre aveva avuto due mogli e numerosi figli), abita la casa paterna in Via dell’Ariento a Firenze con tutta la numerosa famiglia del padre e con la giovanissima moglie Costanza di Bartolomeo Nucci.

Pittori furono anche i fratelli David e Benedetto (che lo affiancarono in molti lavori) e il figlio Ridolfo, tutti noti con il sopranome di Ghirlandaio.

Domenico comincia a lavorare come orafo presso la bottega del Verrocchio ma le tendenze del giovane apprendista sono la pittura e, soprattutto, il mosaico tanto che, presto, si ritrova allievo di Alessio Baldovinetti, un abilissimo affrescante e maestro di mosaico.

Ghirlandaio vive la sua vita e il suo lavoro in una Firenze modello di cultura e raffinatezza; vive intensamente il periodo più nobile e raffinato della Corte medicea dove Lorenzo il Magnifico conduceva una intelligente politica culturale, favorendo le arti, la scienza e la letteratura.

Entrato a far parte del bel mondo mediceo dove aveva incontrato Cristoforo Landino, Marsilio Ficino, Pico della Mirandola, Giovanni Agiropulo, Agnolo Poliziano, …fu semplice per il Ghirlandaio inserirsi in quella Firenze che pullulava di botteghe eccelse di pittura, scultura, architettura come quelle del Verrocchio, Benozzo Bozzoli, Pollaiolo, Baldovinetti, Botticelli, …

Attento alla formule del Verrocchio, a quelle del primo Leonardo ma anche di Andrea del Castagno e Domenico Veneziano (Tre Santi, Pieve di Cecina; affreschi della Collegiata di S. Giminiano con Storie di S. Fina)., si avvicinò pure alla cultura fiamminga per il tramite di Hugo van der Goes (Vecchio e nipote, Parigi, Louvre; Cenacolo 1480, Firenze Chiesa di Ognissanti).

Una commissione importante gli arriva il 27 ottobre 1481 quando il Papa Sisto IV lo chiamò a Roma con Cosimo Rosselli, Botticelli e Perugino per dipingere nella Cappella Sistina la Vocazione di Pietro e Andrea (è l’unico affresco superstite; gli altri affreschi furono sacrificati per far spazio al capolavoro di Michelangelo) e la Resurrezione di Cristo (perduto); Raccomandazione del Papa fu che la Cappella doveva essere dipinta con dieci storie entro il 15 marzo 1482 pena una multa colossale. Ghirlandaio vi lavora instancabilmente con i suoi numerosi collaboratori e riesce a rispettare la scadenza malgrado il lavoro comporti un grande dispendio di energia per i numerosi personaggi dipinti; infatti il vasto scenario, col mare di Galilea, raccoglie una grande folla di personaggi del bel mondo fiorentino: Giovanni Tornabuoni (in prima fila e terzo da destra) zio di Lorenzo il Magnifico e tesoriere del Papa, Cecco Tornabuoni, Giovanni Antonio Vespucci, il greco umanista Giovanni Agiropulo (in primo piano con la barba bianca) e tanti altri.

Ghirlandaio e i suoi collaboratori sono ormai famosi e al suo ritorno a Firenze gli viene commissionata la decorazione della Sala dei Gigli in Palazzo Vecchio; vi dovevano lavorare anche Botticelli, Perugino e Piero Pollaiolo ma , senza un perché, Ghirlandaio fu l’unico a realizzare l’opera: un affresco dedicato a San Zanobi con i Santi Diaconi Eugenio e Crescenzio.

Gli anni ottanta furono per Domenico gli anni più belli, ricchi di grandi soddisfazioni professionali, di laboriosa attività, vedono la nascita del figlio Ridolfo (5 febbraio 1483); i contratti per decorare le cappelle si accavallano gli uni su gli altri; non finisce un affresco che già ne mette in lavorazione un altro, con un susseguirsi convulso e gratificante di opere eccelse; la Firenze di allora amava la pittura fresca, chiara, spaziosa, lineare e nessuno meglio del Ghirlandaio poteva soddisfare questo desiderio e, tra le imprese pittoriche più prestigiose di quegli anni, vi è la Cappella del ricco banchiere e grosso personaggio della Firenze medicea ricca, Francesco Sassetti nella Chiesa di Santa Trinita dove dipinse gli affreschi con Storie di San Francesco e la pala con l’Adorazione dei pastori (1485-86).

La Cappella Sassetti affascina tutta Firenze e il bel mondo fiorentino sogna di farsi ritrarre in un affresco del Ghirlandaio e così, tra i primi, il banchiere Giovanni Tornabuoni, il primo settembre 1585, incarica Domenico e Davide Ghirlandaio di decorare la sua Cappella nel coro di Santa Maria Novella con sette scene della vita di Maria, sette scene della vita di Giovanni Battista e altri dipinti di Santi.

Servendosi di numerosi aiuti (la bottega di Ghirlandaio fu infatti una delle più famose e frequentate a Firenze negli ultimi anni del 1400) nel 1485 iniziarono gli affreschi con Storie della Vergine e di San Giovanni nella cappella maggiore di Santa Maria Novella; tale opera è da considerarsi il capolavoro dell’artista, abilissimo riassunto delle ricerche formali fiorentine di tutto il secolo, vivace e piacevole documentazione della vita quotidiana della borghesia del tempo di Lorenzo il Magnifico.

Non a caso Giovanni Tornabuoni, capo del Banco Mediceo e tesoriere del Papa a Roma, già immortalato sui muri della Cappella Sistina, personaggio di antico lignaggio, era imparentato con la famiglia de’ Medici; la sorella Lucrezia aveva sposato Piero de’ Medici, figlio di Cosimo il Vecchio ed era la madre di Lorenzo il Magnifico.

L’impresa era grandiosa oltre che complessa dal momento che bisognava dipingere ad affresco numerose storie fiorentine con volti, personaggi, paesaggi, animali, ecc.ma soprattutto, attraverso le storie sacre, si dovevano celebrare il prestigio della famiglia Tornabuoni.

Lo scenario è Firenze, Piazza Santa Maria Novella con il porticato dell’ospedale di San Paolo in costruzione, ispirato al modello della Loggia degli Innocenti del Brunelleschi; le storie di Maria e del Battista si svolgono secondo il racconto biblico e cominciano dal basso: la Cacciata di Giocchino dal Tempio, la Nascita della Vergine, l’Annuncio dell’angelo a Zaccaria con l’affioramento dei ritratti dei Tornabuoni, dei loro amici più intimi, del pittore stesso, di Marsilio Ficino, Cristoforo Landino (col mantello rosso e il colletto nero), Agnolo Poliziano (nel centro con la mano alzata), ecc…

Ghirlandaio riesce a finire l’opera con soli sette mesi di ritardo rispetto alla previsione e nel settembre del 1490 consegna il lavoro finito per la consacrazione della Cappella.

Poi, una lunga sequenza di opere, che continua anche negli anni novanta tanto che i fratelli Ghirlandaio si sono procurati più sedi di lavoro; nessun lavoro commissionato viene rifiutato: disegno, affresco, pittura su tavola, miniatura, mosaico; la sede di lavoro si sposta continuamente: Firenze, Pisa, Siena, Orvieto.

Degli ultimi anni sono alcune delle opere di cavalletto come l’Adorazione dei Magi (1487, Firenze, Uffizi) a continuare a dare lustro al grande artista; alcuni ritratti femminili (Giovanna degli Albizi Tornabuoni, Lugano, collezione van Thyssen; il Ritratto di vecchio con nipote al Louvre di Parigi) ricordano l’abilità del Ghirlandaio nel fare dipinti dal vero: più numerosi quelli di soggetto sacro, più rari sono quelli autonomi, destinati a privati.

Domenico è all’apice della sua brillante carriera, ricercato dalla migliore committenza e proprio quando a Pisa e a Siena, narra Vasari:"…s’aveva a metter mano a grandissime opere Domenico ammalò di gravissima febbre, la pestilenza della quale in cinque giorni gli tolse la vita…"; era l’anno 1494 e Ghirlandaio aveva solo quarantacinque anni.

Pareva, all’epoca, che la morte prematura di Domenico fosse l’ultimo anello di quella tragica catena iniziata nel 1492 con la morte, nella sua villa di Careggi, di Lorenzo il Magnifico che sembrò turbare la pace in terra e in cielo. Alluvioni, terremoti, pestilenze e rivoluzioni seguirono quel giorno triste: Piero de’ Medici, bandito dalla città morì affogato; Lorenzo Tornabuoni, arrestato fu poi decapitato; Fra Girolamo Savonarola processato, fu arso vivo; la peste e l’alluvione disfecero fortune e famiglie;…e il pittore morì insieme alla società che aveva dipinto con sentimento e accento di poesia.

E’ sepolto a Firenze nel vecchio cimitero di Santa Maria Novella.

I SUOI MAGGIORI CAPOLAVORI

PERIODO TITOLO ALLOCAZIONE

  • 1470 I Santi Girolamo, Barbara e Antonio Abate Cercina (Firenze) Pieve di Sant’Adrea

  • 1468 1475 Battesimo di Cristo Firenze, San Donnino

  • 1471-1473 Madonna della Misericordia Firenze, Ognissanti – Cappella Vespucci

  • 1475 Annuncio della morte di Santa Fina San Giminiano, Collegiata - Cappella Santa Fina

  • 1475-1477 Esequie di Santa Fina San Giminiano, Collegiata – Cappella Santa Fina

  • 1476 Ultima cena Passignano, Badia dei Santi Michele e Biagio

  • 1478 Madonna con Bambino in trono Pisa, Museo Nazionale di San Matteo

  • 1479 Madonna in trono Lucca, Cattedrale di San Martino

  • 1480 Ultima cena Firenze, Ognissanti

  • 1480 San Girolamo nello studio Firenze, Ognissanti

  • 1481-1482 Vocazione di Pietro e Andrea Città del Vaticano, Cappella Sistina

  • 1482-1483 Madonna con il Bambino in trono Berlino, Staatliche Museen zu Berlin

  • 1483-1484 Madonna con il Bambino in trono Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1484 1485 Madonna con il Bambino in trono Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1485 Storie di San Francesco Firenze, Santa Trinita – Cappella Sassetti

  • 1485 Ritratti di Francesco Sassetti e Nera Corsi Firenze, Santa Trinita – Cappella Sassetti

  • 1485 Natività di Cristo Firenze, Santa Trinita – Cappella Sassetti

  • 1485-1486 Ultima cena Firenze, San Marco

  • 1485-1490 Storie di Maria Firenze, Santa Maria Novella – Cappella Tornabuoni

  • 1485-1490 Storie del Battista Firenze, Santa Maria Novella – Cappella Tornabuoni

  • 1485-1490 Ritratti dei donatori Firenze, Santa Maria Novella – Cappella Tornabuoni

  • 1486 Incoronazione della Vergine Narni, Palazzo comunale

  • 1487 Adorazione dei Magi Firenze, Galleria degli Uffizi

  • 1488 Adorazione dei Magi Firenze, Galleria dello Spedale degli innocenti

  • 1488 Ritratto di Giovanna degli Albizi Tornabuoni Madrid, Museo Thyssen-Bornemisza

  • 1490-1493 Ritratto di vecchio con nipote Parigi, Museo del Louvre

  • 1514 Disegni delle tre vetrate della parete di fondo di Santa Maria Novella a Firenze

  • 1491 Visitazione Parigi, Museo del Louvre

  • 1492 Cristo in gloria Volterra, Pinacoteca comunale

  • 1493-1494 San Jacopo, Santo Stefano, San Pietro Firenze, Galleria dell’Accademia

 

 

 
 

 

 

 

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