CARAVAGGIO
MICHELANGELO
MERISI
Il Principe
dei ribelli
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Nasce come
Michelangelo Merisi il 29 settembre 1571 a Milano; molti sostengono,
invece, che sia nato nel Contado di Bergamo a Caravaggio il 29 settembre
1573.
Il padre
Fermo Merisi e la madre Lucia Aratori appartengono ad una piccola
nobiltà (una storia popolare sosteneva, invece, che il padre fosse un
semplice imbianchino e la madre una donna di malaffare); in particolare,
il padre, sovrintendente alle opere murarie del Marchese di Caravaggio
Francesco Sforza, è un uomo con abilità di architetto, di disegnatore di
progetti, un uomo benestante che oltre ad alcune proprietà godeva di un
reddito fisso da parte dei Marchesi Sforza.
Come è il
mondo quando viene alla luce Caravaggio?
Non certo
facile; l’incertezza e l’instabilità economica erano le caratteristiche
degli anni tra il Cinquecento e il Seicento; era il periodo in cui si
viveva una realtà particolare dove solo i ricchi e gli aristocratici
avevano importanza in un mondo osceno e corrotto; nascendo, quindi,
Caravaggio, in un ambiente benestante gode del comfort e della
tranquillità che l’agiatezza gli riserva ma il padre muore quando è
ancora fanciullo in seguito all’epidemia di peste del 1577.
Ha solo
tredici anni quando la madre firma il contratto quadriennale di
apprendistato presso la bottega di un pittore straordinario: Simone
Peterzano dove Caravaggio impara a dipingere piccoli quadri dietro un
compenso di quarantaquattro scudi d’oro.
Le nature
morte sono i soggetti preferiti perché riproducono la natura dal vero:
la frutta colorata, fragrante, turgida seppur bacata, rappresenta la
metafora della ostentazione della vita umana.
A Milano,
durante una polemica con un suo compagno, accesa dalla presenza di donne
e di sguardi di persone che incitavano alla brutalità, Caravaggio si
macchia del suo primo delitto: estrae la spada e colpisce a morte un suo
giovane amico e compagno; la condanna lo accompagnerà per tutta la vita,
cambierà i rapporti con i suoi fratelli, lo indurrà, probabilmente, a
lasciare Milano per Roma.
Quando arriva
a Roma l’effetto è sconcertante, supera Porta Flaminia entra a Piazza
del Popolo vede i resti dei condannati a morte appesi alla porta e
comprende che quel mondo tormentato e sofferente è la sua realtà; è
ormai un giovinastro dai capelli lunghi, un ragazzaccio golosamente
conteso dagli uomini, uno straordinario giovane acceso di passione, a
volte brutale ma anche angelico, il più delle volte maledetto, carnale e
sordido insieme; è, comunque, un personaggio geniale, è demonio e angelo
allo stesso tempo, è torbido e violento ma sa fare splendidi e
delicatissimi madrigali per la donna cui è legato: Maddalena Antonietti,
prostituta e sua amante.
Inizia a
dipingere presso Pandolfo Pucci da Recanati che è il maggiordomo della
sorella del Papa Sisto V con un vitto frugale fatto soltanto di insalata
e pane tanto che Caravaggio soprannominò il Pucci "Monsignor Insalata".
Per alzare
qualche soldo dipinge sia per un oscuro pittore siciliano di nome
Lorenzo e sia per un altro pittore, Antiveduto Gramatica; il tema è
sempre lo stesso: mezze figure di fanciulli intenti a lavori umili come
lavori domestici o suonatori di strumenti.
Teste e
volti, sciabolate di luce e contrasti violenti tra luce e ombra, peccato
e tenebre, follia e redenzione della divinità che riscatta l’uomo, sono
l’ispirazione di Caravaggio e la grandiosità e perfezione della sua
pittura ben presto fa il giro di Roma.
Gli inizi
sono duri; è senza denari e pessimamente vestito; una sera viene
bloccato a Piazza del Popolo armato di spada e di biscaglina; lo fermano
e gli chiedono di mostrare il porto d’armi, Caravaggio risponde con
offese arroganti ed oscene e viene sbattuto in carcere.
La vita di
Caravaggio si svolge su due realtà altalenanti e contrastanti tra loro:
una raffinata, aristocratica, gioviale, lussuosa e un’altra sordida,
brutale, sanguinaria, assassina; veste abiti sfarzosi di seta e di
broccato, superbi, degni di un principe ma li indossa senza cambiarli
mai, fino ad averli consunti e laceri.
Caravaggio è
litigioso, arrogante, fumino; desiderando, un giorno, gustare i carciofi
di cui è follemente goloso, si reca all’Osteria del Moro e ne chiede un
piatto; l’oste gli porta quattro carciofi: due al "butirro" e due
all’olio; e quando chiede quali fossero i due al "butirro" e i due
all’olio, alla risposta dell’oste: "Odorali!", fu un attimo; Caravaggio
fece volare il piatto in faccia all’oste che dovette presentarsi al
Bargello di Roma (Magistrato che comandava le forze di polizia ed anche
Capo dei "birri") con la faccia ricoperta di sangue, frammenti di
porcellana in testa e sporco di untume e di grasso in tutto il corpo.
Caravaggio è
il personaggio che va a mangiare nelle osterie e, piantando il pugnale
sul tavolo, mormora: "fa che non ti debba mai usare".
E’ un
tipaccio ma è l’unico che dipinge dal vero anche se questo non piace a
Roma.
Lui, dipinge
dal vero perché la realtà è sporca, non è degna di essere riscattata
dalla sua sordida natura; la realtà non ha nulla che la elevi, la
purifichi per assurgere ad un valore eterno, ideale, cui, invece, aspira
sempre la pittura.
Come riesce,
allora, Caravaggio a farsi conoscere a Roma?
Con i dipinti
che arrivano nelle mani di un maestro di quadri , un certo Mastro
Valentino che in forza di una piccola provvigione, li vende nella zona
di San Luigi dei Francesi dove un raffinato Cardinale di alto prestigio
di Santa Romana Chiesa, rappresentante del Vaticano per il Granducato di
Toscana, Francesco Maria Borbone Del Monte abita, lì, a Palazzo Madama;
vede quei quadri, superbi e decide di introdurre Caravaggio tra i
giovani talenti che collaborano ad incrementare i suoi interessi
artistici, musicali e scientifici.
L’ingresso di
Caravaggio nel palazzo del Cardinale Del Monte corrisponde ad un totale
cambiamento di ambiente che influisce molto sulla sua pittura tanto da
orientarlo verso interessi nuovi, a lui del tutto sconosciuti, quali gli
strumenti musicali; farà, anche, il ritratto ad uno di quei musici, un
giovanissimo castrato, che suonava brani a madrigale splendidi ed
inebrianti: è il dipinto del "Suonatore di liuto".
Nel 1599
Francesco Maria Del Monte decide di far completare l’affresco della
cappella del Segretario di Gregorio XIII, un tal Matteo Contarelli e di
affidare l’incarico a Caravaggio.
Il Cardinale
Contarelli aveva acquistato la cappella della chiesa di San Luigi dei
Francesi nel 1565 ma, morto anzitempo, il suo esecutore testamentario,
Virgilio Crescenzi, aveva affidato la decorazione pittorica al Cavalier
d’Arpino, - vecchio maestro di Caravaggio - che, completata la volta ma
oberato di commissioni papali, lasciò la cappella priva delle
decorazioni che il Cardinale prima di morire aveva richiesto; mancavano,
quindi, la pala d’altare e la decorazione delle pareti laterali.
Ma Caravaggio
non sa dipingere ad affresco e, di sua iniziativa, dipinge su tela dando
un’interpretazione personale alla scena: i personaggi della "Vocazione
di San Matteo"sono dipinti con gli abiti dell’epoca e la scena è
quella della vita quotidiana; la caratteristica della pittura di
Caravaggio è esaltata in pieno: un fascio di luce luminosa accompagna la
direzione del gesto di Cristo collegandolo a quello di Matteo.
La fama era
raggiunta anche se suscitò grande scandalo per l’ardita interpretazione
realistica degli episodi religiosi; da quel momento, però, iniziarono le
commissioni importanti come la Crocifissione di San Pietro e la
Caduta di San Paolo della Cappella Cerasi di Santa Maria
del Popolo a Roma, ma Caravaggio ha un carattere collerico, bizzoso,
folle e comincia a collezionare una serie di atti giudiziari: spacca in
faccia all’oste il piatto con i carciofi, aggredisce a sassate i tutori
dell’ordine, canta sonetti infamanti contro il pittore Giovanni Baglione,
canta canzonacce agli sbirri a Piazza del Popolo; aggredisce, a colpi di
spada, il Notaio dello stato ecclesiastico Mariano Pasqualone che
volendo trascorrere una allegra notte di piacere va ad infastidire una
donna dal corpo ammaliante: la donna di Caravaggio.
Michelangelo
Merisi viene condannato ben cinque volte e cinque volte imprigionato ma
protetto dai nobili subito scarcerato (per tutta la vita Caravaggio sarà
protetto dai nobili, dai Marchesi di Caravaggio, dagli Sforza, dai
Savelli, dai Colonna) ma si deve allontanare da dove abita a Roma in
Vico San Biagio angolo con Vicolo del Divino Amore (la casa di
Caravaggio è ancora là).
La padrona di
casa, una vedova di nome Prudenzia Bruni, non avendo ricevuto i soldi
dell’affitto da ben sei mesi, si rivolge al Bargello di Roma (Bartolomeo
Scoccia) che, entrando nell’appartamento di Caravaggio, ne stila un
elenco per l’esproprio dei beni da vendere all’asta.
Il documento
descrive puntualmente il contenuto della casa di Caravaggio; si citano,
per esempio, un corpetto di cuoio nero impunturato che ritroviamo
dipinto indosso ad un ragazzo di spalle nella "Conversione di San
Matteo; gli orecchini in oro, velluto e perla scaramazza gli stessi
che indossa Giuditta ai lobi nel dipinto di "Giuditta e Oloferne";
le perle scaramazze, simbolo della Madonna e lacrime della Vergine,
dipinte ai piedi della Maddalena nella "Maddalena Penitente"
della collezione Doria Pamphilij (quella donna bellissima dai capelli
rossi è Maddalena Antonietti, la sua amante, la stessa che appare anche
nel "Riposo durante la fuga in Egitto").
Nel
lucernario, poi, trovò una sorpresa sconcertante: tutta la parte
superiore del soffitto era dipinta di nero ed era sfondata la parte
superiore del vetro, dove era stato posto uno scudo a specchio, uno
specchio bombato lenticolare, affinché la luce che entrava dal
lucernario sfondato, guidata dallo specchio bombato si concentrasse in
un fascio di luce circolare bianca (la luce del sole a mezzogiorno) ed
esaltasse la pittura su una sfondo di penombra, di chiaroscuro, di
tenebroso contrasto.
Caravaggio
dipingeva guardando le immagini nello specchio; l’effetto di luce e
ombra è evidentissimo; i modelli sono tutti ragazzi di Ripetta,
pescatori, donne di piacere; sono tutti vestiti con gli abiti attuali e
sono in posa; la scena non è dipinta direttamente ma rifratta dalla
specchio nelle stesse dimensioni del quadro (perché uno specchio riduce
a due, le tre dimensioni naturali volumetriche).
Gli esperti
che hanno studiato i quadri di Caravaggio, tramite il metodo della luce
radente, hanno notato che i suoi quadri sono interamente coperti di
piccole incisioni perché Caravaggio preparava la tela con colla di pelle
(colla trasparente in fogli), mestica (mescolanza di colori diluiti con
olio) e gesso finissimo da spalmare sulla tela fresca dove, ancora umida
al tatto, il pennello, girato dalla parte del legno, potesse tracciare
linee guida per la preparazione del disegno; lo aveva imparato alla
scuola di Giuseppe Cesari più conosciuto come Cavalier d’Arpino.
Gli esperti
hanno anche notato che nei quadri di Caravaggio, visti alla radiografia,
si notano tantissime orecchie; Caravaggio per creare un volto in
tridimensione stabiliva dei punti: le labbra, il naso, il mento e le
orecchie; utilizzava le orecchie per sperimentare e diversamente
modificare il volto della persona.
Inoltre,
Caravaggio lasciava sempre un sottile bordo di preparazione color ambra
intorno alle figure per poterle aumentare o contrarre a sua scelta. Nel
quadro "Sacrificio di Isacco", oggi alla Galleria degli Uffizi,
si vede perfettamente intorno al pollice di Abramo che affonda nelle
guance di Isacco, il sottile bordo di preparazione lasciato intatto
dall’artista per avere l’opportunità di aumentare o diminuire la
grandezza del pollice.
Tutto, quindi
era stato sequestrato e quando Caravaggio torna, dopo alcune settimane,
si ritrova senza più nulla e senza una casa; prende una mandola
(strumento musicale a corde) e comincia a cantare canzonacce triviali
verso Prudenzia Bruni spaccando i vetri e le gelosie alle finestre.
Viene di
nuovo sbattuto in carcere.
In una
mattina di giugno del 1606 Caravaggio viene sfidato alla pallacorda da
Ranuccio Tomassoni da Terni, procuratore di prostitute per il Papa e per
i Cardinali; la partita è vinta da Caravaggio ma ne nasce un tafferuglio
che coinvolge anche i padrini dell’uno e gli amici dell’altro che, a
quanto riferiscono le cronache, furono quelli che diedero origine al
diverbio iniziale; Caravaggio brandisce la spada e trafigge per tre
volte Ranuccio uccidendolo.
Caravaggio è
condannato a morte in tutto il Regno pontificio e, per sfuggire alla
condanna, scappa da Roma e si rifugia a Napoli – capitale del Regno
delle due Sicilie e fuori dei confini papalini - nel palazzo del
Principe di Zagarolo, Don Marzio Colonna.
Protetto dai
Colonna, Caravaggio va a Malta ospite dei Cavalieri di Malta, quei
Cavalieri di San Giovanni di Gerusalemme, un Ordine religioso che
accoglieva i giovani nobili più turbolenti e scapestrati restituendo
loro una sorta di immunità.
E’ di quel
periodo la commissione del Ritratto di Alof de Wignacourt, Gran
Maestro dell’Ordine Gerosolimitano; il quadro oggi si trova al Louvre.
Questo grande
personaggio favorì in tutti modi l’artista concedendogli fin da subito
tutti i privilegi riservati ai giovani aspiranti cavalieri, ma, come
all’improvviso e senza conoscere la vera ragione Michelangelo Merisi si
trovò nuovamente agli arresti nella "guva" (fossa profonda tre metri
scavata nella roccia) del Forte di Sant’Angelo a Malta.
Unico indizio
di questo nuovo arresto è contenuto nella nota di espulsione dall’Ordine
dei Cavalieri che lo definisce membro "putridum et foetidum".
Come
misteriosa è la causa dell’arresto, altrettanto misteriosa è la fuga
dalla "guva", nel solo volgere di una settimana.
E’, quindi,
costretto a tornare in Italia; si ferma prima a Napoli, poi a Messina,
Siracusa e a Palermo; alla fine ritorna a Napoli dove chiede il perdono
del Papa e per risposta gli arrivano, in un vicolo di notte, tre
Cavalieri di Malta che gli danno la più tragica e vergognosa delle
punizioni squarciandogli e deturpandogli il volto; sopravvive e riesce a
raggiungere Porto Ercole dove gli arriva il perdono del Papa (forse
perché Caravaggio gli ha donato un suo grandioso quadro che oggi si
trova alla Galleria Borghese : "Davide con la testa di Golia"
dove Golia con la testa mozzata è l’autoritratto di Caravaggio con le
labbra semiaperte, gli occhi dolenti quasi imploranti il perdono del
Papa?).
Per
un’ennesima volta Caravaggio ritorna in carcere perché viene scambiato
con un bandito tutto sfregiato in volto che, proprio in quei giorni, è
evaso; sarà liberato solo più tardi con mille scuse ma ormai è troppo
tardi Caravaggio è malato di malaria e la feluca che lui doveva prendere
per uno dei suoi innumerevoli viaggi è ormai partita, cade bocconi sulla
spiaggia e si dice che lì agonizzò; morì poco dopo in un ospedale, senza
assistenza e senza conforti religiosi; era il 18 luglio 1610.
Del suo corpo
non si seppe più nulla.
Tutta la sua
vita sembra una leggenda.
I SUOI
MAGGIORI CAPOLAVORI
PERIODO -
TITOLO - ALLOCAZIONE
-
1593/94
Fanciullo con canestro di frutta Roma – Galleria Borghese
-
1593/94 Bacchino
malato Roma – Galleria Borghese
-
1593/94 Buona
ventura Roma – Pinacoteca capitolina
-
1594 I bari Fort
Worth – Kimbell Art Museum
-
1594/95 San
Francesco in estasi Hartford, Connecticut - Wadsworth Atheneum
-
1594/95
Maddalena penitente Roma – Galleria Doria Pamphilij
-
1595 Concerto
New York – The Metropolitan Museum of Art
-
1595/96
Suonatore di liuto San Pietroburgo – Ermitage
-
1595/96 Ragazzo
morso da un ramarro Londra – National Gallery
-
1595/96 Riposo
durante la fuga in Egitto Roma – Galleria Doria Pamphilij
-
1596/97 Bacco
Firenze – Galleria degli Uffizi
-
1596/97 Buona
ventura Parigi – Museo del Louvre
-
1597 Santa
Caterina d’Alessandria Madrid – Museo Thyssen-Borbemisza
-
1597/98 Canestro
di frutta Milano – Pinacoteca Ambrosiana
-
1597/98 Davide e
Golia Madrid – Museo Nazionale del Prado
-
1598 Medusa
Firenze – Galleria degli Uffizi
-
1599 Giuditta e
Oloferne Roma – Gall. Naz. d’Arte Antica, Pal. Barberini
-
1599 Narciso
Roma – Gall. Naz. d’Arte Antica, Pal. Corsini
-
1599/1600
Vocazione di San Matteo Roma – S. Luigi dei Francesi, CappellaContarelli
-
1600/01 Martirio
di San Matteo Roma – S.Luigi dei Francesi,Cappella Contarelli
-
1600/01
Conversione di San Paolo Roma – S.Maria del Popolo, Cappella Cerasi
-
1600/01
Crocefissione di San Pietro Roma – S.Maria del Popolo, Cappella Cerasi
-
1600/01
Incredulità di San Tommaso Potsdam-Sanssouci, Stiftung Schlosser und
Garten
-
1601 Cena in
Emmaus Londra – National Gallery
-
1602 San Matteo
e l’angelo Roma – S.Luigi dei Francesi, Cappella Contarelli
-
1602 Cattura di
Cristo Dublino – National Gallery of Ireland
-
1602 San
Giovanni Battista Roma – Pinacoteca Capitolina
-
1602/03 Amor
Vincit Omnia Berlino – Dahlem Gemaldegalerie,Staatliche Museen
-
1602/04
Deposizione Città del Vaticano – Pinacoteca Vaticana
-
1603
Incoronazione di spine Vienna – Kunsthistoriches Museum
-
1603/04
Sacrificio di Isacco Firenze – Galleria degli Uffizi
-
1604 Morte della
Vergine Parigi – Museo del Louvre
-
1604/06 Madonna
dei Pellegrini Roma – Sant’Agostino, Cappella Cavalletti
-
1605/06 Madonna
dei Palafrenieri Roma – Galleria Borghese
-
1605 San
Francesco in meditazione Roma – Chiesa del Cappuccini
-
1605/06 San
Gerolamo Roma – Galleria Borghese
-
1605/06 San
Francesco in preghiera Cremona – Pinacoteca del Museo Civico
-
1605/06 Davide
con la testa di Golia Roma – Galleria Borghese
-
1606 Cena in
Emmaus Milano – Pinacoteca di Brera
-
1607 Madonna del
Rosario Vienna – Kunsthistoriches Museum
-
1607 Davide con
la testa di Golia Vienna – Kunsthistoriches Museum
-
1607 Sette opere
di misericordia Napoli – Pio Monte della Misericordia
-
1607/08
Flagellazione di Cristo Napoli – Museo e Gallerie Naz. di Capodimonte
-
1608 Ritratto di
Alof de Wignacourt Parigi – Museo del Louvre
-
1608/09 Ritratto
di fra Antonio Martelli, Cavaliere di Malta Firenze – Palazzo Pitti
-
1608
Decollazione di San Giovanni Battista Malta, La Valletta - Orat. di S.
G. B.dei Cavalieri
-
1608/09
Seppellimento di Santa Lucia Siracusa – Museo Nazionale di Palazzo
Bellomo
-
1609
Resurrezione di Lazzaro Messina – Museo Regionale di Messina
-
1609/10
Negazione di San Pietro New York – The Metropolitan Museum of Art
-
1609/10 Martirio
di Sant’Orsola Collezione Banca Intesa
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